speech proletari comunisti/CP maoist Italy
Nella notte del 24 sono arrivate notizie di un cessate il fuoco tra Israele e Iran dopo 12 giorni di aggressione israeliana, ratificato da Trump che sostiene a spada tratta l'aggressione all'Iran fin dal primo momento a cui ha fatto seguire l'attacco diretto all'Iran nei giorni scorsi.
il governo iraniano si è reso disponibile ad arrivare a questi due momenti di “tregua”. Ma non si può che parlare di un'operazione che mira innanzitutto a impedire la reazione dell'Iran che c'è stata ed è stata in parte efficace sia in risposta all'aggressione israeliana sia in risposta all'azione proditoria e guerrafondaia dell'imperialismo americano.
Salutiamo come fatti positivi la risposta data dall'Iran con l'azione militare contro la base militare americana in Qatar così come la decisione del Parlamento iraniano che invitava i capi del loro governo a andare avanti verso il blocco dello stretto di Hormuz.
In nessuna maniera si può parlare di accordo e in nessuna maniera si può parlare di pace perché il piano che vi è dietro l'azione militare dell'imperialismo americano e dell'aggressione dello Stato sionista di Israele è ben chiaro: si vuole rovesciare il regime iraniano per sostituirlo con un regime direttamente dipendente dall'imperialismo americano e dallo Stato sionista di Israele, si vuole mettere sotto tutela politico-militare l'Iran per trasformarlo da governo di opposizione ai piani dell'imperialismo e del sionismo in governo complice dei piani dell'imperialismo e del sionismo. Il popolo iraniano in nessuna maniera vuole questo e non lo vuole certo anche una parte dell'opposizione al regime che chiaramente
sa distinguere tra la necessità di rovesciare il regime iraniano, come aspirazione dei proletari e del popolo iraniano, delle donne iraniane, per un regime più democratico e più progressista, e invece farsi pedina dell'aggressione imperialista americana e sionista che certamente non potrebbe che regalare ai proletari e alle masse popolari iraniane - e meno che mai alle donne iraniane - una nuova oppressione ancora più feroce e a servizio degli interessi che non sono certo delle masse iraniane, delle masse arabe in generale, ma solo ed esclusivamente delle multinazionali del profitto e dell'assetto geopolitico a guida imperialista nell'area.È chiaro che le masse iraniane vogliono che la guerra venga fermata e questa è l'aspirazione di tutto il popolo iraniano a cui il governo iraniano qualunque sia la sua natura non può sottrarsi.
Ma “senza giustizia nessuna pace”, in nessuna maniera bisogna darla vinta all'imperialismo e al sionismo, in particolare al regime israeliano che, anche nei giorni in cui è sembrato concentrato nell'attacco all'Iran, ha continuato il piano di genocidio nei confronti del popolo palestinese con centinaia e centinaia di morti e, come al solito, donne e bambini.
Di conseguenza nulla è cambiato nella sostanza della questione.
Bisogna mobilitarsi contro l'aggressione imperialista americana e sionista all'Iran, difendere il diritto all'autodeterminazione delle nazioni e dei popoli profondamente violato dall'imperialismo e sionismo in spregio di ogni trattato dell’Onu, di ogni regola internazionale. Bisogna continuare la mobilitazione a sostegno senza alcun arretramento del popolo palestinese e della sua resistenza eroica e della necessità che la resistenza eroica del popolo palestinese e l'opposizione ai piani dell'imperialismo e del sionismo nei confronti dell'Iran cementino un fronte popolare, di proletari e popoli oppressi nell'area, e oppongano ai piani di guerra dell'imperialismo la lotta di liberazione nazionale e sociale in primis del popolo palestinese.
L'imperialismo vuole il controllo monopolistico dell'area perché ne vuole fare una piazza d'armi e una piazza forte del posizionamento dell'imperialismo americano, dei suoi alleati e i suoi satelliti; farne suoi paesi di punta, nella contesa interimperialista che ci porta per tappe, come ha già detto anche Papa Bergoglio, verso una guerra mondiale interimperialista, una guerra di ripartizione con cui l'imperialismo cerca di uscire dalla sua crisi e scaricarla sui popoli, sui proletari, sulle nazioni e di costituire un dominio, un nuovo ordine mondiale all'insegna del più spietato potere dei ricchi, dei padroni e della più spietata oppressione dei proletari e dei popoli nell'area, nel mondo e all'interno di ciascun paese.
Non è un caso che la presidenza Trump, che noi sin dal primo momento abbiamo definito fascio/razzista, imperialista, guerrafondaia, “nemico numero uno” - se così si può dire - dei proletari e dei popoli del mondo, lo ha dimostrato anche nelle settimane scorse all'interno del suo paese con la caccia degli immigrati per deportarli. Ma si è dimostrato anche come questa azione abbia trovato una forte opposizione nelle comunità immigrate negli Stati Uniti e di una parte rilevante del fronte di opposizione alla presidenza Trump e al regime della guerra e dell'oppressione nelle università, nelle piazze, in ampi settori del popolo. La decisione di Trump, assolutamente fuori perfino dalle regole del parlamento americano, ha trovato e trova opposizione anche all'interno della classe dominante e in parte anche all'interno della frazione della classe dominante che ha creato la presidenza Trump.
Le contraddizioni interne e la risposta all'esterno venuta in primis dall'Iran sono fattori che è in qualche maniera hanno posto un primo freno al piano di aggressione dell'imperialismo e del sionismo.
Dobbiamo continuare a lottare e a sostenere tutti coloro che si battono perché le truppe americane abbandonino i piani di attacco verso l'Iran e vadano via dall'intera area; dobbiamo sostenere e lottare per mettere fine all'aggressione sionista e al ruolo generale dello stato sionista di Israele genocida verso il popolo palestinese, gendarme dell'imperialismo verso tutte le masse proletarie arabe della regione, compresa quella parte delle classi dominanti reazionarie in quest'area che non sono allineate e non si fanno pedine dirette dell'imperialismo dominante.
E’ chiaro che l'azione di Trump è apparsa una forzatura anche verso le altre potenze imperialiste, in primis le potenze europee che ancora una volta hanno risposto a questo passaggio unendosi e dividendosi secondo gli interessi non della pace e dei popoli ma secondo gli interessi dei governi e dei padroni di ciascuno dei paesi imperialisti; e soprattutto ribadendo l'intenzione di armarsi non certo per contrapporsi all'imperialismo americano ma per marciare insieme a esso, tutelando i propri interessi specifici nella guerra in Ucraina, nel Medio Oriente e, in prospettiva, nel grande incendio mondiale che appare all'orizzonte del Pacifico, dove si vuole attaccare la Cina e cercare anche in quell'area un fronte della guerra di ripartizione.
Ancora una volta le potenze imperialiste russa e cinese si sono dimostrate ben lungi da quanto dicono alcuni anche nel nostro paese di essere "un baluardo dell'opposizione ai piani dell'imperialismo americano" ma parte di un sistema che ne cerca l'alleanza/mediazione che in ogni caso collude ai danni dei proletari e dei popoli. Nulla di sostanziale è stato fatto da questi paesi imperialisti per sostenere il popolo palestinese, nulla di sostanziale è stato fatto anche in termini di dichiarazioni chiare e nette nei confronti dell'aggressione iraniana, anzi, abbiamo sentito voci per cui questi paesi imperialisti non vogliono più contrapporsi all'imperialismo e si propongono come un ruolo di mediazione rispetto ai loro interessi specifici non certo un ruolo che favorisce la lotta di liberazione nazionale e sociale dei proletari e dei popoli.
- L'imperialismo terrorista USA attacca l'Iran... un altro passo verso la guerra mondiale
In questo contesto è chiaro che noi dobbiamo guardare all'interno del nostro paese, e nel nostro paese vediamo il governo Meloni e il suo ministro degli affari bellici, Crosetto, che si fanno in prima linea portatori dei piani di riarmo del nostro paese, un riarmo che Meloni colloca a fianco dell'imperialismo americano innanzitutto, un piano di riarmo che risponde agli interessi dell'imperialismo, dei padroni e dell'industria bellica del nostro paese ed è fatto contro gli interessi dei proletari e dei popoli attaccati e dominati dall'imperialismo ma nella sostanza anche contro gli interessi dei proletari e delle masse popolari del nostro paese.
Proprio la crisi in Iran ha messo in luce questo. Al di là di alcune parole di distinguo o di aspirazioni a essere quello che non si è, Meloni e il suo ministro della difesa si sono immediatamente collocati a fianco dell'imperialismo americano; anzi, hanno approfittato dell'acutizzazione delle contraddizioni internazionali per esprimere chiaramente la loro intenzione, in primo luogo, di sviluppare un piano di riarmo del 5% proprio secondo la richiesta-diktat della presidenza americana di Trump.
In secondo luogo non hanno assolutamente preso in considerazione alcun distinguo economico, politico, diplomatico e militare rispetto ai piani di genocidio e di crimini contro l'umanità, alla violazione aperta di ogni diritto internazionale operati in Palestina dal regime sionista israeliano e della sua guida attuale, Netanyhau.
Terzo, a fronte della possibilità - che poi è una certezza - di utilizzare le basi in Italia dell'imperialismo americano, quelle principali di Aviano e Sigonella, disposte proprio a servizio dei piani dell'imperialismo americano, il governo non ha affatto smentito, anzi, ha detto che se ci sarà la richiesta - ma questa richiesta c'è già - il parlamento ne dovrà discutere e dovrà dare l'autorizzazione. A parte che questa è una normale procedura, ma è evidente che non è stata affatto una smentita dell'uso delle basi italiane nel piano di guerre in corso e nei piani futuri.
Noi non possiamo accettare nel nostro paese che il governo sia complice e servo dei piani imperialisti di USA e Israele, noi non possiamo accettare che l'economia nazionale venga trasformata tutta in economia di guerra a servizio degli interessi delle multinazionali, dei padroni, che mettono così le loro mani sull'intero apparato industriale ed economico del paese.
Il ministro Crosetto è ancora peggio che un ministro della guerra, è un commesso dell'industria militare, il nostro governo ha come ministro della difesa un procacciatore d'affari, un rappresentante della lobby dell'industria militare. Questo è inaccettabile. Questo comporta che ogni passo avanti verso il riarmo per la guerra si traduce, oltre che nei profitti dei padroni, nei profitti anche individuali e personali del ceto politico che si raccoglie intorno a Fratelli d'Italia e in particolare della frazione di capitalisti e signori della guerra che sono parte significativa di questo partito e che sono i veri burattinai delle marionette che sono al governo.
In questo senso è fondamentale nel nostro paese lottare per rovesciare questo governo,. Lottare contro la guerra, non volere che avanzi il riarmo significa oggi rovesciare questo governo, combattere ogni illusione che viene data sulla possibilità che questo governo cambi; e anche le voci dell'opposizione che si limitano a fare delle critiche (“perché non sarebbe chiaro”, “perché non sarebbe apertamente schierato” e così via) sono pura ipocrisia, Schlein e Conte sanno benissimo che questo governo è culo e camicia con l'imperialismo americano, con l'industria bellica, con gli interessi più reazionari e guerrafondai che ci sono non solo nel nostro paese ma in Europa.
Ogni opposizione, ogni critica a questo governo è benvenuta, ma in nessuna maniera i proletari e le masse popolari possono fare affidamento a questa opposizione per opporsi ai piani di riarmo, ai piani di guerra e per ricostruire un fronte proletario e popolare sul terreno della lotta alla guerra, all'economia di guerra, allo scarico della crisi e della guerra sulle condizioni di vita dei proletari e delle masse popolari che si riflette nel carovita, che si riflette nel taglio dei servizi sociali, nel blocco dei salari, nella mancanza di fondi per il lavoro e nella divaricazione sempre più profonda tra ricchi e poveri, tra padroni e lavoratori.
E’ chiaro che questo governo non solo è interno ai piani di guerra e all'economia di guerra, è interno ai piani di trasformazione dello Stato a servizio degli interessi del Capitale. Questa trasformazione dello Stato è il punto forte dell'ideologia e della prassi di stampo moderno fascista di questo governo sin dall'inizio; e l'avanzare della marcia guerrafondaia dell'imperialismo e l'acutizzazione delle contraddizioni internazionali spingono questo governo ad andare oltre gli stessi piani di Stato di Polizia santificati con l'approvazione dei decreti di sicurezza. Si vuole un vero e proprio Stato di guerra, uno Stato di emergenza che viene rivolto innanzitutto nei confronti dell'opposizione reale, con il potere di cancellare manifestazioni, iniziative, con la militarizzazione di ampie parti del nostro territorio, col fare dello Stato, del governo una sorta di fortezza da difendere dal popolo, contro il popolo.
In questo senso rigettiamo le misure che il governo ha approvato - senza alcun passaggio parlamentare peraltro - che vanno in questa direzione. Dobbiamo difendere non solo la volontà di pace dei proletari e delle masse popolari di stare fuori dalle guerre e di stare a fianco dei popoli che le subiscono e lottano contro di esse, in primis il popolo palestinese; ma dobbiamo difendere le libertà democratiche, le libertà di manifestazione, di pensiero e di azione contro l'avanzata dello Stato di Polizia e del moderno fascismo a 360° sotto la guida di questo governo.
In questo senso un fronte particolare riguarda i lavoratori, come sempre, ma in questo frangente riguarda le organizzazioni dei lavoratori.
Nello sciopero dei metalmeccanici si sono sentite voci di solidarietà al popolo palestinese e di opposizione ai piani di riarmo del governo ma queste voci non possono essere voci per un comizio elettorale di sindacalisti ma sono voci per una mobilitazione operaria popolare.
Gli operai metalmeccanici, le masse lavoratrici devono dire un chiaro NO a questi piani del governo di riarmo e chiedere non solo la fine di questi piani ma la fine del governo che li sostiene



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