per il movimento
NOTAV
sosteniamo la guerra popolare e il movimento maoista in India !
Lo scorso 24 marzo il movimento No Tav
in occasione del rapimento nello stato indiano di Orissa di due
italiani,scriveva sul suo sito “La val di Susa e l’India, due
terre così lontane che si legano quasi per caso nella vicenda di
Paolo”, in merito al rapimento di Paolo Bosusco da parte del
movimento maoista facente capo al comitato di stato di Orissa.
Nel messaggio e in quello precedente i
compagni dicevano anche: “Abbiamo conosciuto la grave situazione
del vostro popolo e delle vostre terre, abbiamo capito i sentimenti e
la voglia di libertà che vi anima nel lottare e richiedere la
liberazione dei vostri compagni in carcere “ e inoltre
“anche in val di Susa si parla e si racconta della lotta no tav
in modo falsato e distorto, solo chi vive, solo chi attraversa le
situazioni può capirle.” Ebbene da allora sono passati quasi 5
mesi e come sappiamo la lotta in valle continua e si sviluppa
assestando nuovi colpi ai piani del governo Monti e alla
militarizzazione della valle che, nonostante la presenza asfissiante
dell’occupante, resiste e contro-attacca con fantasia, intelligenza
e determinazione.
Quello che sicuramente è meno a
conoscenza del movimento italiano sono invece gli sviluppi
rivoluzionari in India, una rivoluzione (la più grande del mondo
attualmente in corso nel paese più popolato del pianeta dopo la
Cina) che in questi ultimi continua a svilupparsi, come denunciano
preoccupati i media indiani circa l’estendersi del movimento
rivoluzionario nel nord-est e all’estremo sud del paese e la sua
influenza nei settori urbani in primis università e movimento
operaio (vedi l’ultimo grosso sciopero alla maruti-suzuki).
Dal 2009 lo stato fascista indiano ha
lanciato una vera e propria campagna militare contro le “zone
liberate” autogovernate dai maoisti con l’invio di 70mila uomini
(equivalenti alle truppe straniere in Afghanistan), la nota
scrittrice progressista indiana Arundathy Roy ha definito la campagna
militare governativa come “genocida” e “guerra del governo
contro il suo stesso popolo”. In questo contesto i popoli indiani,
le masse indiane, i lavoratori resistono eroicamente grazie al loro
esercito popolare e a tutte le forme organizzative utilizzate di
volta in volta e in maniera complementare come le organizzazioni
delle donne, studentesche, i sindacati rivoluzionari racchiuse nel
Fronte Democratico Rivoluzionario (che il governo sta per dichiarare
fuorilegge, così come il Partito Comunista Indiano maoista già da
anni nelle liste delle organizzazioni terroristiche).
Oltre a fronteggiare gli attacchi
governativi la rivoluzione indiana, come succede spesso in questi
movimenti, deve respingere anche attacchi “interni” e tradimenti,
ultimo dei quali viene proprio da Sabyasachi Panda l’ex leader
maoista sotto la direzione del quale nello Stato di Orissa, è
avvenuto il sequestro di Paolo e Claudio.
Il suo passaggio dalla parte del nemico
è stato denunciato duramente in un documento del PCI(M) di cui
riportiamo qualche stralcio perché crediamo tratti anche dei punti
di interesse con il movimento NOTAV, come il testo di quest'ultimo
segnalava.
Qualsiasi organizzazione o movimento
serio necessariamente adotta un metodo che si basa sul confronto
aperto e la decisione collettiva che, dopo essere stata presa, viene
attuata con la massima solerzia come abbiamo visto in valle in cui al
di là delle appartenenze politiche e ai “credo” la linea di
condotta è attuata collettivamente dalle componenti del movimento.
Come scrivono i compagni indiani nel
documento citato “vogliamo dire chiaramente che il nostro
partito conduce meeting, plenum e conferenze al fine di correggere e
migliorare la nostra pratica e avanzare con più alti compiti. Esso
individua i propri problemi e errori e li corregge per mezzo della
critica, l’autocritica, prese di posizione e campagne di rettifica
assunte specificatamente. Questo è un processo continuo”.
Il PCIndia maoista sottolinea che
invece l’ex leader maoista Panda agendo in maniera “anarchica”
ha agito contro gli interessi della rivoluzione indiana nel “caso
Bosusco” (al di là del merito della vicenda).
In particolare riguardo la questione
del rapimento il documento dice “Ha ricorso a metodi
opportunisti di destra durante l’arresto sotto la sua leadership
dei turisti italiani. Ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale
per l’intero stato di Odisha. Ma in realtà, non è stato corretto
da parte sua dichiararlo quando due differenti comitati di stato di
partito confinanti stanno lavorando in notevoli parti dell’Odisha e
dei suoi confini e non aveva il diritto di dettare i termini agli
altri due comitati di partito......
I compagni nel rivendicare la necessità
della lotta armata contro il regime indiano, proseguono: “la
polizia, paramilitari e militari conducono questa offensiva dal
fronte mentre tutte le altre componenti partecipano molto crudelmente
nell’offensiva in una maniera pianificata, coordinata e complice.
Così diventa assolutamente necessario per il popolo ricorrere alla
lotta armata.”
In particolare riguardo all’Odisha:
“l’offensiva è destinata ad intensificarsi anche in questo
stato. La ragione dell’intensificarsi di questa grande offensiva
sono gli interessi delle multinazionali e della borghesia compradora
del nostro paese che vogliono schiacciare ogni organizzazione e il
popolo che si rivela un ostacolo al loro saccheggio di risorse
naturali e materie prime nei paesi arretrati come l’India.”
I compagni della valle del movimento
NOTAV ben sanno come l’estendersi della solidarietà è vitale per
un movimento, in questo senso tutti conoscono l’ospitalità che si
riceve in valle quando si va a dare solidarietà concretamente,
soprattutto da parte di quei soggetti che lottano nei propri
territori da nord a sud del paese (e questo è l’aiuto migliore che
possono ricevere i valsusini e tutti i movimenti che si sviluppano
nel nostro paese), in ogni caso nessun valsusino si immaginerebbe o
confonderebbe tale atto di solidarietà concreta come una sorta di
“ingerenza”.
Questo ovviamente succede anche in
India dato che il movimento si sviluppa in più di 1/3 del paese in
cui si incrociano compagni ed esperienze diverse e che parlano anche
lingue diverse (nel senso letterale del termine), è interessante
come viene trattato anche questo aspetto nella critica alle false
accuse dell’ex dirigente nello stato di Orissa Panda che ha
“denunciato” come ingerenza l'azione e la critica esercitata
dagli altri comitati di partito dello Stato Indiano sottolineando
come “ogni membro del nostro partito deve essere preparato ad
andare in ogni parte del paese per lavorare. Inoltre, come comunisti
internazionalisti dobbiamo essere preparati ad andare in ogni paese o
area e lavorare li spalla a spalla con il popoli per la loro
liberazione […]. A causa della sua stretta mentalità regionalista
non solo oggi, Panda non poteva mai accettare il fatto che compagni
di altri stati stanno andando e lavorando in Odisha.”
Infine Panda utilizza una ben nota
argomentazione dello stato indiano ovvero che gli adivasi (le
popolazioni indigene che partecipano attivamente alla rivoluzione)
siano 'sfruttati' dai maoisti:
La risposta del PCI (M) può essere
facilmente compresa dai compagni del movimento No Tav: “esercito
popolare stesso significa esercito in cui le masse popolari sono
protagoniste, esercito che oltre che partecipare alla guerra fa il
suo lavoro in seno e di sostegno alle masse come cucinare,
trasportare merci e generi di prima necessità ecc e che questi
lavori sono proprio parte integrante di esso “. Tutto questo è
tutto il contrario che sfruttare le masse
Tornando al comunicato scritto mesi
addietro dai compagni valsusini si leggeva anche “Non vogliamo
qui entrare nel merito di un conflitto, il vostro, che non conosciamo
ma vogliamo invece raccontarvi la nostra storia.” Noi
auspichiamo che il Movimento no tav acquisisca ulteriori
conoscenze circa un movimento rivoluzionario che si sviluppa in
India, dato che nonostante la sua ampiezza e importanza è spesso
sconosciuto e ignorato anche se oggettivamente è direttamente
correlato all’intralcio degli interessi dei “nostri” padroni
italiani come ad esempio le difficoltà che i padroni delle
multinazionali automobilistiche, compresa la Fiat di Marchionne
trovano nel delocalizzare in India proprio grazie al pericolo
costituito dalla mobilitazione popolare e dalla attività
rivoluzionaria indiana per gli interessi della Fiat, o della
Impregilo che ha rinunciato a finanziare molti progetti in India di
devastazione ambientale perché combattuta da quei movimenti
popolari. Inoltre vogliamo far notare ai compagni la serietà del
movimento maoista indiano nel trattare i propri problemi “interni”
anche pubblicamente e in questo caso, in un certo senso dando una
risposta ai problemi sollevati dal movimento No Tav nei due
comunicati dello scorso Aprile e Maggio.
In questo momento la rivoluzione
indiana attraversa una fase complessa a cui crediamo debba andare il
nostro massimo supporto per il fatto che, se la loro lotta avanza,
questo darà un aiuto ancora più intenso e concreto alle nostre
lotte contro i nemici comuni si chiamino essi Impregilo,
Federmeccanica, Marchionne, Monti e Singh.
Per questo facciamo appello ai compagni
No Tav a solidarizzare attivamente con il movimento maoista indiano
partecipando con una delegazione o una rappresentanza alla Conferenza
Internazionale di Appoggio alla Guerra Popolare in India che si terrà
il prossimo 24 Novembre ad Amburgo e a cui hanno dato già adesione
rappresentanti provenienti da quattro continenti.
Sarà una conferenza di lotta e
“militante” dove tutte le delegazioni porteranno la propria
esperienza di lotta e solidarietà internazionale e internazionalista
dal territorio dal quale provengono secondo l’ottica che tutte le
lotte contro il nemico comune debbano incontrarsi e arricchirsi
vicendevolmente scambiandosi le esperienze.
Per ulteriori informazioni sulla
conferenza e la guerra popolare in india si può consultare il blog:
e in particolare l’appello di
partecipazione alla conferenza:
il documento citato
dei compagni indiani dal titolo ““CC,
CPI (Maoist) out rightly rejects all the vicious, baseless and sham
allegations made by Sabyasachi Panda in cahoots with the ruling
classes and expels him from the party for his betrayal””
è invece scaricabile in inglese al seguente indirizzo:
Comitato Internazionale di Sostegno
alla Guerra Popolare in India – Sezione italiana
csgpindia@gmail.com
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