Saturday, February 6, 2016

Egipt, tortured and killed an italian young student for having interviews with workers in struggle, Horror crime of Al SISI egiptyan regime - PCm Italy declaration

pc 6 febbraio - Per Giulio Regeni manifestare in tutte le forme contro la dittatura militare di Al SISI, contro il governo imperialista di Renzi complice, denunciare i padroni che hanno rapporti con questo regime

No, non aspettiamo alcun esito di 'presunte inchieste' 

Giulio Regeni è stato orribilmente torturato, seviziato e ucciso da polizia e servizi secreti che fanno direttamente capo alla dittatura militare di Al Sisi, che ha già ucciso, torturato e massacrato, riempito le prigioni, fatto sparire centinaia di oppositori.
Giulio Regeni ha pagato con la vita il suo impegno di ricerca nel movimento operaio e nel sindacalismo di classe in Egitto.
Giulio Regeni è un martire della causa dei lavoratori e dell'internazionalismo.

Al Sisi è come Mubarak, peggio di Mubarak, questo regime militare somiglia alle dittature di Pinochet e a quella in Argentina di Videla e compari.
Al Sisi è il principale alleato dello stato sionista di Israele e puntello dell'imperialismo americano.
Al Sisi è un nemico giurato del popolo palestinese e contribuisce al suo strangolamento
Al Sisi è il rappresentante della borghesia burocratico- compradora d'Egitto e il difensore di tutti i padroni delle multinazionali presenti in Egitto
Abbiamo denunciato sin dal primo momento la natura del colpo di stato di questo regime, mentre parte dell'opposizione di piazza Tahir, che si definiva progressista, lo appoggiava, così come parte della 'sinistra' revisionista e troskista - non tutta in verità - italiana e parte degli egiziani presenti in italia.
Tutte queste forze si dovrebbero vergognare
Il governo di Renzi ha fatto e dichiarato il regime di Al SISI suo principale interlocutore economico politico, militare nell'area, anche sul fronte dell'immigrazione, ed ha operato quotidianamente, anche nei giorni in cui Giulio Regeni veniva massacrato per i profitti e gli affari dei padroni italiani nel paese e nell'area.
Il governo Renzi e l'imperialismo italiano sono complici dei crimini del regime di Al Sisi
Per questo non basta denunciare quello che è successo, ma occorre mobilitarsi per fare pagare un alto costo politico al regime militare e al governo Renzi

Una mobilitazione straordinaria intensa, coraggiosa, continuata per tutto il tempo necessario e con l'utilizzo progressivo di tutte le forme di lotta e di tutti i mezzi necessari.

proletari comunisti - PCm Italia
5 febbraio 2016
info: pcro.red@gmail.com
http://proletaricomunisti.blogspot.com

pc 6 febbraio - Giulio Regeni un giovane ricercatore marxista ucciso per aver cercato di dare voce alla classe operaia in lotta

da una testimonianza

...Giulio Regeni aveva scelto il suo modo per essere un compagno e di esprimere 
la sua vicinanza alla lotta di classe e ai lavoratori. 
La sua vita di studente prima e di ricercatore marxista 
dopo è stata tutta protesa verso l’analisi e l’evoluzione dei 
movimenti operai. 
La sua ricerca l’ha portata direttamente sul campo, 
in uno dei luoghi dove la lotta di classe è più dura e difficile, l’Egitto. 
Collaborava con il giornale il Manifesto e puntualmente arrivavano le sue
analisi e i suoi reportage che venivano pubblicati sotto uno pseudonimo.
L’hanno ucciso gli apparati di sicurezza egiziani del regime del generale
Al Sisi che hanno cercato di camuffare poi quella che è stata un’esecuzione
al termine di brutali torture lo scorso 25 gennaio anniversario della
rivolta di piazza Tahrir.
Non è la prima volta. Si parla di 600 oppositori fatti sparire dagli
“squadroni della morte”.
Giulio aveva appena inviato un articolo pubblicato dal Manifesto
sulla riorganizzazione dei sindacati indipendenti oggi in Egitto sotto
il regime di Al Sisi. Un'analisi lucida e precisa che metteva in
luce come la lotta di classe da parte dei lavoratori organizzati in
quel paese sia ancora attiva e come covi sotto le ceneri di una repressione brutale.
Con queste parole terminava il suo pezzo:

“sfidare lo stato di emergenza e gli appelli alla stabilità e alla pace sociale
giustificati - dalla guerra al terrorismo - significa oggi pur
se indirettamente mettere in discussione alla base la retorica
su cui il regime giustifica la sua stessa esistenza e
la repressione della società civile."....

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