After the
mass sexual violence on dozens and dozens of women in Cologne, but also in
Hamburg, Frankfurt and other cities in Germany, the racist and imperialist
watchdogs unleashed their war of "values", accompanied by implemented or
announced measure of closing borders or expelling refugees.
The women
harassed, hunted, insulted, raped become the occasion for a war of civilization
- in words - and fascist reaction - in practice - for a dirty political battle
of the rightists, this time accepted by everybody, including the "supportive
with immigrants" mayor of Cologne and A. Merkel.
In Cologne
something very serious occurred, in a form and scale unprecedented. The fact
that for new year in some European countries hundreds, thousands of men, mostly
youth, come from the suburbs to the down-towns in the of the imperialist
citadels for stealing, picking pockets, has already happened. It happens for
example in the heart of Madrid, Puerta del Sol, where at around midnight huge
number of people gather to celebrate the new year.
They are
not refugees, but mostly national of those countries, inhabitants of the
suburbs, the banlieues which are not only in Paris, but in every imperialist
citadel; they are marginalized, discriminated, poor, who see in the new year the
opportunity to grab what they can. Are they organized? Yes and no. There are
many and come together in groups, but you can not say that there is one
direction behind.
The problem
is that in Cologne this was joined by a brutal hunt of women, massive sexual
harassment, assault, offenses.
But all
those who now want to turn away this from themselves, from the respectful
(toward women) West should look in the mirror.
In Cologne
not only patriarchal practices and ideas toward women of the "third world"
appeared, but found an intensifier
bedrock in the aberrant ideas of "men who hate women" in the "modern"
imperialist countries, the imperialist machismo / sexism, of "civilised"
bourgeois men.
These are
"children" who grew up in this rotten and barbaric imperialist social system
that in its dying phase increasingly produces a fascist hate against women that
in turn produces, again in a “massive scale”, rapes and femicides, well inside
their beautiful cities and civilians and emancipated families.
Now the
police, governments, journalists must find among the assailants the refugees,
while it comes out that in the gangs there were also drunk and violent "pure"
Germans.
On the
Manifesto, Italian newspaper, we read: “… calls to go to Cologne to ‘defend our
women’ circulate on Internet”. ‘Our’, i.e. owned by German male, called to
embody not their freedom, but the German ’values’. Conservative media have been
insisting for months that the prevalence of young Islamic males among the
refugees would have resulted in a threat for the safety of women. Politicians
and political forces always stuck to traditional roles dictated by patriarchy
suddenly discovered to be convinced defenders of women's freedom. And the events
in Cologne are the perfect culmination of this campaign...”.
As
Pierluigi Battista writes on Corriere della Sera: “Men who assaulted as animals
women celebrating the New Year in Cologne wanted to punish the freedom of their
victims ... considered them prey to be publicly despised and beated, those
women who did use a freedom that rapists and thugs in Cologne consider
unthinkable, sinful, a symbol of perversion. Women who study and work, who get
married with whom they wish... women who drink and eat freely, enter the bars,
make love when they choose to do so ... It has been a ritual of humiliation
organized, coordinated, directed to hit what is now commonly called a
‘lifestyle’ ... With all due caution and sense of responsibility you should have
in this kind of problems, Cologne has the same meaning as symbolic irruption
that the fanatical raid against Charlie Hebdo ... We have the task to defend
this way of life, and consider inviolable women and their freedom.”
It is a
call to arms, first in the name of the war on Islamic fundamentalism = terrorism
and later on Islamic fundamentalism = violence on ‘our’ women and our ‘freedom’.
They circulate a false propaganda on the freedom of women in Western countries,
a "freedom" more and more full of "modern Middle Ages" for women, attacks on the
rights and dignity of women, in Italy as in Germany, as in the “most civilised”
Scandinavian countries, where even novels give voice to the "clean" fascist
hatred towards women, and "white" Nazi death-thirsty children are born - do you remember the
massacre in Utøya on July 2011?
To all this
we respond, as women:
NOT IN OUR
NAME!
Il giorno 11 gennaio 2016 08:44, maoist <pcro.red@gmail.com> ha scritto:
Se hai tempo traducilo in inglese
Margherita
COLONIA: DE TE FABULA NARRATUR
Dopo la violenza sessuale di massa a decine e decine di donne a Colonia, ma anche ad Amburgo, Francoforte e altre città della Germania, si scatena la canea razzista imperialista e la guerra dei "valori", insieme a misure attuate o annunciate di blocco delle frontiere o espulsione dei profughi.
Le donne molestate, braccate, offese, stuprate diventano l'occasione per una guerra di civiltà (a parole) e di reazione fascista (nei fatti), come per una sporca battaglia politica della destra, e questa volta accettata da tutti, compresa la sindaca "solidale con gli immigrati", come la Merkel.
A Colonia è avvenuto un fatto gravissimo, e in quelle dimensioni e forme nuovo. Che a capodanno in alcuni paesi europei centinaia, migliaia di uomini, prevalentemente giovani, arrivino dai quartieri della periferia e calino nel centro delle cittadelle imperialiste per rubare, borseggiare, è già accaduto; avviene per esempio da anni nel cuore di Madrid, a puerta del Sol, dopo la mezzanotte quando tantissima gente sta nella piazza a festeggiare.
Non sono profughi, sono nella maggioranza nativi di quei paesi, sono gli abitanti di quelle banlieues, che non stanno solo a Parigi, ma in ogni cittadella imperialista, emarginati, discriminati, poveri, che vedono nel capodanno l'occasione per arraffare ciò che si può. Sono organizzati? Sì e no. Sono tanti che arrivano insieme, a gruppi, ma non si può dire che c'è una unica regia dietro.
Il problema che a Colonia a questo si è unita una bestiale caccia alle donne, le molestie/violenze sessuali di massa, le offese.
Ma tutti coloro che ora vogliono allontanare da sè, dal rispettoso (verso le donne) occidente si guardino nello specchio.
A Colonia non sono andati in scena solo pratiche e concezioni patriarcali da "terzo mondo" verso le donne, ma queste trovano sempre più l'humus rafforzativo nelle aberranti concezioni di "uomini che odiano le donne" dei "moderni" paesi imperialisti. Trovano il maschilismo/sessismo imperialista, dei "civili" uomini borghesi.
Si tratta di "figli" cresciuti in questo sistema sociale imperialista marcio e imbarbarito, che sempre più produce nella sua fase morente nei confronti delle donne un odio fascista che produce, anche in questo caso a "livello di massa", stupri e femminicidi in quantità elevata, nei loro bei paesi civili e nelle loro belle ed emancipate famiglie.
Ora la polizia, i governi, i giornalisti devono trovare tra gli aggressori per forza i profughi, mentre vengono fuori che nei branchi vi erano anche "puri" tedeschi altrettanto ubriachi e violenti.
Il Manifesto scrive: "...sulla rete circolano inviti a recarsi a Colonia «per difendere le nostre donne». "Nostre", appunto, proprietà del maschio germanico, chiamate a incarnare non la loro libertà, ma i «valori» tedeschi. È da mesi che i media conservatori insistono sul fatto che la prevalenza di giovani maschi di religione islamica tra i rifugiati avrebbe comportato una minaccia per la sicurezza delle donne. Personaggi e forze politiche da sempre attaccati ai tradizionali ruoli dettati dal patriarcato si scoprivano improvvisamente convinti paladini della libertà femminile. E i fatti di Colonia rappresentano il perfetto coronamento di questa campagna...".
Mentre scrive Pierluigi Battista sul CdS: "Gli uomini che a Colonia si sono avventati come animali sulle donne in festa per il Capodanno volevano punire la libertà delle loro vittime... Consideravano prede da disprezzare e da percuotere le donne che facevano pubblicamente uso di una libertà che gli stupratori e gli energumeni di Colonia considerano inconcepibile, peccaminosa, simbolo di perversione, donne che studiano e lavorano. Che sposano chi desiderano... Che bevono e mangiano in libertà, entrano nei locali, fanno l’amore quando scelgono di farlo... È stato un rito di umiliazione organizzato, coordinato, diretto a colpire quello che oramai comunemente viene definito uno «stile di vita»...
....Con tutte le cautele e il senso di responsabilità che si deve in questo genere di problemi, Colonia ha lo stesso significato di aggressione simbolica dell’irruzione fanatica nella redazione di Charlie Hebdo...
(E conclude) "...A noi il compito di difenderlo, questo modo di vivere, e di considerare inviolabili le donne, e la loro libertà".
E' una chiamata alla guerra, prima in nome della lotta all'islamismo=terrorismo e ora dell'islamismo=violenza alle "nostre" donne e nostre "libertà". Mandando in scena una propaganda falsa sulle libertà delle donne nei paesi occidentali, una "libertà" sempre più pregna di "moderno medioevo" per le donne, di attacchi ai diritti e dignità delle donne, dall'Italia, alla Germania, agli "ultracivili" paesi nordici, dove perfino i libri danno voce al "pulito" odio fascista verso le donne, e dove albergano i "bianchi" figli nazisti assetati di morte - ricordate la strage di Utøya nel luglio 2011?
A tutto questo come donne rispondiamo:
NON IN NOSTRO NOME!
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