In Ucraina la
contesa interimperialista sopravanza le
istanze e le contraddizioni dei proletari e delle masse popolari e
alimenta lo scontro tra due diverse frazioni della borghesia
dominante, alimenta le istanze nazionalistiche e permette l'ascesa
della feccia nazista dentro il governo filo UE di Kiev.
I
proletari e le masse che sono scese in piazza a Kiev contro il
governo oligarchico filorusso di Viktor
Janukovič lo
hanno fatto mosse dal peggioramento delle condizioni di vita e dalla
crisi economica che le attanaglia. Ma sin dall'inizio la testa di
questo movimento è stata presa dalle forze reazionarie, prima
genericamente filo europee poi apertamente naziste. Janukovič
è stato rovesciato e costretto a sfuggire dopo aver tentato con la
repressione poliziesca di fermare la protesta, ma la presa del potere
da parte delle forze reazionarie filo-UE che guidavano la rivolta è
stata sostenuta e alimentata in tutte le forme dagli imperialisti
Usa e europei.
Il ruolo di Janukovyč
prima e del suo odioso governo e il sostegno aperto dopo
dell'imperialismo USA-UE hanno influenzato e determinato il fatto che
la rivolta di Kiev diventasse un'aperta ascesa nazista. Il combinarsi
dell'azione dell'imperialismo Usa-Ue con il nuovo governo apertamente
antirusso a Kiev ha spinto l'imperialismo russo ad intervenire, non
tanto in aperto sostegno dell'inqualificabile Janukovyč
quanto a difesa dei suoi interessi
economici, politici e ora anche militari per mantenere ben saldo il
controllo dell'Ucraina e il ruolo militare e strategico della Crimea.
Di qui l'intervento diretto dell'imperialismo russo, l'invasione non
tanto mascherata della Crimea e il pilotaggio verso il referendum
plebiscitario di annessione.
Le masse della Crimea e di
altre zone dell'Ucraina si sono mosse anche esse innanzitutto in
opposizione all'ascesa nazista a Kiev; questo ha dato nuovo vigore ai
sentimenti antifascisti e alla ripresa falsata
di idee del socialismo e del comunismo. Su
questo ha fatto leva innanzitutto Putin, che è tutto il contrario
dell'antifascismo, del socialismo e del comunismo, che invece ha
usato in maniera cinica e determinata l'opposizione al governo venato
di nazismo di Kiev per legittimare l'invasione, la marcia per la
ripresa dell'Ucraina e il disegno di ricomposizione del blocco
dell'ex Urss sotto il tallone di ferro della dittatura oligarchico
reazionaria di Putin.
Tutte, quindi, le istanze
di libertà, di democrazia, di nuova liberazione, autodeterminazione
sociale e nazionale sono ora messe sotto i piedi con la
trasformazione delle masse in carne da cannone di guerre
nazionalistiche, etniche, fratricide, che possono diventare di stampo
jugoslavo.
Ma non solo. Questo
avviene in un periodo di crisi mondiale, di contesa sui mercati, di
contesa acuta per il controllo delle fonti energetiche, e, quindi -
anche se nessuno dei due imperialismi dice di volere il confronto
militare, anche se entrambi gli imperialismi parlano di diritti del
popolo, di diritto internazionale, ogni loro passo acutizza le
contraddizioni e semina il germe di un incendio mondiale che può
andare ben oltre l'area della contesa e toccare tutto lo scenario
dell'Est Europa e dell'Eurasia.
L'imperialismo Usa in
primis e quello europeo, con un po' di mal di pancia visto il
pericolo del taglio delle forniture energetiche e dei grandi affari
in corso con la stessa Russia, vogliono con la loro azione staccare
l'Ucraina dalla Russia, ridisegnare quindi i rapporti di forza e
l'instabile equilibrio geostrategico dell'area. E questo non può non
voler dire guerra alla Russia, data l'importanza per l'imperialismo
russo di avere confini sicuri e non un assedio politico, economico,
militare Usa-UE. Anzi la Russia era impegnata proprio in questi
ultimi tempi in una nuova azione espansiva e di ricomposizione del
blocco del ex-Urss, proprio per cogliere l'opportunità di una
situazione di minor crisi economica.
E' inutile dire che la
contesa in Ucraina vede ora in attesa e come ombra incombente la Cina
imperialista che certamente vuole approfittare di questa nuova
contesa Usa/Russia, oltre che proseguire in quella penetrazione
economica che proprio nei paesi dell'ex-Urss e del versante Est
Europa è in corso.
Ciò che avviene in
Ucraina è davvero complesso e sotto certi versi drammatico, e questo
domanda una analisi lucida e non strumentale della situazione nelle
sue cause e nei suoi effetti.
I proletari e le masse
popolari non hanno nella zona nessun riferimento politico autonomo. I
partiti sedicenti “comunisti” sono cricche revisioniste
sputtanate, senza peso nel popolo e sempre alla corte di oligarchi.
Nelle piazze e nei posti di lavoro si muovono gruppi operai, giovani,
organizzazioni spesso ideologicamente confuse e prive di programmi
alternativi, ma sicuramente aspiranti a un'alternativa
proletaria, sociale, rivoluzionaria.
A questi deve andare solo
il nostro appoggio, soprattutto ora che si muovono sotto il fuoco di
due attacchi: l'ascesa nazista a Kiev, le truppe di occupazione russe
nelle altri parti dell'Ucraina, supportate da militari ucraini o
forze militarizzate ucraine che certamente non sono nel campo
dell'opposizione proletaria e rivoluzionaria.
Noi proletari comunisti
siamo e dobbiamo essere un riferimento
politico di classe importante insieme a tutte le forze marxiste
leniniste maoiste nel mondo, una espressione dell'autonomia
proletaria e rivoluzionaria, che mentre svolgono un
ruolo di denuncia e di prima fila contro la reazione sostenuta
dall'imperialismo Usa-UE – e contro il
nostro imperialismo da combattere dall'interno – non possono certo
trasformarsi in equivoci e spudorati megafoni
dell'imperialismo russo, riverniciato in
maniera indegna di “rosso” quando si tratta semplicemente della
dittatura
oligarchica della borghesia imperialista rappresentata da Putin.
Riempire le pagine dei
blog di denuncia della natura reazionaria con presenza nazista del
regime di Kiev e dei piani dell'imperialismo Usa-UE di intervento, di
penetrazione in Ucraina, non può in nessuna maniera giustificare la
discesa in campo oggettiva e spesso soggettiva a fianco
dell'imperialismo russo.
Questa è solo un'altra
forma del rosso-brunismo circolante a sinistra
che getta confusione tra i proletari e le masse. Ed è rosso-brunismo
anche quando si usano impropriamente falce e martello, ritratti di
Stalin o addirittura frasi di Lenin.
Noi
comunisti e proletari avanzati ora più che mai dobbiamo essere fonte
di chiarezza e non di ignobile confusione. Proprio
perchè l'antifascismo e l'antimperialismo, la lotta per il
socialismo e il comunismo sono l'unica vera alternativa
all'imperialismo come sempre guerrafondaio,
non
possiamo sporcare le nostre bandiere contaminandole con i carri
armati russi. Il nostro dovere
internazionalista è di sostenere proletari e popoli e non
imperialismi o governi reazionari travestiti da antimperialisti.
Oggi proletari e popoli
non hanno nessun governo amico, in nessun angolo del mondo.
Chi dice il contrario è un truffatore politico, un problema in più
e non una soluzione al problema, un nemico in più e non un alleato.
Noi siamo in Italia,
l'Italia è parte dell'imperialismo Usa ed europeo, e quindi è del
tutto evidente che nel nostro paese dobbiamo
lottare contro il nostro imperialismo e i suoi alleati, dobbiamo
quindi smascherare le motivazioni americane ed europee
dell'intervento in Ucraina e dell'azione guerrafondaia a
cui il governo Renzi, del tutto privo anche in questo campo di un
pensiero autonomo, si associa.
Ma l'imperialismo italiano
ha sul piano economico molti legami con la Russia, per le fonti
energetiche e per la presenza di nostri gruppi industriali e
finanziari in Russia - veniamo poi pur sempre da un'amicizia di
“letto” Berlusconi/Putin. Per questo l'imperialismo italiano, pur
non potendo in nessuna maniera muoversi autonomamente dagli Usa e,
per quanto riguarda l'Europa, dalla Germania, in questa nuova contesa
ucraina ci sta male. Comunque la si guardi e qualunque sia il segno e
lo sviluppo degli avvenimenti, per
l'imperialismo italiano la contesa è fonte di nuovi problemi,
energetici-economici e finanche di impegno militare.
E' quindi un imperialismo che in questa contesa ci perde e si
indebolisce, accentua la sua crisi. Questo
vuol dire che padroni e governo scaricheranno anche gli effetti di
questa nuova crisi internazionale sulla pelle dei proletari e delle
masse popolari.
Noi dobbiamo approfittare
dell'approfondimento della crisi e dell'azione del governo per
alimentare la lotta contro di esso, a difesa degli interessi dei
proletari e delle masse. Non accettiamo gli
aumenti di benzina, gasolio e costi energetici scaricati sulle nostre
tasche; non accettiamo i costi di una politica estera e militare
allineata a Usa e UE, interventista e guerrafondaia; non accettiamo
campagne nazionaliste di confusione e di disorientamento nelle masse
e nell'opinione pubblica. Così come
esprimiamo la massima solidarietà ai proletari e alle masse popolari
ucraine che vogliano resistere e liberarsi del peso di governi
fascisti, reazionari, oligarchici filo USA-UE o filorussi che siano,
pieni di criminali che si vendono al miglior offerente, sia esso
l'imperialismo Usa/Europa, sia russo. Sviluppiamo
una mobilitazione chiara, proletaria e autenticamente antimperialista
sui posti di lavoro, nelle scuole, nei movimenti di lotta.
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