pc 7 febbraio - il governo monti è peggio del governo berlusconi e deve essere fermato e rovesciato
Non c'è campo della vita economica, sociale e politica che non sia toccato dall'azione del governo Monti e dai suoi supponenti e sciagurati ministri e verifichi sul campo che questo governo è peggio mdi quello di berlusconi.
Con la prima manovra economica sono state attaccate le pensioni, si è alimentato il carovita, si sono messe tasse sui proletari e la povera gente, con la seconda si sono attaccati per conto del capitale e delle banche settori di piccoli e strati bassi della media borghesia e promosso liberazzazzioni selvagge, ora ci si prepara ad attaccare l'art.18 e sancire la precarietà a vita. Il tutto sostenuto con arroganza, supponenza, luoghi comuni e insulti da parte di una casta di professori e banchieri maggiordomi di finanza e padroni da sempre ed alcuni come l'ignobile Martone, tipici di quei figli di professori avanzati a botta di raccomandazioni e corsie preferenziali: Monti occupa le televisioni come e poiù di berlusconi e gli interessi di Berlusconi sono salvaguardati anche più di prima, come l'approvazione parlamentare della legge antimagistrati dimostra.
Un governo solerte verso mi diktat europei si dimostra una massa di incompetenti e passacarte non appena piove e c'è neve dimostrando di essere una sciagura che si aggiunge a sciagura.
La repressione fa un salto di qualità in diverse occasioni, dalle cariche poliziesche agli arresti NOtav ecc., il ministro degli interni senza vergognarsi fa dichiarazioni razziste sugli immigrati e ministri degli esteri e della difesa si apprestano a fare i loro passi in direzione di armamenti, militarizzazione, interventismo imperialista e guerrafondaio, servilismo verso gli interessi USA e l'elenco potrebbe continuare..
Questo governo è peggio di berlusconi perchè gode di un più ampio consenso parlamentare grazie all'unità nazionale PDL-PD- UDC, pur non essendo eletto da nessuno, e nello stesso tempo si fa passare nell'opinione pubblica come governo
sostenuto essenzialmente dal PD mentre esso fa il lavoro sporco sopratutto per il centro destra, lasciando campo libero alla demagogia d'opposizione della destra e dell'estrema destra.
Sul piano del consenso sindacale, niente di nuovo CISL_UIL sono sindacati governativi e la CGIL della camusso balbetta un NI che nei fatti è un SI.
solo lo sciopero del 27 sia pur minoritario e poco incisivo nelle forme di lotta ha dato un segnale alternativo da parte di settori di lavoratori, precari e disoccupati, mentre le rivolte degli autotrasportatori e il movimento siciliano dei forconi sono restati finora all'interno dell'egemonia corporativa e reazionaria.
Questo governo si sposa benissimo, ancor più di berlusconi con il fascismo padronale
a guida fiat che si afferma nelle fabbriche e nei posti di lavoro, trovando fino ad ora scarsa o inadeguata - vedi fiom di landini - resistenza.
Questo governo rafforza la borghesia e indebolisce il proletariato.
In questa situazione i proletari hanno bisogno e urgenza di riorganizzazzione sindacale, politica, territoriale dal basso, chiaramente ispirata dai principi e dalla pratica della lotta di classe e non certo dalla demagogia 'populista o operaista' che sia, che significa dare continuità alla lotta sui posti di lavoro e sul territorio laddove è cominciata, sviluppare l'organizzazione e la guerra di classe nelle fabbriche, costruire movimenti di reale tenuta e opposizione, tipo movimento no tav, capaci di legare orientamento intransigente e base di massa.
proletari comunisti PCm Italia
7 febbraio 2012
Con la prima manovra economica sono state attaccate le pensioni, si è alimentato il carovita, si sono messe tasse sui proletari e la povera gente, con la seconda si sono attaccati per conto del capitale e delle banche settori di piccoli e strati bassi della media borghesia e promosso liberazzazzioni selvagge, ora ci si prepara ad attaccare l'art.18 e sancire la precarietà a vita. Il tutto sostenuto con arroganza, supponenza, luoghi comuni e insulti da parte di una casta di professori e banchieri maggiordomi di finanza e padroni da sempre ed alcuni come l'ignobile Martone, tipici di quei figli di professori avanzati a botta di raccomandazioni e corsie preferenziali: Monti occupa le televisioni come e poiù di berlusconi e gli interessi di Berlusconi sono salvaguardati anche più di prima, come l'approvazione parlamentare della legge antimagistrati dimostra.
Un governo solerte verso mi diktat europei si dimostra una massa di incompetenti e passacarte non appena piove e c'è neve dimostrando di essere una sciagura che si aggiunge a sciagura.
La repressione fa un salto di qualità in diverse occasioni, dalle cariche poliziesche agli arresti NOtav ecc., il ministro degli interni senza vergognarsi fa dichiarazioni razziste sugli immigrati e ministri degli esteri e della difesa si apprestano a fare i loro passi in direzione di armamenti, militarizzazione, interventismo imperialista e guerrafondaio, servilismo verso gli interessi USA e l'elenco potrebbe continuare..
Questo governo è peggio di berlusconi perchè gode di un più ampio consenso parlamentare grazie all'unità nazionale PDL-PD- UDC, pur non essendo eletto da nessuno, e nello stesso tempo si fa passare nell'opinione pubblica come governo
sostenuto essenzialmente dal PD mentre esso fa il lavoro sporco sopratutto per il centro destra, lasciando campo libero alla demagogia d'opposizione della destra e dell'estrema destra.
Sul piano del consenso sindacale, niente di nuovo CISL_UIL sono sindacati governativi e la CGIL della camusso balbetta un NI che nei fatti è un SI.
solo lo sciopero del 27 sia pur minoritario e poco incisivo nelle forme di lotta ha dato un segnale alternativo da parte di settori di lavoratori, precari e disoccupati, mentre le rivolte degli autotrasportatori e il movimento siciliano dei forconi sono restati finora all'interno dell'egemonia corporativa e reazionaria.
Questo governo si sposa benissimo, ancor più di berlusconi con il fascismo padronale
a guida fiat che si afferma nelle fabbriche e nei posti di lavoro, trovando fino ad ora scarsa o inadeguata - vedi fiom di landini - resistenza.
Questo governo rafforza la borghesia e indebolisce il proletariato.
In questa situazione i proletari hanno bisogno e urgenza di riorganizzazzione sindacale, politica, territoriale dal basso, chiaramente ispirata dai principi e dalla pratica della lotta di classe e non certo dalla demagogia 'populista o operaista' che sia, che significa dare continuità alla lotta sui posti di lavoro e sul territorio laddove è cominciata, sviluppare l'organizzazione e la guerra di classe nelle fabbriche, costruire movimenti di reale tenuta e opposizione, tipo movimento no tav, capaci di legare orientamento intransigente e base di massa.
proletari comunisti PCm Italia
7 febbraio 2012
pc 2 febbraio - dare continuità allo sciopero del 27 e alla manifestazione di Roma, affrontare il problema delle fabbriche in forme adeguate
Il sindacalismo di base nella sua parte più significativa con lo sciopero e la manifestazione di roma del 27 ha rotto nel mondo del lavoro la tregua sociale nei confronti del nuovo governo Monti e offerto un punto di riferimento alla necessità di una mobilitazione proletaria e popolare generale nei confronti del governo, ma non solo, anche nei confronti dell'unità nazionale esistente in Parlamento e all'attitudine di dialogo critico sviluppato dalle confederazioni sindacali
Nel paese contro il governo Monti esiste già una diffusa protesta che vede protagonisti settori colpiti dal provvedimento detto delle liberazzazioni che è stato in grado di paralizzare strade e città sopratutto con tassisti e autotrasportatori, ma questa non è una protesta proletaria e se indebolisce il governo, non significa che nello stesso tempo rafforza il movimento proletario.
Oggi quella che è necessaria è una protesta che mobiliti operai, precari, disoccupati, che conti su una ripresa del movimento degli studenti, che si alimenti della protesta popolare di movimenti di opposizione NOTAV, NO F35, NO devastazione ambientale, che sappia fare proprie le ragioni della lotta antifascista, antirazzista, antirepressione ecc.
La parola autorganizzazzione e la denuncia di partiti e sindacati, l'inno alla rivolta non sono di per sè giuste, perchè oggi bisogna invece con forza chiarire e distinguere da parte di che versante di classe e da che versante politico esse sono fatte. E' sbagliata quindi la posizione di chi nel nostro campo questa distinzione
di classe, politica e organizzativa non la fa. Per dare un segno e un indirizzo
alla protesta e lotta serve quindi organizzazione di base e di classe sindacale, linea e organizzazione politica di classe, fronte unito sociale e politico di tutte le forze che si battono contro il governo monti, contro il parlamento dell'unità nazionale, contro le direzioni sindacali confederali, cgil compresa
Se si guardano quindi le cose da questo versante, si può valutare il ruolo e l'importanza dello sciopero del 27 e della manifestazione di Roma.
La manifestazione nazionale di Roma poteva avere una riuscita quantitativa e qualitativa migliore, se tutte le forze che a parole la hanno sostenuta vi avessero realmente partecipato e avessero compreso che questa volta la partita si giocava a Roma e che bisogna spendersi per le scadenze che si sostengono.
La teoria e la pratica limitata al conflitto locale autoreferenziale è una forma arretrata e perdente di interpretare lo scontro di classe in questa fase, lungi da estendere e alimentare il conflitto contro padroni e governo, lo restringe a vertenze parziali incapaci di cambiare le cose e di raggiungere anche i risultati parziali che dicono di voler raggiungere e per i quali lottano.
La partecipazione alle manifestazioni nazionali con volantini e giornali, senza mobilitare uomini e forze è il modo arretrato e sbagliato di interpretare il proprio ruolo di avanguardia politica, e non basta definirsi comunisti, rivoluzionari, antagonisti per esserlo realmente.
Tutto il nostro movimento ha un solo e decisivo problema che va trattato diversamente, e che certo lo sciopero del 27 e la manifestazione di Roma non hanno scalfito, ed è la questione della mobilitazione operaia e delle fabbriche.
Su questo siamo ancora all'abc.
Senza l'analisi del fascismo padronale che dalla Fiat si estende a tutte le fabbriche, senza l'autonomia ideologica e politica organizzativa dalla FIOM e la costruzione in forme nuove della guerra di classe, non è possibile fare reali passi in avanti nella ricostruzione della forza sindacale e politica della classe.
Su questo bisogna effettivamente ripartire dal basso, ma quando si dice dal basso, non vuol dire dalla situazione così com'è sul piano dei livelli di organizzazione sindacale e di coscienza esistente.
Su questo tocca anche a noi in prima persona portare elementi di teoria, pratica ed esperienza che mostrino e rendino visibile la strada da percorrere - e questo ci accingiamo a fare nelle prossime settimane e mesi.
proletari comunisti - PCm Italia
2 febbraio 2012
Nel paese contro il governo Monti esiste già una diffusa protesta che vede protagonisti settori colpiti dal provvedimento detto delle liberazzazioni che è stato in grado di paralizzare strade e città sopratutto con tassisti e autotrasportatori, ma questa non è una protesta proletaria e se indebolisce il governo, non significa che nello stesso tempo rafforza il movimento proletario.
Oggi quella che è necessaria è una protesta che mobiliti operai, precari, disoccupati, che conti su una ripresa del movimento degli studenti, che si alimenti della protesta popolare di movimenti di opposizione NOTAV, NO F35, NO devastazione ambientale, che sappia fare proprie le ragioni della lotta antifascista, antirazzista, antirepressione ecc.
La parola autorganizzazzione e la denuncia di partiti e sindacati, l'inno alla rivolta non sono di per sè giuste, perchè oggi bisogna invece con forza chiarire e distinguere da parte di che versante di classe e da che versante politico esse sono fatte. E' sbagliata quindi la posizione di chi nel nostro campo questa distinzione
di classe, politica e organizzativa non la fa. Per dare un segno e un indirizzo
alla protesta e lotta serve quindi organizzazione di base e di classe sindacale, linea e organizzazione politica di classe, fronte unito sociale e politico di tutte le forze che si battono contro il governo monti, contro il parlamento dell'unità nazionale, contro le direzioni sindacali confederali, cgil compresa
Se si guardano quindi le cose da questo versante, si può valutare il ruolo e l'importanza dello sciopero del 27 e della manifestazione di Roma.
La manifestazione nazionale di Roma poteva avere una riuscita quantitativa e qualitativa migliore, se tutte le forze che a parole la hanno sostenuta vi avessero realmente partecipato e avessero compreso che questa volta la partita si giocava a Roma e che bisogna spendersi per le scadenze che si sostengono.
La teoria e la pratica limitata al conflitto locale autoreferenziale è una forma arretrata e perdente di interpretare lo scontro di classe in questa fase, lungi da estendere e alimentare il conflitto contro padroni e governo, lo restringe a vertenze parziali incapaci di cambiare le cose e di raggiungere anche i risultati parziali che dicono di voler raggiungere e per i quali lottano.
La partecipazione alle manifestazioni nazionali con volantini e giornali, senza mobilitare uomini e forze è il modo arretrato e sbagliato di interpretare il proprio ruolo di avanguardia politica, e non basta definirsi comunisti, rivoluzionari, antagonisti per esserlo realmente.
Tutto il nostro movimento ha un solo e decisivo problema che va trattato diversamente, e che certo lo sciopero del 27 e la manifestazione di Roma non hanno scalfito, ed è la questione della mobilitazione operaia e delle fabbriche.
Su questo siamo ancora all'abc.
Senza l'analisi del fascismo padronale che dalla Fiat si estende a tutte le fabbriche, senza l'autonomia ideologica e politica organizzativa dalla FIOM e la costruzione in forme nuove della guerra di classe, non è possibile fare reali passi in avanti nella ricostruzione della forza sindacale e politica della classe.
Su questo bisogna effettivamente ripartire dal basso, ma quando si dice dal basso, non vuol dire dalla situazione così com'è sul piano dei livelli di organizzazione sindacale e di coscienza esistente.
Su questo tocca anche a noi in prima persona portare elementi di teoria, pratica ed esperienza che mostrino e rendino visibile la strada da percorrere - e questo ci accingiamo a fare nelle prossime settimane e mesi.
proletari comunisti - PCm Italia
2 febbraio 2012
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pc 1 febbraio - lottare per rovesciare il governo Monti, un governo ancora peggiore del governo Berlusconi.
Via via che si delinea il cammino del governo Monti, si fa più chiara la sua natura in tutti campi.
In economia scarica la crisi in maniera mirata e al tempo stesso selvaggia sui proletari e masse popolari per conto dei padroni europei e italiani e il loro sistema finanziario - attacca a fondo i residui diritti dei lavoratori e della classe operaia in particolare.
Fa lentamente crescere la repressione verso ogni settore della protesta popolare.
Intensifica il suo ruolo internazionale imperialista e guerrafondaio, all'interno come all'esterno.
La sua azione tende a fare ancor più del parlamento una semplice sede di approvazione dei provvedimenti del governo, e delle organizzazioni sindacali confederali dei consiglieri/consulenti del governo.
Questo governo, sul piano politico, appare anche alle masse come essenzialmente sostenuto dal PD-UDC, favorendo la demagogia di 'governo e opposizione' di destra e la riconquista del consenso popolare da parte del blocco berlusconiano-leghista in termini ancor più apertamente reazionario e fascista.
Per questo il governo Monti è in continuità e peggio del governo Berlusconi.
Lo sciopero e la manifestazione nazionale del 27 gennaio hanno dato un primo segnale e aperto la lotta, ma essa ha necessità di continuare, acquisire ritmo e rotta.
E' necessario innanzitutto continuare con gli scioperi e le manifestazioni di piazza contro il governo Monti sul piano locale e nazionale.
E' necessario trasformare le vertenze e lotte operaie e proletarie sul territorio in anelli della mobilitazione nazionale prolungata.
Bisogna rispondere in maniera unitaria e generale alla repressione facendo di alcuni fatti repressivi una battaglia nazionale, in questo senso assume importanza la manifestazione del 25 febbraio in Val Susa.
Bisogna sviluppare intorno alla vicenda degli F35 una mobilitazione nazionale contro la politica imperialista e di guerra del governo.
Proletari comunisti è e deve essere sempre più dentro a tutto questo movimento, con ruolo attivo e crescente, sviluppando unità e rete per il sindacato di classe in fabbrica e sui posti di lavoro, coordinamenti precari-disoccupati nelle città del sud, comitati contro la repressione, fronte unito proletario e popolare sul territorio, in particolare No Tav e No F35, ecc.
Avanzando su questo terreno, si creano condizioni migliori, per avanzare nella costruzione del partito comunista di tipo nuovo, nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse.
Proletari comunisti -PcmItalia
1 febbraio 2012
In economia scarica la crisi in maniera mirata e al tempo stesso selvaggia sui proletari e masse popolari per conto dei padroni europei e italiani e il loro sistema finanziario - attacca a fondo i residui diritti dei lavoratori e della classe operaia in particolare.
Fa lentamente crescere la repressione verso ogni settore della protesta popolare.
Intensifica il suo ruolo internazionale imperialista e guerrafondaio, all'interno come all'esterno.
La sua azione tende a fare ancor più del parlamento una semplice sede di approvazione dei provvedimenti del governo, e delle organizzazioni sindacali confederali dei consiglieri/consulenti del governo.
Questo governo, sul piano politico, appare anche alle masse come essenzialmente sostenuto dal PD-UDC, favorendo la demagogia di 'governo e opposizione' di destra e la riconquista del consenso popolare da parte del blocco berlusconiano-leghista in termini ancor più apertamente reazionario e fascista.
Per questo il governo Monti è in continuità e peggio del governo Berlusconi.
Lo sciopero e la manifestazione nazionale del 27 gennaio hanno dato un primo segnale e aperto la lotta, ma essa ha necessità di continuare, acquisire ritmo e rotta.
E' necessario innanzitutto continuare con gli scioperi e le manifestazioni di piazza contro il governo Monti sul piano locale e nazionale.
E' necessario trasformare le vertenze e lotte operaie e proletarie sul territorio in anelli della mobilitazione nazionale prolungata.
Bisogna rispondere in maniera unitaria e generale alla repressione facendo di alcuni fatti repressivi una battaglia nazionale, in questo senso assume importanza la manifestazione del 25 febbraio in Val Susa.
Bisogna sviluppare intorno alla vicenda degli F35 una mobilitazione nazionale contro la politica imperialista e di guerra del governo.
Proletari comunisti è e deve essere sempre più dentro a tutto questo movimento, con ruolo attivo e crescente, sviluppando unità e rete per il sindacato di classe in fabbrica e sui posti di lavoro, coordinamenti precari-disoccupati nelle città del sud, comitati contro la repressione, fronte unito proletario e popolare sul territorio, in particolare No Tav e No F35, ecc.
Avanzando su questo terreno, si creano condizioni migliori, per avanzare nella costruzione del partito comunista di tipo nuovo, nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse.
Proletari comunisti -PcmItalia
1 febbraio 2012
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