Sunday, April 17, 2022

Ukraine's war - a critical debate between Italian comrades and IC revew - in italian language -

this text has been prepared from an italian comrade of International Commission of PCm-Italy

 in the next days - english and spanish traslation

in the next days others critical texts about Ukraine's war

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Breve nota critica a "la nostra posizione contro la guerra imperialista d'aggressione dell'imperialismo russo contro l'Ucraina


Il comunicato pubblicato dal sito Communist International è in molte parti condivisibile (in particolare la denuncia del ruolo della NATO e dell'imperialismo russo nella guerra in corso) ma in ultima analisi non è globalmente condivisibile per due ragioni principali:


Innanzitutto per un'analisi di fondo erronea e secondariamente per un'insufficienza di indicazioni alle masse e ai proletari.


Circa l'analisi, l'errore principale è definire l'Ucraina un "paese oppresso dall'imperialismo" in particolare dall'imperialismo russo, come sappiamo per paese oppresso si intende un paese in cui i rapporti di produzione sono caratterizzati da un capitalismo burocratico convivente con condizioni di semifeudalità nel quadro di rapporti semicoloniali.

Secondo gli autori della dichiarazione, nel caso dell'Ucraina tale condizione si sarebbe verificata con il colpo di stato interno di Khruschev e quindi con la restaurazione del capitalismo in URSS che avrebbe fatto "regredire" la RSF Ucraina da paese socialista a paese semifeudale.

Tale tesi a nostro avviso è sbagliata e accrediterebbe implicitamente le accuse borghesi della "collettivizzazione forzata" dell'agricoltura in Ucraina da parte in "un'entità esterna": l'URSS/RSFRussia diretta dai bolscevichi russi (tra l'altro diretti dal georgiano Stalin).

Al contrario con la Rivoluzione Socialista d'Ottobre prima e con la fondazione dell'URSS pochi anni dopo, si diede vita ad un'entità statuale unica sotto forma di federazione di repubbliche socialiste sovietiche che procedettero alla socializzazione dei mezzi di produzione collettivamente e attivamente col sostegno di tutte le nazionalità, e i proletari e i contadini poveri e medi di tali nazionalità (russi, ucraini, georgiani, bielorussi, kazachi ecc.).

Di conseguenza con il colpo di stato Kruschoviano celebrato nel XX congresso del PCUS, in tutta l'URSS venne restaurato il capitalismo a danno della socializzazione dei mezzi di produzione trasformando L'URSS in paese capitalista con a capo una nuova borghesia proveniente dai ranghi del PCUS dalla Russia così come dall'Ucraina (come lo stesso Kruchev) e dal resto dei paesi federati.

Come in tutti i paesi capitalisti, compresi i paesi imperialisti, vi sono differenze e divari socio-economici all'interno di ogni singolo paese, riflesso dello sviluppo anarchico e diseguale del capitalismo mosso dalla ricerca di profitto in cui le aree geografiche meglio connesse ai nodi economici principali attivano un meccanismo di circolo vizioso in cui tali aree con maggiore presenza di capitale attirano altro capitale e quindi più investimenti rispetto alle aree meno sviluppate aggravando il divario di sviluppo regionale anche all'interno di uno stesso paese.

Quindi dopo il '56 la RSFUcraina così come tutto il resto dell'URSS ripiombò nel capitalismo e non nel capitalismo burocratico.

Una volta ottenuta l'indipendenza, a seguito del collasso dell'URSS, l'Ucraina così come la Federazione Russa restarono due paesi capitalisti e in seguito quest'ultima ricoprì nuovamente il ruolo di paese imperialista come lo fu il socialimperialismo sovietico (1958-1992), riprendendo l'esportazione di capitali e investimenti a partire da alcuni paesi ex-sovietici e non solo (Siria, Cipro ecc.).

Attualmente l'Ucraina è quindi un paese capitalista indipendente la cui borghesia al potere decide autonomamente quali relazioni internazionali coltivare per potersi meglio arricchire e nell'ultimo decennio ha volto lo sguardo all'occidente.

Stessa cosa dicasi per la Polonia, paese industrializzato, ex-socialista e adesso capitalista, che non è "usato" passivamente dall'UE e dalla NATO ma, la cui borghesia ha scelto di essere parte integrante sia dell'UE che della NATO come "socio di minoranza" per quanto riguarda l'aspetto della collusione con gli altri paesi che formano le due organizzazioni internazionali.



Infine crediamo che una dichiarazione contro la guerra di aggressione dell'imperialismo russo in Ucraina, oltre che a dare le giuste indicazioni politico-teoriche, si debba anche agitare una mobilitazione immediata in tutti i paesi, a partire da quelli dove sono presenti partiti e organizzazioni m-l-m in accordo con le condizioni specifiche di tali paesi: nei paesi NATO denunciare principalmente il ruolo interventista del proprio governo in quanto membro di tale alleanza diretta principalmente dall'imperialismo americano (compresi i paesi vicini politicamente alla NATO come Svezia, Finlandia Moldova, Austria e Georgia), in Russia intensificare le attuali proteste contro il governo Putin, in Bielorussia denunciare il ruolo di sostegno all'aggressione del governo Lukashenko, in Ucraina nessuna alleanza tattica col governo Zelensky servo della NATO e dell'UE che per ritagliare un posto al sole alla propria borghesia ha attirato i venti di guerra sul proprio paese.

In tutti gli altri paesi del mondo colpire gli interessi dell'imperialismo USA, britannico, russo e dei paesi europei.

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"Sulla "critica" dei compagni italiani

Abbiamo notato il commento del PCm Italia intitolato “La guerra dell'Ucraina – Una nota critica del PCm – Italia”. Purtroppo non siamo capaci di comprendere la lingua italiana e la traduzione pubblicata in inglese è anche peggiore delle nostre a volte, quindi non possiamo garantire di non aver interpretato male alcune parti del testo e chiediamo gentilmente ai nostri compagni italiani di segnalare i nostri possibili errori a tal proposito. Questa sarà una risposta molto breve, ma sottolineiamo la necessità della lotta internazionale delle due linee e la discussione tra compagni, aperta e onesta delle differenze di opinione ed esprimiamo il nostro piacere e la nostra gioia nel farlo.
La critica si divide in due aspetti. Una, su cui siamo d'accordo, è la questione della “insufficienza di indicazioni per le masse e per i proletari”, risolta dalla pubblicazione dei cinque slogan per il MCI pubblicato infine il 7 marzo, ma il documento in questione mancava di ciò, eccetto l'importantissima citazione del presidente Mao che dà un buon e corretto orientamento alla nostra classe e alle masse in Ucraina: “Quando l'imperialismo lancia una guerra di aggressione contro un tale paese, tutte le sue varie classi, tranne alcuni traditori, possono unirsi temporaneamente in una guerra nazionale contro l'imperialismo”. Quindi accettiamo in parte questa critica ma chiediamo la posizione dei compagni italiani circa i cinque slogan.
L'altra cosa è la presunta "analisi di base errata". Respingiamo l'insulto che il nostro documento "accrediterebbe implicitamente le accuse borghesi di "collettivizzazione forzata"", cioè quella che la calunnia anticomunista chiama "Holodomor", e invitiamo i nostri compagni italiani a prestare attenzione alle loro parole. È corretto criticare la gestione delle contraddizioni i popoli in URSS e il modo in cui è stata condotta la costruzione del socialismo, ma questo insulto manca assolutamente di una base materiale. Non neghiamo la rivoluzione democratica e socialista avvenuta in Ucraina, ma dopo il colpo di stato di Krusciov e della sua banda le interrelazioni tra le repubbliche dell'URSS sono cambiate (ricordare il dono della Crimea che Krusciov fece all'Ucraina per mantenere l'ordine lì). Il processo di restaurazione del capitalismo all'interno dell'Unione Sovietica socialimperialista ha portato alla vittoria della fazione demoliberale (una sovrastruttura demoliberale serve meglio allo sviluppo dell'economia imperialista) all'interno della classe dirigente, al fallimento del revisionismo e alla liquidazione dell'URSS – un processo determinato che prima o poi seguirà tutto il revisionismo al potere. Le interrelazioni tra due paesi nel mondo imperialista sono sempre basate sulla violenza e sulla sottomissione, non c'è e non può esserci una convivenza pacifica in qualche modo fianco a fianco. Ciò è diventato più evidente dopo il crollo dell'URSS e la lotta imperialista per il predominio sui paesi del terzo mondo in Europa, inclusa la Polonia. Rifiutiamo totalmente la tesi antimarxista dei cosiddetti "nuovi paesi imperialisti" e circa le convergenze come i nostri compagni italiani sostengono affermando: "L'Ucraina è quindi un paese capitalista indipendente la cui borghesia dominante decide autonomamente..."
Capiamo che attualmente manchi un'analisi di come sia avvenuto esattamente il processo di ripristino dei rapporti semifeudali e semicoloniali e l'emergere dell'economia burocratica capitalista, ma questi rapporti esistevano nella Russia zarista e potevano quindi essere ripristinati e chiunque può percepire cosa è successo alla base economica nelle espressioni sovrastrutturali di questi paesi oppressi, espressioni di secoli di arretratezza come prodotti della restaurazione. Questa carenza è prima di tutto un problema dello sviluppo diseguale delle forze soggettive e in secondo luogo una nostra carenza, ma lottiamo per superarla. La soluzione sta nei comunisti di quei paesi che hanno il compito imprescindibile di ricostituire i loro partiti comunisti, come partiti militarizzati marxisti-leninisti-maoisti di nuovo tipo.
Infine, ci chiediamo, perché i nostri compagni italiani definiscono “socialfascista” il regime di Putin? Non è demoliberale, certo, ma cosa dimostra che è fascista, e inoltre “socialfascista”? Non siamo d'accordo. E respingiamo la tesi di una terza guerra mondiale ante portas, ripetiamo la possibilità ma sottolineiamo la posizione comunista: o la rivoluzione fa sparire i reazionari o la guerra spinge verso la rivoluzione e le armi nucleari sono tigri di carta. Non abbiamo paura di nulla e i nostri compagni italiani non devono né tremare né spaventare qualcuno. Ma il problema più grave dei nostri compagni italiani è il loro orientamento politico. L'imperialismo russo ha ingiustificatamente avviato una guerra di aggressione contro l'Ucraina, ha infranto anche il diritto internazionale borghese e sta invadendo un altro paese. Questo deve essere denunciato e combattuto in primo luogo. Affermare che il governo ucraino “ha attirato i venti di guerra sul proprio Paese” è in questo senso sbagliato. L'imperialismo russo è l'aggressore. Questo deve essere chiarito.
La posizione dei compagni del Partito Comunista dell'India (Maoista) è abbastanza chiara al riguardo e merita di essere evidenziata in questa occasione: "L'imperialismo russo ha fatto una guerra di aggressione all'Ucraina che è il risultato della contesa imperialista tra USA-UE e Russia in ex Repubbliche dell'Unione Sovietica. Il popolo ucraino sta resistendo duramente con lo spirito dell'antimperialismo a questa aggressione”.

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  sul necessario sviluppo della lotta tra le due linee sulla guerra in Ucraina


Questo breve testo è una risposta a "On the 'criticism' of the Italian comrade" che a sua volta rispondeva al nostro testo critico "Brief critical commentary on 'Our position against the imperialist war of aggression of Russian imperialism against Ukraine' published from Communist International website", lo scriviamo con l'obiettivo di chiarire alcune questioni poste dai compagni di IC e per sviluppare ulteriormente tale lotta tra le due linee in corso seppur siamo coscienti che servirà un testo più organico e articolato che affronti la questione della guerra in Ucraina e di come si collocano e agiscano i maoisti di fronte ad essa.


Innanzitutto riconosciamo autocriticamente di aver pubblicato il nostro testo precedente con un pessimo inglese, in questo i compagni di IC hanno ragione, non è un mero problema "linguistico" ma ideologico: il testo in questione aveva e ha l'obiettivo di sviluppare la lotta tra le due linee e per raggiungere tale scopo necessita di essere fruibile ai compagni che lo leggono. Speriamo di migliorare questo aspetto del nostro lavoro a partire da questo scritto.


Detto questo segnaliamo ai compagni che il PCm Italia sin dal primo giorno ha denunciato tale guerra come un'aggressione militare imperialista della Federazione russa contro il popolo ed il proletariato in Ucraina (in ciò siamo d'accordo con la denuncia dei compagni di IC come abbiamo anche affermato esplicitamente all'inizio del nostro testo critico precedente).


Inoltre in nessuno dei nostri scritti abbiamo affermato che siamo alla vigilia di una Terza Guerra Mondiale ma che l'attuale scontro inter imperialista rafforza la tendenza verso una Terza Guerra Mondiale, tale tendenza di volta in volta acquista o perde intensità ma è comunque immanente nell'epoca dell'Imperialismo e della Rivoluzione Proletaria, la critica relativa a tale questione a noi mossa dai compagni di IC è infondata e probabilmente deriva da quei problemi legati alla traduzione già evocati.


Ma tornando al primo punto, non basta denunciare l'aggressione imperialista russa, ma è doveroso specificare che essa avviene nel quadro della contesa interimperialista che vede contrapposti l'imperialismo russo da un lato e l'imperialismo americano e di alcuni paesi europei ed in particolare Regno Unito, Germania, Francia e infine l'Italia a cui si aggiungono altri paesi europei membri della UE e della NATO che sostengono tale polo imperialista dall'altro.

Seppur il nostro organo online sia in italiano è veramente difficile non notare gli innumerevoli articoli e post di denuncia dell'imperialismo russo ma anche del nostro nemico interno: l'imperialismo italiano guerrafondaio rappresentato attualmente dal governo Draghi (dal 22 febbraio ad oggi si contano oltre 30 articoli e post).

Inoltre non ci siamo solo limitati alle prese di posizione scritte ma abbiamo praticato tale linea nella lotta di classe nel nostro paese e pubblicamente in particolare in occasione di una manifestazione nazionale proletaria e operaia promossa da un collettivo di fabbrica in lotta (GKN) a Firenze lo scorso 26 marzo e in manifestazioni regionali contro la guerra imperialista in tutto il paese e in particolare a Palermo, Taranto, Torino, L'Aquila e nella manifestazione davanti la base NATO di Ghedi (Brescia) in cui abbiamo partecipato con un contingente operaio da noi organizzato (non abbiamo partecipato bensì criticato alcune manifestazioni ambigue che pur denunciando l'aggressione russa sostengono il governo imperialista italiano e l'interventismo NATO come quella di Roma dei primi di marzo).

Anche il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, organismo generato dal nostro partito, si è impegnato in tale battaglia insieme alle lavoratrici e proletarie che dirige.


Inoltre sull'organo web internazionale maoistroad sono state pubblicate tutte le prese di posizione contro l'invasione dell'imperialismo russo di partiti e organizzazioni MLM compresa la posizione di IC e dei partiti e organizzazioni ad essa legata; dobbiamo constatare negativamente che maoistroad è stato l'unico sito maoista di respiro internazionale a fare questo lavoro nel nostro movimento per facilitare il dibattito e conseguentemente una genuina lotta tra le due linee.


In tale contesa interimperialistica il nostro sostegno incondizionato va alla resistenza del popolo e del proletariato ucraino contro l'aggressione imperialista russa, ma tale sostegno può essere correttamente praticato solo tramite una corretta e giusta analisi sulla natura del paese Ucraina.

In tal senso, lo ripetiamo, è fuorviante ed erroneo considerara l'Ucraina un paese in cui lo sviluppo delle forze produttive e le relazioni di produzione siano ripiombate indietro ad un contesto semicoloniale e semifeudale da capitalismo burocratico, come affermano i compagni di IC che per sostenere tale tesi anche per altri paesi come la Polonia e altri paesi dell'Est Europa si limitano ad affermare anche in altri scritti che tale fatto sia "ovvio" eludendo così la questione (nella risposta alla nostra critica i compagni ammettono che non vi siano ancora analisi e quindi evidenze a rafforzare tale tesi data l'assenza di pp e oo maoiste in Ucraine che possano svolgere tale compito e data l'oggettiva difficoltà che ciò possa essere esaudito da compagni esterni al paese, nonostante ciò per i compagni "è ovvio...": non proprio un metodo di analisi materialistico dialettico).


Noi ribadiamo invece ciò che è comunemente accettato dal MCI ovvero che nell'URSS socialista con l'avvento al potere di Kruscheev è stato restaurato il capitalismo con un colpo di stato a favore della neo-borghesia sovietica (non solo russa) tale borghesia multinazionale era rappresentata unitariamente dal PCUS: in tutto il territorio dell'URSS i rapporti sociali di produzione socialisti sono stati restaurati con quelli capitalisti, non vi sono elementi concreti che dimostrano che lo sviluppo delle forze produttive in tali paesi sia regredito a quello di rapporti semifeudali e semicoloniali. La questione da comprendere è invece il concetto dello sviluppo diseguale dei paesi pur essendo della stessa natura, ciò era valido anche tra diversi paesi socialisti ed è un'altra condizione immanente in questa epoca che sarà superata solo con l'avvento del Comunismo su scala globale.

Assumere che l'Ucraina sia un paese con tali relazioni equivale oggi a sostenere politicamente la borghesia oligarchica ucraina alleata dell'imperialismo NATO/UE rappresentata dal governo Zelensky, ciò significa che nei paesi imperialisti NATO/UE dovremmo allinearci ai "nostri" governi" e ai partiti borghesi che inviano le armi alla "resistenza ucraina" cioè al governo Zelensky come parte della contesa interimperialistica in corso e come parte del cosiddetto "rafforzamento del fianco Est della NATO" e di una globale crescente militarizzazione dei paesi imperialisti NATO/UE.


La resistenza proletaria e popolare ucraina, nel contesto ucraino, può essere tale solo se rivolge le armi contro tutti gli oppressori a partire dal proprio governo che è parte attiva nello spingere verso la guerra e non è una semplice vittima dell'aggressione imperialista russa.

E' quindi fondamentale intenderci sul significato di "popolo" in Ucraina per non usare tutti la stessa parola ma esprimere di fatto due posizioni inconciliabili: la borghesia oligarchica rappresentata da Zelensky è parte del popolo?

O detto in altri termini, il governo Zelensky sta combattendo una guerra anti-imperialista per liberare il paese ed i popoli dell'Ucraina, o in maniera uguale e contraria all'imperialismo russo si contrappone a quest'ultimo per soggiogare il popolo ucraino di nazionalità russa presente nel Donbass e in altre regioni del paese?

La risposta risiede in parte in ciò che è successo negli ultimi 8 anni in Ucraina e in Donbass in particolare, su questo dovrebbero interrogarsi i compagni di IC.


Infine pensiamo che le cinque parole d'ordine elaborate ex-post dai compagni di IC e affiancate al loro testo di analisi (che come già detto presenta per noi punti di analisi non materialisti e a tratti ambigui, circa la natura del paese e del popolo in Ucraina), non riempiono il "vuoto clamoroso" di indicazioni e pratiche marxiste-leniste-maoiste coerenti nei paesi imperialisti - nei paesi NATO - nei paesi alleati con l'imperialismo USA/Nato e nei paesi dominati essenzialmente dall'imperialismo USA/europeo nei quattro continenti di Asia, America, Africa e Oceania.


D'altronde basti constatare l'elevato grado di eterogeneità delle posizioni delle oo e pp maoisti su tale questione che da un lato mostrano l'alto grado di frammentarietà attualmente esistente, dall'altro indicano che uno sforzo maggiore da parte di tutti va fatto, tramite la lotta tra le due linee, per giungere ad una sintesi condivisa che possa avere la funzione di dare tali indicazioni per l'azione in ogni paese contro la guerra imperialista in corso e contro tutti i governi imperialisti e reazionari.


Partito Comunista maoista - Italia








 







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