Monday, October 12, 2015

air france struggle - the position of proletari comunisti - PCm ITALY

 Air France - E' giusto ribellarsi! in Francia come nelle fabbriche e posti di lavoro in Italia - editoriale Proletari comunisti PCm Italia


Gli operai dell'Air France nella giornata del 5 ottobre hanno forzato i cancelli, invaso il posto di lavoro, al grido “Juniac, dimissioni!” - Juniac è l'amministratore delegato dell'Air France. Hanno inseguito il direttore e mentre correva gli hanno strappato la camicia e questi ha dovuto scavalcare i cancelli e fuggire rovinosamente.
La protesta dei lavoratori è contro un piano di 2.900 esuberi, con una fetta di licenziamenti brutale.
I lavoratori questa volta non hanno accettato il rito della trattativa e le normali forme di lotta. E in Francia non è la prima volta che questo avviene.


Contro questi lavoratori si è scatenata immediatamente una campagna da parte del governo francese che ha parlato di violenze scandalose, a cui si sono uniti, con alcuni distinguo, i sindacati ufficiali.
In realtà le immagini in tutto il mondo di questa protesta hanno suscitato la simpatia, il sostegno e l'entusiasmo dei lavoratori di tanti paesi, perchè queste immagini esprimevano la rabbia e la decisione dei lavoratori che lottano contro licenziamenti e ristrutturazione e mostrano che essa si potrebbe esprimere se i lavoratori fossero davvero liberi nella loro lotta.
La violenza di cui parlano i padroni, lo Stato, i sindacati è quella di chi scarica la crisi sui proletari, togliendo lavoro, salari, diritti, rovinandogli la vita e riducendoli spesso alla disperazione. E' la violenza del sistema del capitale che considera i lavoratori una merce, un'appendice delle macchine.
A questa violenza occorre necessariamente opporre la violenza collettiva delle masse operaie e lavoratrici, altrimenti nella crisi non si riesce a difendere le condizioni e gli interessi dei lavoratori.
Quando proletari comunisti parla necessariamente di trasformare la lotta sindacale di classe nelle fabbriche, dalla Fiat all'Ilva, alle tante fabbriche e posti di lavoro dove si licenzia, si opprime e schiavizza i lavoratori, in guerra di classe, intendiamo esattamente sviluppare forme di lotta simili, adeguate alle condizioni esistenti nei vari posti di lavoro.

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Oggi non basta costruire un'alternativa al sindacalismo confederale ma cambiare il modo di fare sindacalismo e costruire intorno alla forma nuova del sindacalismo di classe e delle sue lotte, l'unità di base e di classe necessaria.

Non è solo un problema di forme di lotte più dure o meno dure, ma di costruire la lotta sindacale di classe nella crisi in funzione del rovesciamento dei rapporti di forza e lungo la strada del potere in mano alla classe operaia, ai lavoratori, che è l'unica vera alternativa alla crisi del capitale.

proletari comunisti - PCm Italia
12 ottobre 2015

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