Saturday, April 16, 2022

Obreros en lucha in Brasil

info from  'proletari comunisti' Italia

Migliaia di minatori e operai siderurgici della CSN scendono in lotta in Brasile


 

La CSN (Companhia Siderúrgica Nacional lit) è il più grande produttore di acciaio completamente integrato in Brasile e uno dei più grandi in America Latina in termini di produzione di acciaio grezzo, con un fatturato di 6 miliardi $ USA(2018) impiega oltre 19mila dipendenti.
Circa 20.000 operai del gigante minerario e siderurgico CSN (Companhia Siderurgica National) sono scesi in sciopero contemporaneamente venerdì 8 aprile in tre città (Porto di Itaguaí, Volta Redonda e Congonhas) del settore minerario. Anche lo stabilimento del settore siderurgico di Volta Redonda (Rio de Janeiro) è stato bloccato da 12 mila operai che hanno aderito compatti allo sciopero.
Gli operai rivendicano un adeguamento salariale del 30%, che equivale alla perdita del potere d’acquisto dei salari accumulata negli ultimi tre anni. Durante questo periodo, i dipendenti non hanno avuto aumenti salariali. La direzione aziendale come ritorsione ha licenziato alcuni dei capi operai del comitato di sciopero (11 di aprile). Nonostante l’intimidazione gli operai e i minatori continuano lo sciopero.
“La direzione vuole spaventare e intimidire gli operai in sciopero per imporre condizioni di aumenti salariali inferiori alle perdite subite, “sostiene un minatore che aderisce allo sciopero. Gli operai affermano che CSN ha aumentato i suoi profitti del 217%, solo nell’anno 2021, che gli azionisti guadagnano miliardi “mentre noi dobbiamo scioperare per cercare di essere ascoltati.”
“È il nostro lavoro che fa guadagnare alla direzione molti soldi. Nel frattempo, siamo qui, senza un dignitoso riadeguamento e con uno salario di R$ 1.600 (€320 ndr) facciamo la fame, noi e le nostre famiglie. Dobbiamo lottare per condizioni migliori”, afferma un altro degli scioperanti.
L’8 aprile oltre seimila operai hanno respinto, votando no, la proposta di contratto collettivo presentata dall’azienda. La proposta aziendale è stata bocciata a larga maggioranza con il ​​99,3%, dei voti. Gli operai hanno rifiutato un misero 8,1% di indicizzazione salariale. Importo che non copre nemmeno l’inflazione degli ultimi 12 mesi (10,74%).I minatori e gli operai metallurgici oltre al 30% di adeguamento salariale, rivendicano un PLR più alto (premio di produzione legato ai profitti o ai risultati), indennità alimentare di R$ 800, bonus extra a Natale, salario minimo di R$ 1.815, perequazione salariale, attuazione del piano di anzianità, stabilità del lavoro, assunzione dei lavoratori nel programma Trainee e pagamento delle giornate di fermo.
Un’altra richiesta fatta propria dal comitato è il ritiro immediato dei licenziamenti nei confronti degli scioperanti.


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