Friday, March 31, 2017

AG 17-18 marzo - ICSPWI - italien


ICSPWI ha sottolineato in particolare tre punti su di essa:
- la vicenda Abdallah è una delle manifestazioni della contraddizione principale tra imperialismo e popoli oppressi;
- è una manifestazione dello scontro tra rivoluzione e controrivoluzione, per queste ragioni è una battaglia che bisogna vincere e la cui vittoria aiuta l'affermarsi della contraddizione principale dal lato dei popoli e della rivoluzione dal lato della tendenza. Se si colgono questi due aspetti si può riconoscere e cogliere l'importanza della guerra popolare in India e della necessità del suo sostegno;
- la terza questione è propria la questione dei prigionieri politici; in India vi sono 10mila prigionieri politici, la più grande concentrazione al mondo di prigionieri politici, fondamentalmente legati alla guerra popolare maoista. La persecuzione del prof. Saibaba, in parte simile a quella di GI Abdallah, richiede una campagna simile a quella per GI Abdallah. Nello stesso tempo, la repressione e gli arresti in India sono espressione della più grande lotta armata, di liberazione che esiste attualmente al mondo, in un paese che è il 2° più grande paese del mondo.

AG -17-18 marzo - Soccorso Rosso Proletario Italia - italien - francais

- BUONA ASSEMBLEA INTERNAZIONALE A PARIGI PER GEORGE IBRAHIM ABDALLAH - Da Soccorso Rosso Proletario Italia

L'assemblea tenutasi il 18 marzo a Parigi ha avuto una buona partecipazione nazionale e internazionale, ed è stata complessivamente bene organizzata e ben diretta. Si è tenuta nella libreria “Resistance”, nata da 10 anni e gestita da una associazione pro Palestina, una libreria importante che ha grandi spazi e sistemazione particolarmente adatta per assemblee e meeting di questo tipo.
L'assemblea ha approvato un testo che raccoglie tutte le proposte fatte nella discussione (in attesa di pubblicazione) e ha deciso un piano di lavoro molto importante e articolato, sia a livello locale, nazionale che internazionale.
Il Soccorso rosso proletario Italia vi ha partecipato. E' stata una prima partecipazione ad un'assemblea di questo tipo, mentre alla campagna generale aveva dato finora un appoggio soprattutto informativo e di partecipazione alla manifestazione tenutasi a Milano.
L'assemblea generale, seguita dal meeting pubblico molto partecipato del pomeriggio dimostra che questo Comitato e questo movimento internazionale è davvero importante in Francia e raccoglie l'adesione di parti significative del movimento pro Palestina e degli organismi operanti nel mondo arabo, raggiungendo una presenza in diverse città della Francia. Anche sul piano internazionale ha raggiunto e coinvolto la maggiorparte delle organizzazioni di solidarietà coi prigionieri ed è quindi in grado di estendersi anche a livello internazionale; è molto importante che questa campagna si sia diffusa anche direttamente in Libano, Palestina, Tunisia, ecc.

Del Comitato organizzatore dell'assemblea generale sono parte i compagni del PCm Francia; il loro riconoscimento è aumentato anche per affetto della lotta tra le due linee che vi è stata nel Comitato che ha portato alla fuoriuscita delle componenti ostili a questi compagni e alla nostra tendenza in generale.
La direzione del Comitato è dell'organismo, Cri, che partecipa abbastanza stabilmente al Comitato India.
La presenza del Soccorso Rosso Proletario Italia si è svolta con un intervento che ha portato la visione del nostro lavoro e raccontato gli impegni effettivi finora svolti e soprattutto che da svolgere.
Tra questi, importante è l'intenzione di fare il 19 giugno una giornata di mobilitazione centrata principalmente su Milano per George Ibrahim Abdallah, come uno dei maggiori prigionieri politici nel mondo, insieme al prof. Saibaba, Pres. Gonzalo.
Questa proposta non solo è stata recepita nel piano di lavoro generale dell'Assemblea, ma il Comitato ha deciso di fare questa iniziativa, anche in Francia. 

Nell'assemblea vi è stato anche l'intervento del Comitato di sostegno alla guerra popolare in India che portato l'habitat generale intorno a cui far avanzare la conoscenza per la campagna India.
Il Comitato India ha sottolineato in particolare tre punti su di essa:
- la vicenda Abdallah è una delle manifestazioni della contraddizione principale tra imperialismo e popoli oppressi;
- è una manifestazione dello scontro tra rivoluzione e controrivoluzione, per queste ragioni è una battaglia che bisogna vincere e la cui vittoria aiuta l'affermarsi della contraddizione principale dal lato dei popoli e della rivoluzione dal lato della tendenza. Se si colgono questi due aspetti si può riconoscere e cogliere l'importanza della guerra popolare in India e della necessità del suo sostegno;
- la terza questione è propria la questione dei prigionieri politici; in India vi sono 10mila prigionieri politici, la più grande concentrazione al mondo di prigionieri politici, fondamentalmente legati alla guerra popolare maoista. La persecuzione del prof. Saibaba, in parte simile a quella di GI Abdallah, richiede una campagna simile a quella per GI Abdallah. Nello stesso tempo, la repressione e gli arresti in India sono espressione della più grande lotta armata, di liberazione che esiste attualmente al mondo, in un paese che è il 2° più grande paese del mondo.
Il meeting pubblico del pomeriggio e ha dimostrato il forte intreccio tra la battaglia per la liberazione di GI Abdallah, il movimento complessivo della Palestina e il movimento degli immigrati in lotta contro violenze poliziesche e razzismo.
****
L'appello che ha convocato l'assemblea scriveva: “Forte del successo nazionale e internazionale della campagna unitaria per la liberazione di George Ibrahim Abdallah facciamo appello a moltiplicare, unire e coordinare le nostre forze, per fare del 2017 un anno decisivo di lotta per la liberazione del nostro compagno. Facciamo appello a tutti coloro che sono al fianco dei popoli in lotta, a fianco della resistenza palestinese, che combattono il capitalismo, l'imperialismo, il sionismo, il colonialismo e gli Stati reazionari arabi, a formare un fronte unitario d'azione per la liberazione di George I.A. Ricordiamoc he questo prigioniero politico è incarcerato dal 1984 per complicità in atti di resistenza all'invasione sionista del suo paese, il Libano e mantenuto in prigione su ingiunzione del governo Usa, malgrado due librerazioni pronunciate dal Tribunale di appliaczione delle pene. Ricordiamo che questo militante comunista rivoluzionario in tutto il periodo della sua carcerazione non ha mai rinnegato il suo impegno politico antimperialista e che conferma ancora oggi la sua indoimabile volontà e attaccamento alla giusta causa dei popoli oppressi di Palestina, Libano e ovunque nel mondo. La lotta per la sua liberazione si inscrive, dunque, pienamente nella lotta più larga per la difesa di tutti i prigionieri politici rivoluzionari nel mondo”.

In un depliand di Solidaritè per George si riporta una sua dichiarazione in cui dice: “In tempi di crisi, tempi di grande lotta, la borghesia imperialista non cessa di rafforzare sempre più il suo arsenale repressivo, decretando nuove leggi sempre più assurde, colpendo le nuove categorie di strati popolari... la barbarie del capitale, le sue guerre devastatrici nelle periferie del sistema e la miseria che essa genera ormai dapertutto non possono che suscitare la mobilitazione e la combattività delle masse popolari e attizzare sempre più rivolte e proteste su scala planetaria... Resistere e sempre resistere finbo al cambiamento dei rapporti di forza”.
La battaglia per la libertà di GIA è legata al sostegno a tutti i progionieri palestinesi “Dal '67 circa 700mila palestinesi sono passati nelle galere sioniste, cioè circa il 20% della popolazione. Dal 2002 l'esercito di occupazione israeliana ha arrestato, interrogato e detenuto 7mila ragazzi palestinesi tra i 12 e i 17 anni... Nell'aprile 2013 203 ragazzi palestinesi di cui 44 meno di 16 anni si trovano nei centri di detenzione militare degli israeliani. Tra i prigionieri vi sono poi numnerosi membri del Consiglio legislativo palestinese, tra cui Ahmad Sa'adt, segretario generale del FPLP...”.
Soccorso Rosso Proletario - Italia
18.3.17

francais

BUONA ASSEMBLEA INTERNAZIONALE A PARIGI PER GEORGE IBRAHIM ABDALLAH - Da Soccorso Rosso Proletario Italia


La réunion qui a eu lieu le 18 Mars à Paris a eu une bonne participation nationale et internationale et a été généralement bien organisée et bien menée. Elle a eu lieu e à la bibliothèque « Résistance » crée depuis 10 ans et gérée par l’ Association Pro A Palestine. C’est une importante bibliothèque qui a de vastes éspaces et un plan particulièrement adapté à ce type d’assemblé et réunion. La réunion a

AG 17-18 mars - proposte adottate all'unanimità - italien

I- / Unirsi su una linea politica: per lo sviluppo di una piattaforma per la campagna unitaria internazionale

- Lotta Georges a stretto contatto con la lotta di classe e contro il sistema capitalista, in concomitanza con la resistenza popolare

- Lotta Georges come un legame con la lotta politica:

• lotta palestinese
• la lotta antimperialista
• forza dei quartieri
• la repressione e in particolare la violenza della polizia
• resistenza e la lotta dei prigionieri politici rivoluzionari


II - / Aree di Lavoro /

- L'importanza di collegare la lotta per la liberazione Georges Abdallah a livello sia locale che internazionale

- Anche se non è un grosso problema, tenere conto dell'asse giuridico particolare per esporre e smascherare le contraddizioni dello Stato francese

- Formare/Formarsi/informarsi

✔ Organizzazione di momenti di formazione:

a) l'aspetto giuridico aspetto da mettere in evidenza per esporre le contraddizioni dello Stato francese (non ai prigionieri politici in Francia / no all'accanimento)

b) nei confronti del sistema del profitto

c) l'articolazione delle lotte nazionali e internazionali

✔ Imparare dall'esperienza dei movimenti per il rilascio prigionieri politici

III - / Azioni

- Importunare

• Richieste di parola in massa

• inviare lettere ai politici (i candidati, parlamentari, Presidente della Repubblica) ai rappresentanti dello Stato (prefetti)

• Imporsi negli incontri politici attuali:

✔ volantinare
✔ campagna di posta unitaria per richiedere uno spazio nel corso della riunione (tavoli)

• Rinominare strade o altri punti di riferimento

• Azioni congiunte verso le ambasciate e consolati di Francia

• Georges Abdallah, uomo libero: campagna da condurre verso il massimo di municipi e, in particolare, verso la città di Lannemezan

• Georges Abdallah, presidente onorario di associazioni : campagna da
portare avanti

• Cercare parole di sostegno dai sindaci, tra cui sindaci comunisti

• cercare il sostegno di artisti e intellettuali

Mobilitare: "essere ovunque"
- Periodo interessato:

• banchetti nei mercati
• campagna nei quartieri
• petizioni

- unirsi con altre organizzazioni e vigilare se loro colgono questa lotta per rilasciare Georges Abdallah, e legarsi in modo specifico con le associazioni palestinesi e per BDS, essere legati alla loro agenda di lotte

- Coinvolgere il movimento operaio (CNT / Solidarietà / ... CGT) e la Rete di Solidarietà Internazionale e la lotta

- collegamenti con le organizzazioni internazionali già raccolti da ciascun comitati di difesa

- Essere in tutte le lotte sociali, politiche e militanti

- Cercare di toccare nei quartieri popolari, i giovani - in particolare anche in
università - e per questo fare collegamenti - soprattutto intorno alla questione del colonialismo,
immigrazione e l'applicazione della legge

- Fare un film su Georges Abdallah

- Effettuare una newsletter

- Fare un opuscolo sulla GIA e le questioni del sionismo e prigionia

- unione con tutti i prigionieri politici e le lotte di difesa rivoluzionarie

- Continuare a mobilitare i mezzi di comunicazione (ad esempio Mediapart e altri: l'Humanité ...)

- Coordinare le azioni nello stesso giorno

In evidenza: la ripresa del piano d'azione 2016

• 17 aprile: durante la settimana di solidarietà con i prigionieri politici, giorno
Internazionale con i prigionieri palestinesi

• Coordinamento per un 1 maggio GIA: GIA richiesta tavoli e processione alla parata in
tutti gli eventi del 1 ° maggio in Francia


• Manifestazione nazionale il 17 giugno a Parigi e/o manifestazioni coordinate in altre città in
tale data (per tutti coloro che non possono andare a Parigi)

• manifestazioni e altre azioni (volantinaggi, esposizione del manifesto, prese di parola negli
stand, mailing) all'interno della festa dell'Humanité

• Lannemezan:

• momento ideale per mantenere il collegamento su 3 livelli: locale, nazionale ed
Internazionale - attraverso una nuova riunione di coordinamento dei comitati
Difesa può essere effettuata anche in questo momento, a Lannemezan

• Lannemezan come il culmine di una settimana di azione
contatti internazionali

• Lannemezan può essere la procedura punto focale

• la proposta di una dichiarazione congiunta di campagna di lettura unitaria
al di fuori del carcere e poi lasciare spazio ad altre modalità di mobilitazione

• AG di comitati di sostegno nazionali e internazionali il 18 marzo - Giornata internazionale
i prigionieri politici rivoluzionari
Nuovi punti salienti disponibili

• Organizzazione di un convegno sui prigionieri politici rivoluzionari e
in particolare palestinesi rivoluzionari prigionieri politici e così via Georges
Abdullah

• Organizzazione di un tribunale popolare per Georges Abdallah e prigionieri politici
I palestinesi come "Tribunale Russell"

• Dimostrazione giugno 17 prigionieri politici in tutto il mondo per coordinare Milano
con quella di Parigi

• l'azione regolare prima la prigione Lannemezan dai compagni in loco: da
un tale incontro una volta al mese e, allo stesso tempo in altre città,
coordinato

• La mobilitazione durante la commemorazione della Dichiarazione Balfour nel mese di novembre

• Per il 17 aprile, dichiarazione, redatta da Samidoun, campagna di unità comune
distribuita a livello internazionale

• Delegazione in Libano


Adottato all'unanimità a Parigi il 18/03/2017

AG 17-18 mars - intervention traduite de Khaled Barakat, - francais - italien

Extraits de l’intervention traduite de Khaled Barakat, membre de la Campagne pour la libération d’Ahmad Saadat, au meeting pour la libération de Georges Abdallah à la librairie

 Résistances,samedi 18 mars 2017, organisé par la Campagne unitaire :

L’une des meilleures propositions que j’ai pu entendre aujourd’hui, concerne la jeunesse et sa participation à notre mouvement. Et je voudrais en profiter pour faire un point sur notre jeune camarade Basil Al Araj, qui a été assassiné récemment en Palestine, et je propose de faire un point dans votre meeting sur une condamnation très précise de son assassinat et sur la violence que subissent nos camarades en Palestine.
Il est important et même crucial, de savoir que notre futur passe par l’organisation de la jeunesse dans toutes ses luttes.
L’année 2017 est très importante pour nous Palestiniens pour de nombreuses raisons.
Cette année marque 100 ans de combat contre l’occupation et la colonisation. Cela nous amène à deux points importants : le premier point c’est que la Palestine continue à ce jour à être occupée et colonisée, le deuxième est que le peuple palestinien, bien loin d’être défaitiste, continue à lutter.
Le fait que nous nous réunissions aujourd’hui pour combattre l’emprisonnement politique et que le peuple palestinien continue lui-même à combattre, est la preuve de la détermination du peuple dans la lutte et la preuve de l’importance donnée à toutes les luttes : 100 ans de combat contre la déclaration de Balfour, 70 ans de combat contre l’État colonialiste d’Israël et 50 ans de combat contre l’occupation illégitime des terres palestiniennes par les israéliens, en est la preuve.
Le camarade Georges Abdallah est un exemple du combat pour la Palestine, un exemple du combat contre la colonisation, un exemple du combat contre l’impérialisme, un exemple pour la gauche palestinienne. Et nous sommes très fiers de lui.
Quand nous nous mobilisons pour la Palestine, il est important de mettre en lumière la cause du camarade Georges Abdallah, car ce n’est pas seulement une cause individuelle, c’est une cause pour le mouvement tout entier. C’est une cause pour chaque communiste.
Nous sommes tous d’accord pour dire que le premier criminel dans cette histoire est l’État français impérialiste qui a arrêté Georges Abdallah et qui le retient emprisonné depuis 33 ans. Et je pense que nous sommes aussi d’accord pour souligner le rôle des États-unis et d’Israël dans cette affaire. Mais une chose dont nous parlons chez nous, c’est la responsabilité du gouvernement libanais.
Nous devons également élever notre combat contre le gouvernement libanais qui ne prend pas ses responsabilités, par exemple par des protestations devant l’ambassade libanaise.
Récemment le Liban a accueilli la dirigeante du Front national, ce qui est bien la preuve que le parlement libanais n’a aucune honte.
Prenons l’exemple de Cuba qui avait affiché dans l’aéroport de la Havane les portraits de ses cinq prisonniers politiques (aux États-unis) et le gouvernement libanais, lui, laisse Georges Abdallah en France laissé pour compte sans soucis. C’est une honte !
Le gouvernement libanais n’a pas hésité à relâcher des criminels des voleurs des assassins qui sont désormais représentés dans la société libanaise. Par contre ils ne lèvent pas le petit doigt pour Georges Abdallah.
Je pense que l’idée de la motion qui a été soulevée aujourd’hui à ce meeting d’envoyer une délégation au Liban est une chose que nous soutenons, car dans le combat pour la libération de Georges Abdallah, la libération doit être décisive. Ce doit être l’année où nous verrons Georges Abdallah libéré.

Il y a un mouvement croissant pour Georges Abdallah qui se fait depuis 10 ans partout dans le monde, et il est temps d’élever ce mouvement en allant par exemple rallier ce que vous appelez les quartiers populaires, car effectivement les classes populaires doivent savoir que Georges Abdallah se bat pour eux, qu’il est leur allié.


Compagni,

Il vostro incontro si svolge questa sera in circostanze particolarmente complesse.
Infatti, vi è innanzitutto, che la globalizzazione e globalizzazione capitalista sta attraversando la peggiore crisi strutturale nei paesi imperialisti, che si traduce in un aumento dell' estrema destra, gravi problemi economici e sociali e rafforzamento delle politiche di seminare distruzione e divisione nei paesi periferici, in particolare nei paesi arabi.

Osserviamo, d'altra parte, verso il basso i partiti di sinistra e progressisti nei paesi occidentali avanzati, c'è una mancanza di prospettiva nei paesi del terzo mondo, derivante dalla scomparsa del modello sovietico e l'assenza di forze globali che si confrontino con l'imperialismo, e che si dirigano verso l'imperialismo USA. Ciò ha favorito l'emergere di fanatismo religioso, etnico e nazionalista, ha gestito la maggior parte di loro dai centri capitalistici, mentre altri invocano un patrimonio religioso e lealtà primaria.

La solidarietà con l'attivista Abdallah Georges si iscrive, nel corso degli anni, nel cuore del rilancio del progetto di radicale contro l'imperialismo e le sue creazioni in stati periferici, allo stesso modo che la solidarietà con il popolo palestinese è al centro delle forze viventi del mondo, che lottano per liberarsi del capitalismo selvaggio, che è attivo tutti i giorni per distruggere le conquiste sociali dei paesi avanzati e dei popoli e alimentando le guerre, la distruzione, la perdita e la sottomissione del terzo mondo.

I popoli e le loro avanguardie vive conoscono la strada da percorrere.

Insieme, e solo insieme, noi vinceremo.
Robert Abdallah

AG 17-18 mars - Samidoun - francais - italien

 Je suis ici ce soir en tant que représentante de Samidoun, un réseau de lutte pour la libération des prisonniers politiques palestiniens.
“ Samidoun est actif au Canada, aux États-unis, en Belgique et dans bien d’autres pays : nous travaillons par exemple en France avec Coup Pour Coup 31 de Toulouse.
 En tant que réseau, notre travail consiste à rassembler les différents travaux des différentes organisations, qui sont menés pour la libération des prisonniers palestiniens, comme par exemple le travail remarquable de ce soir.
“ C’est clair, quand nous parlons de Georges Abdallah, nous parlons d’un des 7000 prisonniers politiques palestiniens. Quand nous parlons des prisonniers palestiniens, nous parlons bien sûr de Ahmad Saadat, mais aussi évidemment de Georges Abdallah.
“ Georges Abdallah est le symbole des prisonniers dans les mouvements en France, en Palestine, mais aussi il est celui de tous les peuples du monde qui se battent contre l’oppresseur, qui se battent pour le socialisme.
“ Le mouvement de défense du peuple palestinien en général est très important. Pourquoi ?
Dans le contexte de toutes les luttes, les prisonniers politiques représentent la ligne de front. C’est pourquoi la lutte pour la libération des prisonniers politiques est très importante dans la lutte pour la libération de la Palestine toute entière.
“ Les prisonniers palestiniens représentent la Résistance, la résistance de tous ceux qui subissent l’oppression de l’État sioniste et qui sont emprisonnés dans ses geôles.
Si nous luttons pour la libération de la Palestine, nous devons lutter pour les libérateurs de la Palestine, pour ceux qui organisent la résistance, c’est-à-dire pour les prisonniers palestiniens.
“ Il y a des questionnements, des critiques concernant le leadership de la Palestine. Il y a une certaine confusion, car en effet l’AP s’engage sur des questions de sécurité avec l’État israélien. Mais si nous voulons nous intéresser à qui mène le combat pour le peuple palestinien, nous n’allons pas regarder qui donne des conférences de presse ou qui demande des ministères. Nous devons nous intéresser aux 7000 prisonniers politiques qui sont actuellement emprisonnés, car ce sont eux effectivement les meneurs de la lutte pour la Palestine. Le mouvement palestinien a des meneurs effectifs qui s’organisent, qui discutent et qui subissent régulièrement des attaques perpétrées par l’État israélien, qui les confinent à l’isolement.
“ Quand nous faisons campagne pour les Palestiniens, quand nous faisons campagne pour Georges Abdallah, nous faisons campagne pour la Résistance de toute la Palestine.
 Une question revient souvent : celle de la désunion au sein des Palestiniens. La voix réelle du peuple est celle qui vient de derrière les barreaux. Nous voyons des Palestiniens de toutes tendances politiques qui s’organisent et qui luttent contre le colonialisme israélien. Si nous voulons nous lever pour la libération du peuple de Palestine contre tous les impérialismes du monde, qu’ils soient israélien, français ou américain, nous devons prendre conscience que ce sont les meneurs de derrière les barreaux qu’il faut libérer, pour lesquels il faut se battre.
“ Et enfin la libération du peuple palestinien, la libération des prisonniers politiques palestiniens, le combat pour la libération de Georges Abdallah est un combat international, c’est un combat internationaliste.

“ Georges Abdallah n’est pas qu’un leader pour les Libanais, pour les Palestiniens ou pour les Français. Il est une voix importante pour tous les internationalistes du monde qui se battent contre l’oppression et contre l’impérialisme.



"Sono qui stasera come rappresentante di Samidoun, una rete di lotta per il rilascio dei prigionieri politici palestinesi."

"Samidoun è attiva in Canada, Stati Uniti, Belgio e molti altri paesi: lavoriamo per esempio in Francia con "colpo su colpo 31" Tolosa."

"Come rete, il nostro compito è quello di riunire i vari lavori delle varie organizzazioni che hanno portato alla liberazione di prigionieri palestinesi, come ad esempio il notevole lavoro di stasera."

"E' chiaro quando si parla di Georges Abdallah, stiamo parlando di 7000 prigionieri politici palestinesi. Quando parliamo di prigionieri palestinesi, si parla ovviamente di Ahmad Saadat, ma ovviamente Georges Abdallah."

"Georges Abdallah è il simbolo dei prigionieri nei movimenti in Francia, Palestina, ma anche in quelli di tutti i popoli del mondo che lottano contro l'oppressore, che si battono per il socialismo."

"Il movimento di difesa del popolo palestinese, in generale, è molto importante. Perché?
Nel contesto di tutte le lotte, prigionieri politici sono la linea del fronte. È per questo che la lotta per la liberazione dei prigionieri politici è molto importante nella lotta per la liberazione della Palestina nel suo complesso."

"Prigionieri palestinesi rappresentano la resistenza, la resistenza di coloro che soffrono l'oppressione dello stato sionista e che sono imprigionati nelle sue carceri.
Se stiamo lottando per la liberazione della Palestina, dobbiamo lottare per la liberazione della Palestina, per chi organizza la resistenza, vale a dire per i prigionieri palestinesi."

"Ci sono delle questioni, critiche sulla leadership della Palestina. Vi è una certa confusione, perché in realtà l' AP è d'accordo sulle questioni di sicurezza con lo Stato di Israele. Ma se prendiamo un interesse nel condurre la lotta per il popolo palestinese, noi non guarderemo chi dà conferenze stampa o dipartimenti di richiesta. Dobbiamo occuparci di 7.000 prigionieri politici che sono in prigione, perché sono quelli che in realtà i leader della lotta per la Palestina. Il movimento palestinese ha leader efficaci che organizzano, che discutono e soffrono regolarmente attacchi da parte dello Stato di Israele, che limitano all'isolamento."

"Quando abbiamo una campagna per i palestinesi, quando ci battiamo per Georges Abdallah, ci battiamo per la Resistenza di tutta la Palestina."

"Una questione sovviene spesso: quello della mancanza di unità tra i palestinesi. La vera voce del popolo è quella che viene da dietro le sbarre. Vediamo palestinesi di tutte le tendenze politiche che organizzano e lottano contro il colonialismo israeliano. Se ci alziamo per la liberazione del popolo palestinese contro tutti gli imperialismi di tutto il mondo, siano essi israeliano, francese o americano, dobbiamo renderci conto che questi leader del carcere deve essere liberati, per i quali si deve combattere."

"E, infine, la liberazione del popolo palestinese, il rilascio dei prigionieri politici palestinesi, la lotta per la liberazione di Georges Abdallah è una lotta internazionale, è una lotta internazionalista."

"Georges Abdallah non è un leader per i libanesi, i palestinesi o i francesi. Si tratta di una voce importante per tutti gli internazionalisti del mondo che lottano contro l'oppressione e contro l'imperialismo."


"E 'la stessa cosa di quando percorriamo la lista di centinaia e migliaia di nomi di attivisti palestinesi che si battono per la libertà del loro popolo per anni. Questi uomini e donne sono esempi per tutti noi nella lotta contro il colonialismo e contro l'imperialismo. E 'la lotta per la liberazione dei prigionieri politici che ci fa convergere tutte le lotte in diversi paesi come l'Irlanda, il Kurdistan, Palestina, Filippine, India, o alla liberazione dei neri, portoricani. E 'la lotta per la liberazione dei prigionieri politici che ci raccoglie in una lotta internazionalista."

"E quando vediamo i nostri nemici, gli imperialisti, i sionisti contro di noi, abbiamo la responsabilità di fare lo stesso in modo da stabilire un equilibrio di potere."

"La lotta per la fine della violenza della polizia e il razzismo nei quartieri non deve essere separata da quello per Georges Abdallah. Piuttosto si tratta di lotte che sono collegate insieme e che conducono la lotta per la liberazione di Georges Abdallah è la lotta per la liberazione di tutti i prigionieri politici."

"Tutte le vittorie contro l'imperialismo, contro il razzismo, contro il fascismo, contro la violenza, a prescindere dai paesi imperialisti in cui si trovano, sono vittorie per il movimento di liberazione della Palestina. E ogni vittoria del popolo palestinese è una vittoria che aiuta noi stessi nella nostra lotta contro il razzismo, contro l'oppressione di polizia e per la giustizia."

"In conclusione, non vediamo l'ora di guidare la lotta insieme contro il sionismo, l'imperialismo e tutte le forme di oppressione e di unirci in una sola battaglia."

AG 17-18 mars - Ensemble, et seulement ensemble, nous vaincrons. Robert Abdallah - francais -italien

Camarades,
Votre rencontre s’effectue ce soir dans des circonstances particulièrement complexes.
En effet, on constate, d’une part, que la mondialisation ou globalisation capitaliste traverse actuellement sa plus grave crise structurelle dans les pays impérialistes, qui se traduit par une poussée de l’extrême droite, d’importantes perturbations dans les domaines économique et social, et un renforcement des politiques visant à semer destruction et division dans les Etats périphériques, plus particulièrement les pays arabes.

On observe, d’autre part, un recul de la gauche et des partis progressistes dans les pays occidentaux avancés, et une absence de perspective dans les pays du tiers-monde, résultant de la disparition du modèle soviétique et de l’absence de forces mondiales décidées à affronter les impérialismes, et à leur tête l’impérialisme américain. Cette situation a favorisé l’apparition de fanatismes religieux, ethniques et nationalistes, manipulés pour la plupart d’entre eux par les centres capitalistes, tandis que les autres invoquent un héritage religieux et des allégeances primaires.

La solidarité avec le militant Georges Abdallah s’est inscrite, au fil des années, au cœur de la renaissance du projet de lutte radicale contre l’impérialisme et ses créations dans les Etats périphériques, de la même manière que la solidarité avec le peuple palestinien se situe au centre des forces vivantes du monde entier, qui luttent pour se libérer du capitalisme sauvage, lequel s’active tous les jours pour détruire les acquis sociaux des populations des pays avancés et alimenter et attiser les guerres, les destructions, l’appauvrissement et l’asservissement des pays du tiers-monde.

Les peuples et leurs avant-gardes vivantes connaissent le chemin à suivre.

Ensemble, et seulement ensemble, nous vaincrons.
Robert Abdallah


Compagni,

Il vostro incontro si svolge questa sera in circostanze particolarmente complesse.
Infatti, vi è innanzitutto, che la globalizzazione e globalizzazione capitalista sta attraversando la peggiore crisi strutturale nei paesi imperialisti, che si traduce in un aumento dell' estrema destra, gravi problemi economici e sociali e rafforzamento delle politiche di seminare distruzione e divisione nei paesi periferici, in particolare nei paesi arabi.

Osserviamo, d'altra parte, verso il basso i partiti di sinistra e progressisti nei paesi occidentali avanzati, c'è una mancanza di prospettiva nei paesi del terzo mondo, derivante dalla scomparsa del modello sovietico e l'assenza di forze globali che si confrontino con l'imperialismo, e che si dirigano verso l'imperialismo USA. Ciò ha favorito l'emergere di fanatismo religioso, etnico e nazionalista, ha gestito la maggior parte di loro dai centri capitalistici, mentre altri invocano un patrimonio religioso e lealtà primaria.

La solidarietà con l'attivista Abdallah Georges si iscrive, nel corso degli anni, nel cuore del rilancio del progetto di radicale contro l'imperialismo e le sue creazioni in stati periferici, allo stesso modo che la solidarietà con il popolo palestinese è al centro delle forze viventi del mondo, che lottano per liberarsi del capitalismo selvaggio, che è attivo tutti i giorni per distruggere le conquiste sociali dei paesi avanzati e dei popoli e alimentando le guerre, la distruzione, la perdita e la sottomissione del terzo mondo.

I popoli e le loro avanguardie vive conoscono la strada da percorrere.

Insieme, e solo insieme, noi vinceremo.

Robert Abdallah

AG 17-18 mars - Georges Abdallah - Déclaration - francais - italien





Georges Abdallah - Déclaration du 18 mars 2017


Cher«e»s Camarades, Cher«e»s ami«e»s,
    Vous savoir réuni«e»s ce 18 mars – Journée Internationale des Prisonniers Révolutionnaires – me remplit de force et d’enthousiasme et me réchauffe le cœur aussi. Certainement quand on est derrière ces abominables murs depuis tant d’années, votre participation à cette journée plus particulièrement, ne peut que renforcer la résolution et la détermination de chacun de nous ici et nous conforter dans la conviction que c’est ensemble dans la diversité de l’expression solidaire que l’on peut faire avancer la mobilisation en assumant toujours plus le terrain de la lutte anticapitaliste, anti-impérialiste.
Camarades, tout au long de l’année passée, vous avez su développer, dans la diversité de votre engagement, de remarquables initiatives solidaires que j’ai suivies, comme de nombreux autres camarades et amis ailleurs, avec beaucoup d’attention et autant d’émotion aussi… Surtout lors de votre mobilisation à Paris et devant la centrale de Lannemezan…
Certainement camarades, coordonner la mobilisation des diverses structures de solidarité n’est pas toujours facile à mettre en œuvre. Il n’empêche que vous avez réussi à conjuguer vos diverses idées et capacités et surtout vous avez réussi à inscrire vos diverses initiatives dans la dynamique globale de la lutte en cours. Et certainement c’est d’une importance capitale : savoir et pouvoir inscrire la démarche solidaire dans la dynamique de la lutte en cours.
Tout au long des années passées camarades, et à travers vos multiples initiatives, vous avez participé très efficacement à démontrer que c’est toujours au niveau des instances politiques que l’on décide de la place et du poids du rituel judiciaire du moment où il est question des protagonistes révolutionnaires incarcérés.
Vous avez participé très efficacement à démasquer l’acharnement judiciaire et tout ce qui ressemble plutôt à une vengeance d’État.  Encore faut-il préciser en passant camarades, que cet acharnement judiciaire n’est ni fortuit ni gratuit ; il s’inscrit d’emblée dans la dynamique globale de la contre-révolution préventive… Des geôles sionistes à celles du Maroc, des cellules d’isolement en Turquie à celles encore plus sombres en Grèce, aux Philippines et ailleurs en Asie et de par le monde, c’est toujours le même constat : l’acharnement judiciaire n’est qu’un élément d’une large panoplie mise à la disposition de la permanente contre-révolution préventive. Bien entendu cette panoplie des mesures et des lois ne cesse de s’étoffer toujours plus, au fur et à mesure que le système s’enfonce dans sa crise.
La crise du capitalisme moribond, dans sa phase de putréfaction avancée, est déjà là devant nos yeux au niveau planétaire, aussi bien dans les centres du système que dans ses périphéries. Il suffit de regarder et vouloir voir toute cette barbarie, ces massacres et autres bombardements «chirurgicaux» et les déjà rituelles expéditions en Afrique, au Moyen-Orient et ailleurs. Il suffit de regarder toute cette masse d’hommes et de femmes et d’enfants qui se jettent à la mer poussée par les tueries, la peur ou la famine… Mais aussi il suffit de regarder surtout ici, dans le ventre de la bête, en Europe, aux États-Unis et ailleurs en Asie, où les perspectives les plus fascisantes s’emparent de pans entiers de la population désorientée par le chômage, la précarisation existentielle et le processus avancé du déclassement social…
La crise du capitalisme est là. Encore faut-il aller plus loin que le simple constat de ses manifestations susmentionnées et mettre en évidence les causes profondes de cette crise insurmontable du capitalisme, et par là même démasquer l’inanité des différentes propositions réformistes qui fleurissent ces jours-ci en France ou ailleurs en Europe dans les milieux de la gauche social-démocrate et surtout électoraliste…
Pas de sortie de crise dans le cadre du capitalisme. Le capitalisme mondialisé est le capitalisme réellement existant aujourd’hui. Et l’agonie de son monde ne s’achèvera que dans le dépassement du capitalisme vers le communisme, et certainement pas à travers les compromis historiques et autres illusoires tentatives de sauvegarder les acquis d’un soi-disant capitalisme démocratique à visage humain, mais plutôt à travers la lutte implacable de « classe contre classe ».
De nos jours, nous vivons tous sous l’hégémonie du capital mondialisé. Aucun pays ne peut échapper complètement au mécanisme destructeur de cette hégémonie. C’est ce capitalisme mondialisé, à savoir le capitalisme réellement existant, qui est en crise.  Et c’est bien ce capitalisme que les communistes et tous les protagonistes révolutionnaires devront vaincre pour vaincre la barbarie…
D’un pays à l’autre, les mesures préconisées au service du capital sont presque toujours identiques : faire supporter aux masses populaires les frais d’entretien d’un système d’exploitation moribond. Force est de constater, camarades, que ces mesures mêmes ne font qu’amplifier l’étendue des sinistres, accentuer encore plus la dynamique de la crise et démultiplier les manifestations de sa barbarie. Plus la crise se développe et plus «les fondés du pouvoir du capital mondialisé» à savoir les États impérialistes, ces «fonctionnaires du capital» augmentent leurs interventions dans les périphéries, accroissent leur pression sur les peuples dominés et font chanter les régimes bourgeois en place.
Camarades, certainement il y a place pour d’autres futurs que la soumission aux diktats impérialistes, dont on voit à longueur de journées les néfastes conséquences de leur mise en œuvre sous forme de destructions de villes entières et du dépeçage des États quelque peu contestataires avec les cortèges de morts, de déplacés et autres migrants.
Camarades la Palestine, ces jours-ci, compte au quotidien son quota de jeunes martyrs. La Résistance continue, et certainement elle continuera aussi longtemps que l’occupation durera. Tout naturellement les masses populaires palestiniennes peuvent compter plus que jamais sur votre solidarité active.
Cependant j’aimerais attirer l’attention sur le nombre croissant des mineurs palestiniens qui s’impliquent de plus en plus dans la lutte des masses populaires et qui subissent de plein fouet la répression de la soldatesque sioniste et des magistrats qui leur infligent les condamnations les plus lourdes. Quand on a à peine 14 ou 15 ans et qu’on vient d’être condamné à 10 ou 15 ans, on a certainement le plus besoin de la solidarité internationale et certainement vous saurez tous vous acquitter de cette tâche. Un petit mot de temps en temps à chaque «lionceau» et à chaque «fleur» permet de faire comprendre aux geôliers sionistes que ces mineurs ne sont pas seuls.
Que mille initiatives solidaires fleurissent en faveur de la Palestine et de sa prometteuse Intifada !
Que mille initiatives solidaires fleurissent en faveur des masses populaires kurdes et de ces valeureux combattants du PKK !
La solidarité, toute la solidarité avec les résistants dans les geôles sionistes, et dans les cellules d’isolement au Maroc, en Turquie, en Grèce, aux Philippines et ailleurs de par le monde !
La solidarité toute la solidarité avec les jeunes prolétaires des quartiers populaires !
Le capitalisme n’est plus que barbarie, honneur à tous ceux et celles qui s’y opposent dans la diversité de leurs expressions !
Ensemble Camarades, et ce n’est qu’ensemble que nous vaincrons !
À vous tous Camarades et ami«e»s mes plus chaleureuses salutations révolutionnaires.
Votre camarade Georges Abdallah
18 mars 2017
Georges Abdallah - Déclaration du 18 mars 2017

17-18 mars assemblée générale pour la libération de Georges Abdallah 1

La campagne unitaire Ile de France pour la libération de Georges Abdallah a organisé le 17 et 18 mars 2017 une assemblée générale réunissant des comités de défense nationaux et internationaux pour la libération de Georges Abdallah. Cette assemblée a été l'occasion de riches discussions permettant la mutualisation des expériences de chacun afin de parvenir à dégager de ces analyses une ligne politique commune, des axes de travail et des actions inscrites dans un plan pour l'année 2017. Cette assemblée a aussi débouché sur la tenue d'un meeting pour la libération de Georges Abdallah regroupant une centaine de participants et faisant entendre, après une déclaration d'ouverture, les propositions de plan d'actions élaborées lors de l'assemblée générale et adoptées à l'unanimité par les participants, la déclaration de Georges Abdallah rédigée pour l'occasion, celle de son frère Robert au nom de la campagne internationale pour la libération de Georges Abdallah (Liban), l'intervention de J.L.Chalancet, avocat de Georges Abdallah, et celles de Khaled Barakat au nom du comité Free Ahmad Saadat et de Charlotte Keats au nom de l'organisation Samidoun pour la défense des prisonniers politiques Palestiniens. Ce rassemblement a aussi été l'occasion de projeter un film de présentation de notre camarade et de son combat ; un second montrant l'ampleur de la mobilisation et la diversité des comités de défense existants de par le monde et en France ; et enfin un troisième tourné lors de la dernière manifestation devant la prison de Lannemezan en octobre dernier.
Ces initiatives ont été unanimement saluées comme ayant été une belle réussite à la hauteur des objectifs de la campagne : intensifier et coordonner les actions pour la libération de Georges Abdallah : suivent ci-après les liens de quelques-uns des sites (recensement non exhaustif...) qui relatent le succès de ces deux jours :

Secours rouge internationaliste Prolétarien Italie :
http://proletaricomunisti.blogspot.fr/…/pc-22-marzo-buona-a…
Pour la Palestine :
http://www.pourlapalestine.be/batir-le-mouvement-pour-la-li…
Secours rouge internationale Bruxelles :
https://secoursrouge.org/France-Succes-du-meeting-pour-Geor…
Collectif pour laliberation de Georges Abdallah :
http://liberonsgeorges.samizdat.net/…/retour-meeting-18-ma…/
Samidoun :
http://samidoun.net/…/build-the-movement-to-free-georges-i…/
Par la lutte, créons un rapport de force qui fera de 2017 l'année décisive de la libération de Georges Abdallah !

Chile - TRIUNFO COMUNIDADES MAPUCHE PANGUIPULLI: EXPULSAN PROYECTO HIDROELÉCTRICO ENDESA ENEL.



Compartimos comunicado público ante el triunfo obtenido por comunidades de Panguipulli, que significó el retiro de Línea de Alta Tensión Neltume – Pullinque,  Proyecto Hidroeléctrico que pretendía instalarse en el Lago Neltume, y que luego de la tenaz oposición de las comunidades, ha sido retirado.

Declaración Pública ante el retiro de Línea de Alta Tensión Neltume – Pullinque:
“Esta es una victoria de las comunidades mapuche y organizaciones socio ambientales del territorio”
La Red de Organizaciones Sociales y Ambientales de Panguipulli, frente al desistimiento del proyecto Línea Alta Tensión Neltume – Pullinque de ENDESA ENEL, que representa el retiro total de Central Neltume de nuestro territorio de Panguipulli, indica a la opinión pública local, nacional e internacional lo siguiente:
  1. El retiro de este proyecto hidroeléctrico de Endesa Enel simboliza una victoria de las comunidades mapuche, así como de las organizaciones sociales y ambientales de la comuna de Panguipulli. Es además un triunfo del movimiento nacional que lucha por recuperar el agua como un bien común de los pueblos y por defender los territorios del avance extractivista. Lago Neltume es un aporte más en el camino para la liberación de nuestros pueblos.
  2. El extractivismo, que es una forma de apropiación y depredación de nuestros recursos naturales y por ende de nuestros derechos humanos, se encontró con la dignidad y la fuerza construida en base a la unión y a la solidaridad del pueblo mapuche y chileno.
  3. Hoy nos preguntamos ¿Quién reparará nuestro tejido comunitario y familiar, infestado y dividido tras 12 años de sucias estrategias de intervención empresarial y estatal?. ¿Quién resarcirá tanta división en nuestras comunidades? ¿Cómo haremos para volver a unir ese vínculo humano y sagrado que fue fracturado por la ambición y lucro de las empresas eléctricas?
  4. Tenemos la convicción de que nuestros pueblos decidan sus propias formas de vida y que se fortalezcan para el trabajo de una política comunal de energía, para hacer frente a la emergencia de más de 147 derechos de agua destinados a proyectos hidroeléctricos en la comuna, los que son dirigidos por el Ministerio de Energía mediante su agenda 2050, en colusión con las empresas eléctricas nacionales y transnacionales.
  5. Nuestro territorio lleva más de una década enfrentándose a megaproyectos y ha logrado detener la instalación de SN POWER, ha cuestionado seriamente la viabilidad del derrumbado Proyecto San Pedro de Colbún, del grupo Matte y ha detenido el Proyecto Central Neltume, mediante múltiples esfuerzos colectivos, tanto en el ámbito jurídico, científico y socio ambiental, que pretendía instalarse en nuestra comuna.
  6. Enviamos un fuerte abrazo lleno de newen y ternura, a todas las personas que desde sus posibilidades y áreas del conocimiento realizaron diversos aportes para fortalecer la digna lucha por la defensa de un espacio ceremonial mapuche del Lago Neltume y del Humedal Cua Cuá, así como del río Fuy y del Lago Pirihueico.
  7. Queremos recordar a René Jaramillo, a Uberlinda Calfuluán y a Fidel Jaramillo como dignos representantes de nuestro territorio, que con su sabiduría y empeño hicieron todos los esfuerzos para defender sus espacios sagrados y su territorio de la amenaza hidroeléctrica. Ellos ya no están con nosotros, pero tenemos la certeza que desde algún lugar nos acompañaron en estos años de lucha y compromiso.
  8. Destacamos el digno ejemplo de los dirigentes de las comunidades Inalafken, Valeriano Cayicul y de las diferentes comunidades de Choshuenco, Tranguil, Reyehueico, Trafun y de tantos otros puntos de nuestra comuna y región que apoyaron con su newen esta defensa territorial. Destacar el aporte invaluable de Hernando Silva, Coordinador Jurídico del Observatorio Ciudadano, y del aporte en la articulación con otros territorios y sus experiencias del Observatorio Latinoamericano de Conflictos Ambientales (OLCA).
  9. En este camino de resistencia junto al Parlamento Mapuche de Koz Koz en la defensa de nuestro territorio, creemos que el control territorial mediante el ejercicio efectivo del derecho consuetudinario de los pueblos, se defiende en las calles y en los caminos de nuestra comuna, construyendo nuestra soberanía local día a día con la certeza de que estamos viviendo y compartiendo el Kume Mogen o Buen vivir. Tenemos claro que con la fuerza de la experiencia de Lago Neltume, lograremos traer la aurora y el amanecer a nuestra tierra.
  10. Finalmente hacemos un llamado a nuestros vecinos y vecinas, a que se interesen y se informen, a que se sumen en la defensa de nuestro territorio, sus ríos, sus lagos y sus Ngen, del avance de centrales hidroeléctricas que en un nuevo escenario de represión y muerte, impuesto por el Estado y las empresas energéticas en Tranguil, pretende llenar de miedo nuestra comuna.
  11. Los hijos de esta tierra nos unimos a la voz de Rubén Collío y la Comunidad Newen Tranguil, para exigir también justicia por la muerte de Macarena Valdés y exigir el retiro de la Central de Pasada de RP Global ese territorio.
¡Para que la dignidad se haga costumbre, arriba los que luchan!
¡Fuera las empresas hidroeléctricas de nuestro territorio!
¡No a la criminalización de los 13 de Reyehueico!
Red de Organizaciones Sociales y Ambientales de Panguipulli
29 de marzo de 2017.
Tomado de: resumenlatinoamericano.org

Chile for Peru - ¡Defender al Presidente Gonzalo! ¡Viva la Guerra Popular en Perú!

Nota tomada del Periódico El Pueblo:

¡Defender al Presidente Gonzalo! ¡Viva la Guerra Popular en Perú!


(Santiago) El día martes 22 de marzo, con firmeza y disposición, un grupo de compañeras se sumaron a la campaña de Defensa de la Vida del Presidente Gonzalo.

En el horario de salida de la jornada laboral, se reunieron en las afueras de un metro de Santiago, lugar donde habitualmente se reúnen las masas peruanas, principalmente masas pobres (obreros de la construcción) que han migrado a nuestro país buscando mejorar sus condiciones de vida.

En el lugar se colocó un lienzo con la consigna: ¡Defender al Presidente Gonzalo! ¡Viva la Guerra Popular en Perú!, al colocarlo se escuchó el comentario: “¡el compañero Gonzalo!” y algunos tomaron fotos al lienzo.

Mientras se repartían ejemplares de prensa democrática, que era muy bien recibida por quienes observaban con atención, una compañera voceo las razones de la acción, señalando: “Hoy nos hacemos parte de la Campaña internacional por la defensa de la vida del Presidente Gonzalo, Jefe del Partido Comunista y la Revolución Peruana. Nos hacemos parte porque nos une el deseo de liberarnos y porque el Presidente Gonzalo y la Guerra Popular en Perú, nos muestra el camino que debe seguir la revolución en Chile. ¡Tenemos muchas razones para rebelarnos!. ¡Viva la Guerra Popular en Perú!”. El viva fue respondido por algunas voces, entre quienes escuchaban.

Quienes participaron de la acción, se retiraron con la moral muy alta, tras corroborar que a pesar de todo el plan para acallar y desprestigiar al Presidente Gonzalo, es reconocido por masas pobres, aun fuera de su país.




Galiza: Campaña de axitación e propaganda da celebración dos 50 anos da rebelión de Naxalbari!




 A pesar das oscuras nubes que cubren os ceos de Bastar por mor da operación "caceria verde" e das últimas novas do encarceramento do profesor GN Saibaba e de outros activistas. O Comité Galego de Apoio a Guerra Popular na India, inicia unha campaña de axitación e propaganda para celebrar o 50 aniversario do  "trono de primaveira" da rebelión de Naxalbari.!
Dende o solpor vermello da Galiza, pasada a noite, sairá un sol vermello dende a India que guiará as Revolucións en todo o mundo.
Viva o 50 Aniversario da Rebelión de Naxalbari!


Despite the dark clouds covering the skies of Bastar because of the operation "green hunt" 
and the latest news of the imprisonment of Professor GN Saibaba and other activists. 
The Galician Committee for Supporting People's War in India begins a campaign of agitation 
and propaganda to celebrate the 50th anniversary of the "spring thunder" of rebellion Naxalbari.!
 From the red twilight of Galicia, last night, will leave a red sun from India to guide 
the worldwide Revolutions.
 Long live the 50th anniversary of the Rebellion Naxalbari!



¿La competencia, la lucha interburguesa y la guerra interimperialista son cosas del pasado?


***
Muchos han sido los que han afirmado, en el pasado, que la nueva situación económica no es equiparable a la que vivieron Marx y Engels y el camino de acción, en consecuencia, no puede ser el mismo. Los falsos comunistas y fingidos revolucionarios argumentaban que los autores del Manifiesto Comunista nunca conocieron una economía monopolista, sino una economía competitiva con muchas pequeñas empresas y un mundo dividido en varias potencias, muy diferente a la realidad que aparecía en el siglo XX. 
Karl Kautsky, que fue uno de los primeros exponentes, defendió la tesis de que las contradicciones interburguesas e interimperialistas habían desaparecido o menguado sustancialmente, pues el monopolismo conducía a su eliminación. Para Kautsky la competencia había muerto en la época del imperialismo y la producción, la distribución y el consumo eran planificados por los monopolios evitandoasí los aspectos negativos del anarquismo del capitalismo. De esta concepción surgió su teoría revisionista del “ultraimperialismo”, teoría que buscaba desarmar el movimiento comunista internacional y, a la vez, promover, durante la Primera Guerra Mundial, la lucha de la clase obrera a favor del estado burgués con la excusa de la defensa de ––– patria frente a la potencia hegemónica mundial.
Frente a la teoría revisionista de kautsky hubo réplicas de varios marxistas de la época. Primero Hobson y después Lenin señalaron que “La principal característica del imperialismo moderno es la competencia de imperios rivales”. Los revisionistas no querían recordar las explicaciones de Karl Marx referentes a la concentración del capital como proceso dialéctico, según las cuales a la vez que se genera una tendencia principal a la acumulación y unión del capital se promueve también su subdivisión, no siendo este un proceso uniforme ni lineal. No se puede entender la etapa del monopolismo como una negación de su etapa anterior, la economía de la competencia, sino todo lo contrario: como la intensificación de la competencia bajo distintas formas. El monopolio no es lo contrario de la competencia, sino que la competencia es lo contrario del monopolio; primero existieron los monopolios feudales y fue después cuando apareció la competencia capitalista.
En la última década, la izquierda pequeñoburguesa, los trotskistas y los revisionistas han intensificado su campaña entre la clase obrera utilizando variantes de las teorías de Kautsky. Prachanda, en Nepal, consiguió parar la victoriosa Guerra Popular, por la que se controlaba ya el 80% del país, con su teoría revisionista del superimperialismo. De esta forma, la izquierda pequeñoburguesa y revisionista considera al imperialismo ruso y al socialimperialista chino como imperialismos “buenos”  y de carácter “defensivo”, negando en todo momento que compartan similares intereses imperialistas que EEUU.
Hay que volver a recuperar las célebres frases de Lenin pronunciadas en la Primera Guerra Mundial: “Guerra a la guerra” y “Transformar la guerra imperialista en guerra civil”. No hay que permitir que la gran burguesía imperialista divida a la clase obrera entre inmigrantes y autóctonos, según su nacionalidad, raza…,y que fomente el chovinismo frente a las naciones oprimidas internas y externas. La clase obrera tiene un carácter internacional, que no se debe al estado burgués de su país.
Es importante tener presente, por lo tanto, que la clase obrera rusa tiene como principal obligación derrotar a su propia oligarquía imperialista y no ayudarla; no valen excusas tales como la defensa de la patria frente a EEUU. No hay que participar ni colaborar en una guerra reaccionaria donde Rusia oprime a otras naciones y países como Siria, Armenia, Moldavia… Frente a la guerra imperialista hay que exclamar: “! Transformar la guerra imperialista en guerra civil !” Lo mismo se puede decir de la clase obrera de las otras potencias imperialistas: EEUU, China, Francia…
Los imperialistas engañan a las masas justificando sus guerras bajo supuestas causas justas, tales como la guerra contra el terrorismo, la guerra contra el fundamentalismo islámico… Debajo de estas falsas proclamas esconden una guerra abierta contra las naciones oprimidas (internas o externas), una guerra contra aquellos que se niegan a someterse. Los comunistas que viven en estados imperialistas deben de promover la lucha interna contra el estado imperialista propio y conseguir poner fin a la guerra imperialista y reaccionaria.
En el movimiento comunista internacional reina actualmente la desorientación y el desconcierto;  muchos partidos “comunistas” consideran a EEUU como la única potencia imperialista. Tildan a EEUU de potencia imperialista hegemónica y absoluta, apenas sin rival, sin competencia. Ante esto hay que decir que no es posible un único monopolio, no hay fuerza dentro del capitalismo que pueda eliminar la competencia interimperialista, al ser ésta intrínseca en él. Los acuerdos entre imperialistas son temporales, la correlación de fuerzas cambiantes y las contradicciones interimperialistas tarde o temprano estallan en todo su esplendor.
La reacción, el chovinismo y las contradicciones están subiendo de grados, dirigiéndose a una inevitable tercera guerra mundial, si la clase obrera internacional no pone remedio rebelándose ante este estado de cosas.
¡No a la guerra contra el “terror” y el “fundamentalismo islámico”!
¡ No a la barbarie y a la guerra imperialista !
¡ No a la defensa del imperialismo ruso y  el socialimperialismo chino !
¡ Aprovechar las contradicciones interburguesas e interimperialistas !