I
padroni non perdono occasione per fare la guerra agli operai
combattivi e alle loro organizzazioni di classe.
Nel
moderno fascismo i padroni vogliono la condanna totale dello sciopero
e degli scioperanti.
Affermare
i diritti degli operai, richiede anche unità e coordinamento di
lotta contro la repressione.
In
settimana al Tribunale di Bergamo, a seguito di una denuncia dei
padroni di Kamila/Cisa del magazzino di Brignano, davanti al giudice
per le indagini preliminari, è stato valutato il possibile rinvio a
giudizio per i responsabili dello dello Slai Cobas per il sindacato
di classe di Bergamo, accusati di estorsione e di calunnia a mezzo
stampa.
Ancora
un tentativo di criminalizzare la lotta di classe trasformando gli
scioperi e il fermo del magazzino in estorsione, accusando chi lotta
giustamente per la garanzia del posto di lavoro e contro il sistema
neoschiavista delle cooperative di essere criminali.
Cercando
di imbavagliare la voce di chi lotta a suon di querele per inibire
l’uso (scarso) della stampa per diffondere la descrizione delle
bestiali condizioni di lavoro, fonte di sfruttamento, usura per gli
operai e di un incremento esponenziale delle potenzialità di
incidente dentro i magazzini.
In
questo caso il GIP ha disposto il non rinvio a procedere per entrambi
i capi di imputazione.
Ma
invitiamo tutte le organizzazioni di base e di classe, ad alzare la
guardia e coordinarsi contro la repressione e il moderno fascismo di
cui il decreto Sicurezza è parte integrante.
SLAI COBAS per il sindacato di classe - Bergamo
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