"Il suo vero segreto fu questo: che essa fu essenzialmente un governo della classe operaia, il prodotto della lotta di classe dei produttori contro la classe appropriatrice, la forma politica finalmente scoperta, nella quale si poteva compiere l'emancipazione economica del lavoro... La Comune doveva dunque servire da leva per svellere le basi economiche su cui riposa l'esistenza delle classi, e quindi del dominio di classe. Con l'emancipazione del lavoro tutti diventano operai, e il lavoro produttivo cessa di essere un attributo di classe". (Karl Marx - "La guerra civile in Francia").
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Pubblichiamo, di seguito, un intervento sulla Comune di Parigi, rivolto prima di tutto agli operai.
Invitiamo questa sera alle ore 17 operai, donne, giovani, compagni e compagne a partecipare, intervenire all'assemblea on line.
Il link per collegarsi è:
Per eventuali problemi tecnici per il collegamento, telefonare a 3355442610
Il
18 marzo del 1871 nasceva la prima grande esperienza di potere del
proletariato, la Comune di Parigi. La Comune di Parigi è durata due mesi
e dieci giorni, dal 18 marzo al 28 maggio, ma questi due mesi hanno
segnato tutta la storia dell'umanità.
Marx ne “La guerra civile in Francia”. Scrive alla fine: “Parigi
operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno, come l'araldo
glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno per urna il
grande cuore della classe operaia. I suoi sterminatori, la storia li ha
già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale non riusciranno a
riscattarli tutte le preghiere dei loro preti”.
La Comune
di Parigi per essere sconfitta ci volle un intero esercito, giorni e
giorni di massacri. Ci furono più di 30 mila comunardi uccisi e tra
questi anche tante donne e bambini. Seguirono 45mila arresti, decine di
migliaia di condanne - molte trasformatisi in uccisioni - e di
deportazioni, mentre migliaia di parigini fuggirono all'estero. In quei
giorni ci fu un fiume di sangue che scorreva nelle strade.
Ma Lenin dice: "Il
ricordo dei combattenti della Comune è onorato non solo dagli operai
francesi, ma anche dal proletariato di tutto il mondo, perché essa non
combattè per un obiettivo locale o strettamente nazionale, ma per
l'emancipazione di tutta l'umanità lavoratrice, di tutti gli umiliati e
offesi. Come combattente d'avanguardia della rivoluzione sociale, la
Comune ha conquistato la simpatia in tutti i luoghi in cui il
proletariato soffre e lotta... Il rombo dei cannoni di Parigi ha
risvegliato dal loro sonno profondo gli strati più arretrati del
proletariato e ha dato dappertutto un impulso alla propaganda socialista
rivoluzionaria. Per questo la causa della Comune non è morta, per
questo continua a vivere fino ad oggi in ognuno di noi. La causa della
Comune è la causa della rivoluzione sociale è la causa della completa
emancipazione politica ed economica dei lavoratori, è la causa del
proletariato mondiale. E in questo senso è immortale".
La
Comune di Parigi viene organizzata in una fase in cui la Francia che
aveva tentato nel 1870 di fare la guerra alla Prussia ne viene
schiacciata. Il popolo cerca di resistere, di rilanciare la battaglia
contro i nemici prussiani, impone la proclamazione della Repubblica,
contando di ottenere riforme sociali e invece trova nel governo, Thiers -
"questo nano mostruoso", come scrive Marx, "(che) mai durante
la sua lunga carriera politica, si è macchiato neppure di un solo
provvedimento, sia pure dei più insignificanti, di qualche utilità
pratica. L'unica sua coerenza è stata l'avidità di ricchezze e l'odio
contro coloro che le producono" - colui che si inginocchia nei
confronti dei prussiani e vuole disarmare le masse. Una situazione che
provocava per le masse una gravissima condizione in cui mancava tutto e
che portò alla decisione il 18 marzo di insorgere, cacciare il governo
che aveva firmato una pace disastrosa ed eleggere il 26 marzo e
proclamare il 28 marzo la Comune di Parigi
“I
prezzi aumentavano e molti prodotti sparirono dal mercato, come la
carne bovina. Si vendeva la carne di cavallo, poi fu la volta della
carne di gatto, di cane e di topo. A dicembre furono abbattuti gli
animali del giardino zoologico, e furono macellati gli elefanti, gli
orsi, le antilopi. Furono introdotte le tessere per la carne, e i più
poveri, che avevano bisogno di denaro, le vendevano. Essenziale alimento
quotidiano rimaneva il pane, «un impasto nero che torceva gli
intestini».
L'inverno 1870-1871 fu particolarmente
rigido, e per l'alto costo della legna e del carbone la popolazione
smantellò palizzate, segò gli alberi dei parchi del Bois de Boulogne, di
Vincennes, degli Champs-Élysées, di qualche boulevard, e si rubò
legname dai depositi e dalle fabbriche. L'erogazione del gas interrotta,
razionato il petrolio, le strade di notte erano immerse nel buio più
completo. La situazione sanitaria peggiorò. Prima della guerra la
mortalità a Parigi era di 750 decessi a settimana, con l'assedio passò a
1.500 in ottobre e a 4.500 a gennaio”.
Questo è stato il contesto della insurrezione di Parigi.
La
Comune fu il primo governo operaio. In due mesi e dieci giorni prese
provvedimenti che andavano nella direzione degli interessi del
proletariato e del popolo.
Scrive Marx: "La Comune
fu composta dai consiglieri municipali eletti a suffragio universale nei
diversi mandamenti di Parigi, responsabili e revocabili in qualunque
momento. La maggioranza dei suoi membri erano naturalmente operai, o
rappresentanti riconosciuti dalla classe operaia. La Comune doveva
essere non un organismo parlamentare, ma di lavoro, esecutivo e
legislativo allo stesso tempo. Invece di continuare a essere l'agente
del governo centrale, la polizia fu immediatamente spogliata delle sue
attribuzioni politiche e trasformata in strumento responsabile della
Comune, revocabile in qualunque momento. Lo stesso venne fatto per i
funzionari di tutte le altre branche dell'amministrazione. Dai membri
della Comune in giù, il servizio pubblico doveva essere compiuto per
salari da operai. I diritti acquisiti e le indennità di rappresentanza
degli alti dignitari dello stato scomparvero insieme con i dignitari
stessi. Le cariche pubbliche cessarono di essere proprietà privata delle
creature del governo centrale. Non solo l'amministrazione municipale,
ma tutte le iniziative già prese dallo stato passarono nelle mani della
Comune...”
“...la Comune si preoccupò di spezzare la
forza della repressione spirituale, il "potere dei preti", sciogliendo
ed espropriando tutte le chiese in quanto enti possidenti. I sacerdoti
furono restituiti alla quiete della vita privata, per vivere delle
elemosine dei fedeli, ad imitazione dei loro predecessori, gli apostoli.
Tutti gli istituti di istruzione furono aperti gratuitamente al popolo e
liberati in pari tempo da ogni ingerenza della chiesa e dello stato.
Così non solo l'istruzione fu resa accessibile a tutti, ma la scienza
stessa fu liberata dalle catene che le avevano imposto i pregiudizi di
classe e la forza del governo... I magistrati e i giudici dovevano
essere elettivi, responsabili e revocabili come tutti gli altri pubblici
funzionari...”
“...La Comune fece una realtà dello
slogan delle rivoluzioni borghesi, il governo a buon mercato,
distruggendo le due maggiori fonti di spese, l'esercito permanente e il
funzionalismo statale...”
“Meravigliosa - continua Marx
- fu la trasformazione operata dalla Comune di Parigi! Sparita ogni
traccia della Parigi meretricia del II impero! Parigi non fu più il
ritrovo dei grandi proprietari fondiari inglesi, dai latifondisti
assenteisti irlandesi, degli ex negrieri e loschi affaristi americani,
degli ex proprietari di servi russi e dei boiardi valacchi. Non più
cadaveri alla Morgue, non più rapine e scassi notturni, quasi spariti i
furti. Invero, per la prima volta dopo i giorni del febbraio 1848, le
vie di Parigi furono sicure e senza nessun servizio di polizia. "Non
sentiamo più parlare - diceva un membro della Comune - di assassinii,
furti e aggressioni. Si direbbe davvero che la polizia abbia trascinato
con sé a Versailles tutti i suoi amici conservatori". Le cocottes
avevano seguito le orme dei loro protettori, gli scomparsi campioni
della famiglia, della religione e sopratutto della proprietà. Al posto
loro ricomparvero alla superficie le vere donne di Parigi, eroiche,
nobili e devote come le donne dell'antichità. Parigi lavoratrice,
pensatrice, combattente, insanguinata, raggiante nell'entusiasmo della
sua iniziativa storica, quasi dimentica, nella incubazione di una nuova
società, dei cannibali che erano alle sue porte!”.
E' veramente emozionante ed entusiasmante leggere tutto quello che la Comune fece in quei pochissimi giorni, giorno per giorno.
Dall'introduzione di Engels del 1891 a "La guerra civile in Francia:
"Il 30 marzo
la Comune abolì la coscrizione e l'esercito permanente e proclamò che
la Guardia nazionale, nella quale dovevano arruolarsi tutti i cittadini
atti alle armi, sarebbe stata la sola forza armata. Essa dichiarò una
moratoria di tutte le pigioni per le case di abitazione dall'ottobre
1870 fino all'aprile, stabilendo che gli affitti già pagati si dovessero
computare in acconto delle pigioni future; e sospese ogni vendita di
oggetti impegnati al Monte di pietà. Lo stesso giorno gli stranieri
eletti a far parte della Comune furono confermati nella loro carica,
perché "la bandiera della Comune è la bandiera della repubblica
mondiale".
Il primo aprile venne deciso che lo
stipendio più elevato di un impiegato della Comune, compreso dunque
quello dei suoi stessi membri, non dovesse superare 6.000 franchi.
Il giorno seguente (2 aprile) la
Comune decretò la separazione della Chiesa dallo Stato e l'abrogazione
di tutti i versamenti dello Stato a scopi religiosi, come pure la
trasformazione di tutti i beni ecclesiastici in patrimonio nazionale; in
seguito a ciò l'8 aprile fu deciso di dare il bando dalle scuole
a tutti i simboli religiosi, immagini, dogmi, preghiere, insomma a
"tutto ciò che appartiene al campo della coscienza individuale", e la
misura venne a poco a poco applicata. Il giorno 5, in risposta
alle fucilazioni, che si rinnovavano ogni giorno, dei combattenti della
Comune fatti prigionieri dalle truppe di Versailles, fu emanato un
decreto circa l'arresto di ostaggi, ma non venne mai eseguito. Il 6 fu tirata fuori la ghigliottina... e bruciata in pubblico tra alte grida di giubilo popolare. Il 12
la Comune decise di abbattere la colonna della vittoria di Piazza
Vendôme, fusa dopo la guerra del 1809 con i cannoni presi da Napoleone,
ed eretta come simbolo dello sciovinismo e dell'odio tra i popoli. La
cosa venne fatta il 16 maggio. Il 16 aprile la Comune ordinò una
statistica delle fabbriche lasciate inoperose dagli industriali, e la
elaborazione di progetti per l'esercizio di queste fabbriche a mezzo
degli operai fino allora occupati in esse, da riunirsi ora in società
cooperative, e per l'organizzazione di queste società in una grande
unione. Il 20 essa abolì il lavoro notturno dei fornai, come pure
la registrazione degli operai esercitata a partire dal Secondo Impero
esclusivamente per mezzo di soggetti nominati dalla polizia, autentici
sfruttatori degli operai. La registrazione venne affidata ai municipi
dei venti mandamenti di Parigi.
Il 30 aprile ordinò
l'abolizione delle case di pegno, che non erano se non uno sfruttamento
privato degli operai, in contraddizione col diritto degli operai ai
loro strumenti di lavoro e al credito. Il 5 maggio decretò la demolizione della cappella espiatoria costruita in ammenda della esecuzione capitale di Luigi XVI."
E Engels spiega chiaro il carattere proletario del governo della Comune: "Come
nella Comune vi erano quasi solo operai o rappresentanti riconosciuti
degli operai, così anche le loro deliberazioni avevano una marcata
impronta proletaria".
Marx,
poi anche Lenin, vede anche le debolezze, i limiti di questa prima
grande esperienza della classe operaia. Marx dice ad un certo punto che i
comunardi erano stati troppo "magnanimi", quando dovevano perseguire i
rappresentanti del governo, dello Stato, i borghesi che scapparono a
Versailles e si riorganizzarono per tornare a Parigi e massacrare più di
30mila uomini, donne, bambini “La Comune fece uso del fuoco esclusivamente come mezzo di difesa” - scrive Marx.
Uno stesso generale allora scriveva: “L'errore
più grave fu probabilmente quello di non attaccare immediatamente
Versailles, errore gravissimo e irreparabile... il Comitato centrale non
utilizzò “tutti i vantaggi inaspettatamente conseguiti. In quel momento
tutte le probabilità erano dalla sua parte. Esso avrebbe dovuto tentare
l'attacco il giorno seguente”.
Da
questa esperienza che Marx teorizza la necessità della dittatura del
proletariato. Il proletariato non può solo prendere il potere, per
conservarlo deve esercitare una dittatura verso la borghesia che ha
sconfitto, altrimenti la borghesia si organizza e riprende il suo
potere. E proprio dalle grandi lezioni di questa breve ma intensa prima
esperienza del proletariato che nasce la necessità della dittatura del
proletariato.
Un'altra lezione importante che Marx ed Engels
traggono è il problema dello Stato. Lo Stato borghese non basta
prenderlo da parte della classe operaia nelle proprie mani e
trasformarlo, ma occorre rovesciarlo e costruire un nuovo Stato,
totalmente diverso, rispetto ai principi, alla classe che rappresenta. E
la Comune cominciò a fare questo.
Senza
questa esperienza della Comune di Parigi, non ci sarebbe stata né la
Rivoluzione d'Ottobre e la costruzione del socialismo in Urss, né la
rivoluzione cinese, con la grande Rivoluzione culturale proletaria.
Oggi
per i comunisti rivoluzionari, per gli operai d'avanguardia la Comune
deve essere più viva che mai. Questa grande prima esperienza della
classe operaia fornisce lezioni teoriche, politiche, ideologiche, e
pratiche che mostrano che il proletariato ha una sola soluzione la
conquista del potere politico con la rivoluzione, e che
col potere nelle proprie mani il proletariato con i suoi "decreti"
affronta e risolve in pochi giorni problemi fondamentali delle masse che
oggi sembrano irrisolvibili.
(Intervento di proletari comunisti - PCm Italy
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