Tuesday, October 2, 2018

from PCm Italy for Manipur - Long live IRABOT! Long live PCmaoist of Manipur

 vive oggi nella lotta di liberazione e nel PC maoista del Manipur


Oggi è il 122° anniversario della nascita di Lamyanba Hijam Irabot (nato il 30 settembre 1896 - morto il 26 settembre 1951). 

Ogni anno in questo giorno i comunisti e il popolo del Manipur lo ricordano e festeggiano in varie iniziative.
Quello che segue è il racconto della vita di Irabot che l'attuale dirigente del Partito Comunista maoista del Manipur ci ha fatto, una vita che si intreccia strettamente con la storia della lotta di liberazione del Manipur
Irabot nasce da una famiglia povera. Da giovane emigra in Bangladesh (in quello che oggi è il Bangladesh, prima era parte dell’India, dell’impero britannico) dove lavora come domestico presso un padrone che è un mercante, e nel suo negozio riesce a continuare i suoi studi. In quell’epoca di dominio dell’ideologia di casta, i poveri non potevano studiare. Si può dire che il compagno Irabot è stato un esempio unico di intellettuale proveniente da classi povere.
Una volta tornato dal Bangladesh fonda nel paese molti e differenti circoli, culturali, sportivi, teatrali, letterali, e per la prima volta fonda un quotidiano. Diventa famoso e amato nel paese tanto che il re gli dà in moglie sua figlia. Dopo il matrimonio il compagno Irabot continua la sua lotta contro
l’intoccabilità e l’oppressione. Grazie a questa attività diventa sempre più popolare nei settori più poveri, ne diventa rappresentante.
In quel momento il principale problema del popolo era liberarsi dall’oppressione di casta, il re aveva formato l’associazione unità Indù-Manipur ma grazie al compagno Irabot la parola indù viene eliminata dal nome e resta solo il nome “Associazione unita del Manipur”.
La situazione sociale era pessima, frutto di un’oppressione a tre strati, i britannici avevano colonizzato il continente e attraverso i loro fantocci indiani erano a capo del sistema del latifondo e al di sotto di questo esisteva l’oppressione di casta sul popolo. Contro tutto questo inizia il lavoro di Irabot contro il sistema di casta, affermando il diritto che tutti i Manipur sono cittadini e hanno diritto alla propria dignità.
Nel 1939 ci fu una rivolta, la “rivolta delle donne” perché iniziata e agita dalle donne che si ribellavano contro l’esportazione di riso verso l’India. I proprietari delle risaie esportavano quasi tutto il riso in India e il Manipur che lo produceva era ridotto alla fame.
Irabot a quel tempo diceva “Per una ciotola di riso noi paghiamo una ciotola di sangue”. Il re accusò Irabot di essere il responsabile della “guerra delle donne” e lo condannò a tre anni di prigione. Dopo un anno di carcere in Manipur il re lo mandò in un carcere in Bangladesh, qui conosce i comunisti indiani e impara il marxismo-leninismo. Una volta scontata la pena ritorna in Manipur ma viene confinato in Assam, provincia distinta dal Manipur, e dall’impero. Qui Irabot incontra il partito comunista dell’Assam e si candida nelle sue liste.
Solo nel 1947, dopo la fine del colonialismo britannico, gli viene permesso di tornare in Manipur, dove inizia a lavorare con i contadini e operai. Nel 1948, quando vi furono per la prima volta le elezioni, Irabot diventa membro del parlamento come rappresentante del partito contadino. Ma già nel '47 inizia la sua lotta contro la Costituzione dove non c’è spazio per i contadini, gli operai, tutte le masse lavoratrici.
Quando nel 1948 iniziarono i tentativi di espansione dell’India in Manipur, il compagno Irabot (dirigente del movimento comunista, benchè allora non esistesse un partito comunista ma un partito contadino), fece appello al popolo ad unirsi per opporsi alla congiura espansionista indiana.
In quel periodo cominciano anche le manovre dell’India per espandersi e colonizzare il Manipur. Il 21 settembre convoca un grande raduno di massa, durante il quale muore un poliziotto, non si sa perché, ma il re accusa Irabot e i comunisti di essere i colpevoli, incrimina Irabot e mette al bando i comunisti.
In questa situazione, nel 48, Irabot in clandestinità fonda il partito comunista del Manipur, un partito che ha un braccio armato che si chiama “Guardia rossa”.
In quel tempo nel movimento comunista ci sono due linee: quella dei compagni che avevano studiato in India e affermavano la necessità di costruire in Manipur il partito comunista dell’India, quella di Irabot che diceva che bisognava costruire il partito comunista del Manipur, perché altro dall’India.
Il Manipur è un paese piccolo, dove era difficile avere risorse e spazio per addestramento militare, per questo Irabot va in Brahma dove ha l’opportunità di svolgere questo addestramento e afferma l'alleanza Manipur-Brahma.
Nel 1951 Irabot muore in Brahma. Una cricca filo partito comunista indiano si impossessa della direzione del partito e da quel momento il movimento comunista del Manipur diventa parte del partito comunista dell’India, questo porta ad aderire alla politica parlamentare del partito comunista dell'India e a partecipare alle elezioni.
Fin dall’annessione il popolo ha continuato a combattere contro l’annessione e l’espansionismo indiano. La ribellione prende la forma di lotte guerrigliere. Il popolo pur se privo di educazione, perchè riservata alle classi ricche, ma formato dallo spirito di Irabot, non ha mai cessato di ribellarsi in forma armata.

Tutt’oggi il Manipur è pesantemente militarizzato. La nostra popolazione è di 1 milione e 600mila persone, diventati cittadini indiani dopo l’annessione, a cui si aggiungono 1 milione e 330 mila di origine indiana andati in Manipur. Per tenere sotto controllo i nativi sono di stanza in Manipur 100mila soldati indiani. La proporzione è 1 soldato ogni 16 manipuri. Significa che esiste un posto di blocco, stazione militare ogni 3 Km nel territorio e questo ha a che fare con la strategia.
Negli anni 60 in nome dello sviluppo avvia un progetto multiscopo di costruzione di grandi impianti, dighe, impianti idroelettriche, ecc.; a causa di questo progetto 80mila ettari di terre coltivate vengono espropriate. Non c’era un problema di arretratezza agricola o di irrigazione nel paese, i contadini riuscivano ad avere una produzione due volte all’anno ma per effetto di questo progetto perdono. Per effetto di ciò si ha una trasformazione dell’economia del Manipur che diventa mercato monopolistico. L’imperialismo indiano invia i suoi agenti che gestiscono le imprese economiche, gli indiani originali diventano produttori, ricchi, mentre i manipuri diventano consumatori. 
Un’economia, quindi, totalmente dipendente dall’India, sui prezzi delle produzioni agricole,  che strangola i contadini.

MA IN MANIPUR LA LOTTA DI LIBERAZIONE, NEL NOME DI IRABOT CONTINUA E SI RAFFORZA, DIRETTA DAI MAOISTI

PCm Italia
settembre 2018

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