pc 30 marzo - Verona: 100.000 donne in piazza contro il moderno medioevo di stampo fascio leghista, contro gli attacchi al corpo delle donne!
Two line struggle and two kind of action in verona's demostration - MFPR -Italy
La grande protesta in piazza Bra contro Salvini e i clerico-fascisti, sessisti a congresso e contro la polizia che li proteggeva
La critica del Mfpr contro il cordone fatto da rappresentanti
di Nudm di Roma e Verona per impedire che la contestazione
ai clerico-fascisti arrivasse molto vicino al Palazzo
La grande protesta in piazza Bra contro Salvini e i clerico-fascisti, sessisti a congresso e contro la polizia che li proteggeva
La critica del Mfpr contro il cordone fatto da rappresentanti
di Nudm di Roma e Verona per impedire che la contestazione
ai clerico-fascisti arrivasse molto vicino al Palazzo
pc 1 aprile - VERONACONTRO - LA MAREA DELLE DONNE CONTRO IL MODERNO MEDIOEVO DI SALVINI E CLERICO FASCISTI - IL RUOLO POSITIVO E NEGATIVO DI NUDM - LA NECESSITA' DI ORGANIZZARE IL FRONTE PROLETARIO E RIVOLUZIONARIO DELLE DONNE
Verona ha mostrato ancora una volta che
il movimento delle donne è una grande barriera/frontiera contro il
fascismo/razzismo/sessismo. Da quando il governo Lega/M5S si è
insediato, con Salvini a capo e i suoi ministri e parlamentari
profondamente, visceralmente contro le donne, che pensano, ma si
illudono, che ora possono “finalmente” togliere diritti, far
tornare ad un moderno medioevo la condizione delle donne, dichiarare
senza falsificazioni che le donne devono stare a casa a fare figli in
una famiglia sempre più conservatrice, chiusa e violenta, ma anche
sempre più povera e frustata, con un maschio legittimato ad uccidere
se le donne si ribellano e rompono i rapporti; da quando questo
governo è nato, ha trovato la prima grande opposizione proprio nelle
donne. “Colpo su colpo”, come abbiamo detto il 24 novembre, ad
ogni passo del governo o istituzioni locali, e con momenti di
imponente scesa in piazza nazionale del movimento delle donne, che
dimostra la sua potenziale forza dirompente.
Questo si è manifestato ancora una
volta il 30 marzo a Verona.
Imponente manifestazione, 100mila,
molto più dei numeri previsti! Via via - a fronte anche delle esternazioni, di proposte oscenamente brutali dei partecipanti al
Congresso di Verona che quasi facevano a gara a chi le lanciava di
più reazionarie, fasciste, patriarcali possibili - tali da creare
contraddizioni all'interno stesso dell'alleanza di governo, prese di
distanza politica, compreso l'annuncio di iniziative alternative a
Montecitorio del presidente della Camera -, il disgusto, la rabbia,
la necessità, voglia di essere a Verona è cresciuta. Mostrando che
è più forte la “marea” di donne che la feccia di capi di
governi, ultra clerico-fascisti di Palazzo.
Negli
slogan, nei cartelli la denuncia
oramai vasta del “moderno medioevo” (termine “inventato” dal
Mfpr già da qualche anno fa); la ripresa di parole d'ordini anni
'70: “il corpo è mio e lo gestisco io”, “aborto libero per non
morire”, "siamo le nipoti delle streghe che non siete riusciti a
bruciare"; tanti, anche ironici, contro Salvini, Pillon, Fontana,
ecc. ecc.
Il
movimento delle donne/NUDM ha
confermato di essere capace di organizzare, mobilitare grandissimi
numeri; ma anche di compattare, di unificare su una immagine uniforme
(il “fucsia dominante” era ben organizzato alla partenza da ogni
città). Questo è indubbiamente un merito di Nudm, che mantiene la sua
forza, egemonia, rappresentanza del movimento delle donne da più di 2
anni.
Molti cartelli centravano punti importanti di denuncia del congresso mondiale delle famiglie, delle “esternazioni” dei clerico-fascisti, in primis di Salvini correttamente individuato come il vero avallante dell’iniziativa politica, etc.
Le donne anziane che hanno memoria dei
tempi bui dell’aborto clandestino, delle catene di un matrimonio
odioso e delle lotte costate per ottenere diritti, come l'aborto, il
divorzio, il lavoro, sono molto arrabbiate e preoccupate - il
cartello di una signora anziana, a lungo applaudita dal corteo: “non
posso muovermi ma sono vicina a voi”, ne era una testimonianza; ma
lo sono anche le donne giovani, una giovane mamma ci ha detto: sento
l’esigenza di lottare perché non posso accettare l’idea di un
ritorno all’indietro, soprattutto per lei, mia figlia: che futuro
le lascerei? Come sono arrabbiate le ragazze che in tantissime e
attivissime stavano nel corteo.
Ma nella sua maggioranza la manifestazione ha dato un'immagine di
movimento più ironico e allegro, più festoso e irridente che ribelle e
combattivo. Non poneva la prospettiva del rovesciamento di questo
governo e della battaglia fino in fondo contro questo sistema, perchè
tutta la vita deve cambiare.
Il lungo corteo era unificato
dall'”Amore” - certo, contro la concezione e le politiche di
famiglie “naturalmente” oppressive, in cui la legge, i ruoli
imposti di marito e moglie, di padre e madre, siano gli unici
“sentimenti”; non dal necessario “odio” verso tutti
gli oppressori, Stati, governi reazionari borghesi, fascisti,
padroni, uomini che odiano le donne, che stanno attaccando tutti gli
aspetti strutturali e sovrastrutturali della vita delle donne.
Lo stesso slogan “vergogna”, che
tanti hanno ripetuto quando passavano vicino al Palazzo della Gran
Guardia dove si svolgeva il Congresso clerico-fascista e dove era
concentrata la polizia con autoblindo, ecc., esprime ancora una
illusione di contraddizione, tra rappresentanti del Potere borghese e
manifestazioni apertamente fasciste, da Stato di polizia, che in
realtà non c'è: di cosa dovrebbero “vergognarsi”? Visto che
proprio questo governo, questa polizia sono i migliori
rappresentanti, fonte del moderno fascismo.
Questo humus della manifestazione è
stato “spontaneo” e “imposto” come unificante da Nudm, ed è
stato accompagnato anche da organi di stampa interessati a dare
un'immagine pacifica del movimento delle donne – vedi Il Manifesto
(spesso voce di esponenti di Nudm) che il giorno dopo titolava.
“L'amore di Verona”.
Ma questo fa sì che pur molto grande
questo movimento non possa avere presa sociale con la maggioranza
delle donne, proletarie, più sfruttate e oppresse che ogni giorno si
vedono ferite dalla mancanza di lavoro, da un lavoro brutto e povero
o sempre più sfibrante, dalla difficoltà di vivere decentemente,
dai carichi di lavori familiari, dalla difficoltà di crescere figli,
dalle violenze sessuali, dalla mancanza o impossibilità per il loro
alto costo di servizi sociali, asili, sanità, ecc., dalla perdita di
diritti conquistati in passato, ecc. ecc. e che, per questo, provano
odio, rabbia, necessità di fatti.
Un movimento di “maggioranza”
che rappresenta invece una minoranza delle donne. Che si impone
come “unico movimento” delle donne ma è lontano dalla sofferenza
quotidiana delle donne proletarie che sono la maggioranza, che spesso
lottano ma che anche in questo movimento sono invisibili. Perchè
esso dà espressione e voce alla piccola borghesia, che normalizza un
movimento, che invece dovrebbe e potrebbe trasbordare, rompere le
“normalizzazioni”, le cristallizzazioni, le ripetizioni del tipo
di manifestazioni. In questo modo Nudm vince in piazza, nelle
mobilitazioni le battaglie ma non la guerra generale che serve perchè
“tutta la vita deve cambiare”.
In questo senso occorre comprendere che
apparentemente la direzione del movimento di Nudm è autonomo e
critico verso la “sinistra ufficiale” ma la denuncia, le parole
d'ordini di non sono di fatto così differenti da questa
“sinistra” nel che fare e che prospettiva di lotta avere - tanto
che la stessa polemica/presa di distanza dalla presenza della Cgil è
stata sulla forma non sui contenuti riformisti/collaborativi con le
politiche dei padroni verso le donne.
Questa “normalizzazione” si è ben
vista quando esponenti di Roma e di Verona di Nudm hanno gestito da
“pompiere” la zona di piazza Bra vicina al palazzo dove si
svolgeva il congresso clerico-fascista sulla famiglia, arrivando a
fare un “servizio d'ordine” per impedire che la protesta
arrivasse vicino al palazzo, facendo da barriera/ostacolo tra
Palazzo/polizia e spezzoni consistenti di manifestanti che volevano
andare più in là, non lasciare “tranquilli” i “signori” del
Congresso, la polizia che aveva fatta la sua piccola (anche
attaccabile all'inizio) “zona rossa”; volevano rispondere come si
deve alla squallida provocazione che ad un certo punto alcuni
partecipanti al congresso hanno fatto uscendo sulla scalinata del
Palazzo a fotografare e con qualcuno anche a fare il saluto fascista.
Una cosa, questa sì vergognosa, che ha
lasciato tra il sorpreso e indignato soprattutto ragazze, ragazzi, ma
che comunque, nonostante il “servizio d'ordine” si sbracciasse a
dire al corteo “avanti, avanti” e incitasse chi si fermava per
gridare slogan contro Palazzo e polizia a proseguire, non ha impedito
che prima tante, tanti sono riusciti ad arrivare a pochissimi metri
dal Palazzo, quasi faccia a faccia con la polizia, resistendo e
respingendo l'azione di indietreggiamento fatto invece da Nudm, e poi
via via diverse parti del corteo che arrivavano più volte si sono
fermate per manifestare la loro protesta.
Le compagne del Mfpr hanno apertamente e direttamente verso le esponenti di Nudm denunciato con forza questo atteggiamento da “barriera” alla giusta protesta; che hanno spiegato alle ragazze che questo dimostrava vera la critica che facciamo, non da oggi, della natura piccolo borghese riformista di coloro che dirigono Nudm e che il riformismo da sempre fa ostacolo ad una vera lotta contro la reazione; che sono rimaste nella piazza del Palazzo del Congressi. Poi insieme alle compagne di “Amazora” hanno gridato slogan, canzoni, parole d'ordini, a cui si sono via via unite molte persone che condividevano; in un altro momento alcune donne ci hanno offerto il loro megafono e ringraziato.
L'Mfpr, pur a “ranghi ridotti”- i
costi enormi dei mezzi pubblici, la mancanza di mezzi autorganizzati
dal sud da Nudm o da altre realtà di movimento, hanno impedito una
partecipazione più larga e necessaria – è stata ben presente in
questa grande manifestazione, portando in vari modi – con
striscioni, cartelli, foglio, volantini, parole d'ordini, azione nei
momenti centrali - la linea e la lotta oggi necessaria contro
Salvini/Lega e ogni aspetto contro la vita delle donne del moderno
fascismo/sessismo/razzismo, la voce delle donne proletarie, la
necessità di un movimento rivoluzionario delle donne. Tante e tanti
ci hanno fatto i complimenti per lo striscione, molti e molte lo
hanno fotografato. La nostra bandiera era là dove era necessario,
contro il Palazzo e polizia.
Emerge sempre più da un lato che il
movimento delle donne è appunto una grande barriera/frontiera contro
il fascismo/razzismo/sessismo; dall'altro lato che ancora non è
visibile, organizzato, agente il settore proletario delle donne, che
sono la maggioranza. Organizzare l'”esercito delle donne
proletarie” combattivo, chiaro nella sua azione, obiettivi e
prospettiva di lotta, con la sua piattaforma che ha portato nello
sciopero delle donne l'8 marzo - è oggi, quindi, la battaglia
principale dentro e fuori il movimento in corso.
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