ITALIA: solidarietà con i prigionieri politici indiani (da slai cobas sc)
Lo Slai cobas per il sindacato di classe aderisce alla campagna e invita lavoratori, organizzazioni sindacali, associazioni solidali con i prigionieri politici a parteciparvi
1° gennaio 2022 – aderiamo alla campagna nazionale e internazionale in tutte le forme possibili prepariamo una azione a sorpresa nei prossimi giorni all’ambasciata a Roma e al consolato India a Milano
Fermare la repressione scatenata dal governo indiano!
Solidarietà con prigionieri politici in India!
Rilascio immediato di tutti coloro che sono stati illegalmente arrestati per il caso Bhima Koregaon!
Comitato Solidarietà India ha lanciato questa petizione anche in change.org e l’ha diretta a La Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH)
ambasciata indiana a roma, consolato India a Milano, Ministero degli esteri e Ministero della giustizia Italia, stampa nazionale
è pubblicata
https://chng.it/9KkyJnCD2n
Fermare la repressione scatenata dal governo indiano!
Solidarietà con prigionieri politici in India!
Rilascio immediato di tutti coloro che sono stati illegalmente arrestati per il caso Bhima Koregaon!
Negli
ultimi anni a livello internazionale è cresciuto in diversi paesi e
nella stessa india un movimento di solidarietà per il rilascio
incondizionato del leader del Fronte Democratico Rivoluzionario (RDF),
Prof. Saibaba, per l’intellettuale Prof. Anand Teltumbde, per lo
scrittore rivoluzionario Varavara Rao e i tanti altri attivisti
ingiustamente imputati nel caso Bhima Koregaon (BK-16).
Il 5 luglio
scorso c’è stato l’omicidio di Stato di padre Stan Swamy, uno degli
accusati nell’infame montatura Bhima Koregaon, a cui sono state
cinicamente negate le cure mediche di cui necessitava.
Alcuni prigionieri politici maoisti sono stati uccisi in custodia e tanti altri ancora sono stati torturati.
Quella
di Bhima Koregaon e del presunto piano per uccidere Modi non è che una
montatura nell’interesse dei politici Hindutwa al potere e per coprire i
criminali fascisti al loro servizio.
Sentiamo come nostra
responsabilità difendere tutti gli attivisti sociali e oppositori
politici falsamente accusati e imprigionati. Il solo loro crimine è
essersi battuti e continuare a battersi per la democrazia e per tutti
gli oppressi: i dalit, le minoranze tribali e religiose, le donne.
Varavara
Rao, ottantenne, è stato rilasciato su cauzione per motivi di salute,
ma il tribunale non gli ha concesso di vivere insieme alla sua famiglia
nella sua residenza. Non è che un modo per mantenerlo sotto un altro
tipo di detenzione.
Gowtam Navlakha e Sudha Bharadwaj soffrono gravi
problemi di salute e hanno chiesto la libertà su cauzione ma il
tribunale si è pronunciato a favore della polizia e non gliel’ha
concessa. Giuristi di tutto il paese e all’estero hanno criticato questa
decisione definendola niente di meno di un insulto alla Costituzione
indiana.
Negli ultimi 20 quasi 2000 persone sono state uccise in
custodia dalla polizia in tutta l’India. Ma solo 26 poliziotti sono
stati riconosciuti colpevoli di questi omicidi.
Da quando il giudice
Agarwal ha rivelato il suo rapporto, accusando la polizia dei massacri
di Sarkenguda e Edsametta, in Chhattisgarh, sono trascorsi anni senza
che un solo poliziotto sia stato arrestato.
Il mondo intero, la
stessa ONU, ha condannato l’omicidio di padre Stan Swamy ma il governo
indiano non ha intrapreso alcuna azione nei confronti dei responsabili.
Il
Presidente della Corte Suprema dell’India, L. V. Ramana, ha dichiarato
apertamente che gli articoli della Sezione 124A (sulla sedizione) sono
obsoleti e che gli organi legislativi devono abrogare quella norma. Ma i
legislatori non se ne curano.
Grazie a queste leggi draconiane posso
mettere dietro le sbarre tutte le voci che contestano e si oppongono ai
governi. Gli accusati sono richiusi in cella di isolamento, dette Anda.
Molte
organizzazioni giornalistiche, tra cui Press Club of India, Editors’
Guild of India, Press Association, Indian Women Press Corps e Delhi
Union of Journals hanno condannato le accuse di sedizione mosse contro
giornalisti e intellettuali e si stanno battendo per l’abrogazione della
legge UAPA e simili.
A dicembre Ganatantrik Adhikar Suraksha
Sangathan si è fatto avanti condannando il linciaggio del leader della
“Unione degli studenti Asom” Animesh Bayan. La legge sui poteri speciali
delle forze armate del 1958 è in vigore da decenni in Nagaland, Asom,
Manipur e Arunachal Pradesh e negli ultimi decenni ha consentito
omicidi, atrocità e torture impunite contro il popolo della regione per
mano dell’esercito indiano.
Il 5 dicembre, 13 persone sono state
uccise in uno sparatoria nel villaggio di Voting, distretto di Mone, in
Nagaland. L’incidente ha innescato una nuova ondata di proteste e lotta
per la revoca della legge.
In questa situazione, tutte le forze
democratiche a livello internazionale devono mobilitarsi per la
liberazione immediata e incondizionata di tutti gli imputati nel caso
Bhima Koregaon e per l’archiviazione della montatura giudiziaria contro
di loro, per la fine delle operazioni repressive contro ogni voce di
dissenso, la liberazione dei prigionieri politici e l’abrogazione delle
leggi draconiane che danno “legalità” alla caccia alle streghe!
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