Questo
periodo di pandemia nei movimenti, anche da parte di chi si dice
rivoluzionario, come tra i lavoratori sono emerse alcune posizioni
che mostrano un difetto proprio dell'analisi marxista del capitale e
del sistema del capitale (ma chiaramente questo è un problema e un
compito dei comunisti)
Si
minimizza il coronavirus: in effetti non avrebbe questa capacità di
uccidere migliaia di persone... in fondo chi è morto aveva già
patologie, quindi soprattutto anziani... l'unico vero problema è lo
stato della sanità, ecc. Da qui si
mette
l'accento sulle “strumentalizzazioni” dell'epidemia da parte di
padroni, governo, Istituzioni, sulle “manovre” del governo che
utilizza il coronavirus per distrarre il proletariato e le masse
popolari dai “veri problemi”, ecc.; vedendo la questione
coronavirus come una sorta di “complotto” tra capitale, governo,
Stati per scaricare la crisi sui proletari e le masse.
Questo
non ha niente a che fare con un'analisi scientifica, marxista del
modo di produzione capitalista, che nella
produzione/riproduzione/circolazione, mondiale nella fase
imperialista, per
il suo profitto, lo sfruttamento della forza-lavoro, va come un
predone dove può mettere le sue grinfie, distruggendo ambiente,
devastando territori, distruggendo le forze produttive che lo stesso
capitale ha sviluppato, natura, sottomettendo alla sua legge
popolazioni come territori incontaminati, e producendo in questa
trasformazione forzata di habitat di animali, anche inevitabili
pandemie, che, quindi, non sono un “complotto”, un “pretesto”
ma l'inevitabile anello della voracità del capitale nella fase
imperialista.
I
“veri problemi” dei lavoratori, delle masse popolari prima della
pandemia erano già scaricati su di loro, non c'era bisogno del
coronavirus; oggi la pandemia è
un “vero problema” delle masse, a
livello mondiale,
che hanno e continuano a pagare pesantemente in termini di vite umane
e di nuovo peggioramento delle condizioni di vita, di lavoro, di
diritti fondamentali (sciopero, lotte, assemblee, manifestazioni) già
attaccati.
Le
potenze imperialiste hanno usato e continueranno ad usare la pandemia
sul fronte della contesa/collusione interimperialista. Uno dei fronti
è la sanità e le misure di intervento (una per tutte la contesa
Usa/Cina, ma anche i rapporti Urss-Cina/Ue-tra gli imperialismi
europei tra chi si conquista l'egemonia sulle misure sanitarie,
vaccino, ecc.). (1
Quindi,
la pandemia è un “vero problema” per i proletari e le masse.
Ma
lo è molto anche per i capitalisti. Si parla della crisi più grave
da quella del 29.
I
capitalisti, quindi, non sono stati contenti del coronavirus, l'hanno
anch'essi subito. Hanno cercato in tutti i modi di non interrompere
le loro produzioni, e ora cercano, chiaramente, di far pagare agli
operai, ai lavoratori il “danno” che hanno subito. Il capitale
anche in questa crisi pandemica da un lato si è industriato: alcuni
settori hanno avviato una riconversione momentanea della produzione
(comprese le inevitabili speculazioni – vedi l'affare mascherine);
hanno forzato verso governo, prefetture per mantenere aperte le
fabbriche (siderurgiche, di produzioni belliche, ecc.); hanno dato
una versione moderna del lavoro a domicilio con lo smart work;
dall'altro non ha visto l'ora di tornare a produrre come prima e più
di prima. Quindi non gli va affatto bene questa situazione (2).
Cerca di trarne profitto sulla intensificazione dello sfruttamento
degli operai, userà ora e dopo il coronavirus per trarre profitti
dalla “ricostruzione” della sanità, ma vuole tornare a produrre
pienamente. Se fosse tutto frutto della volontà cattiva del capitale
che ha “trovato il modo per uscire dalla crisi” non premerebbe
per il ritorno all'organizzazione del lavoro “normale”.
Dire
che è un “pretesto” porta, invece, non ad elevare la denuncia e
l'analisi, ma a nascondere le leggi del capitale e la necessità
della lotta rivoluzionaria per porvi fine; porta a normalizzare, a
non vedere la
strage planetaria in corso, la portata del fenomeno e la necessità
di fare un salto nella lotta contro il sistema
capitalista/imperialista.
Il
coronavirus come pretesto, la sua banalizzazione è la posizione dei
Bolsonaro, di Johnson all'inizio, di Trump. Certamente,
lo stato disastroso della sanità ha trasformato il coronavirus in
una strage, ma chi produce le pandemie, che diverranno sempre più
cicliche e ravvicinate, è, ripeto, il modo di produzione
capitalista.
A
volte, poi, nelle denunce vi è una visione enfatica della forza del
capitale che porta inevitabilmente al pessimismo anche nell'azione.
Non si vede la debolezza, la contraddizione intrinseca del modo di
produzione capitalista, e non si vedono le crisi come espressioni
nello stesso tempo di forza e di debolezza. Non è vero che il
capitale dalle crisi esce sempre più forte – se mai più
“selezionato”. Lenin spiega ne “L'imperialismo” come nel
momento più alto, supremo, espansivo del capitale corrisponde anche
la fase della putrescenza.
La
lettura della pandemia come una sorta di “complotto pianificato”,
arriva
a dire che essa sarebbe stata usata per rispondere alla questione
della sovrappopolazione: anziani soprattutto, ma anche popolazione
non produttiva, migranti, ecc.
La
sovrappopolazione è una inevitabile conseguenza della legge
dell'accumulazione del capitale. Paradossalmente
- ma non è così – è la popolazione operaia che produce i mezzi
che rendono sé stessa eccedente, Il proletariato produce la
ricchezza altrui e la miseria propria.
La
sovrappopolazione è un problema dei governi che devono fare ogni
tanto dei provvedimenti per ridurre l'impatto “eversivo” che
potrebbe avere una sovrappopolazione senza lavoro, senza reddito; non
è invece un problema per il capitale che anzi usa la
sovrappopolazione sia come riserva, bacino di una forza-lavoro
fluttuante, a disposizione a basso costo, sia come pressione per
abbassare il salario e aumentare lo sfruttamento degli operai
occupati.
E'
il governo che ha dovuto fare la sanatoria per i migranti perchè
l'industria dell'agricoltura ora ne ha bisogno.
Per il capitale l'asse
non è “produci-consuma-crepa”, altrimenti non avrebbe più forza
lavoro, ma “produci-consuma-torna a produrre”. Se in questo ciclo
crepi, è un “incidente di percorso” per il capitalista, non
perchè è cattivo ma perchè il modo di produzione capitalista ha
come scopo solo il profitto e lo sfruttamento della “merce”
forza-lavoro.
Non
dobbiamo confondere la teoria della sovrappopolazione con una sorta
di teoria per cui sembrerebbe che il capitale pianifichi la morte
degli anziani da coronavirus. Innanzitutto, il
sistema capitalista di fronte alle pandemie è incapace e
impossibilitato a fronteggiarle,
perchè esso ne è la causa, perchè il capitale è da circa 150 anni
che non è più fattore progressivo ma distruttivo; quando comunque
le deve fronteggiare si regola come sempre, secondo le regole del
profitto e del minor danno. E chiaramente per come affronta le
epidemie, per il disastro apportato alla sanità, per la indicibile
speculazione con costi al minimo e grandi utili con cui fronteggia la
questione degli anziani, la maggiorparte dei morti sono gli anziani
(ma anche qui senza unilateralismi). Questo da un lato gli può anche
andare bene, dall'altro no, perchè vengono meno le pensioni degli
anziani che sostengono più persone, viene ridotto l'affare delle
badanti, i grandi affari delle industrie farmaceutiche, ecc, Ma la
morte degli anziani non sta in una sorta di “elenco” fatto, tra
chi sacrificare e chi no, come una “soluzione” per regolare la
sovrappopolazione.
Per
concludere. I
comunisti non sono allarmisti, né minimizzatori, né stanno sulla
montagna a predicare: “vedete che avevamo ragione noi...?”. I
comunisti sono scienziati della rivoluzione, ma scienziati agenti che
vogliono, come dice Marx, trasformare il mondo. Non vedono il sistema
come un molock, ma ne analizzano le contraddizioni e ne fanno punto
utile per la lotta economica, politica e rivoluzionaria dei proletari
e delle masse popolari.
Proletari comunisti_PCm Italy
No comments:
Post a Comment