Sunday, September 30, 2012

NEWS VERSO LA CONFERENZA INTERNAZIONALE- PRIMA INIZIATIVA A PALERMO - Italy



E' stata organizzata il 22 settembre 2012 presso la sede del circolo diproletari comunisti di Palermo,  un'assemblea con video proiezione e aperitivo finale in vista della Conferenza internazionale di Amburgo del 24 Novembre promossa dal Comitato di sostegno alla guerra popolare in India.  L'iniziativa, partecipata in particolare da lavoratori e giovani, è stata introdotta partendo dalla necessità di un'informazione o per meglio dire di una controinformazione corretta considerato che le notizie che vengono trasmesse attraverso i giornali borghesi italiani e internazionali sulla guerra popolare in India arrivano in maniera distorta e/o superficiale e frammentaria o addirittura non arrivano.
Appoggiare la guerra popolare in India! Che significa?  Significa innanzitutto che nella globalizzazione potremmo dire “tutto il mondo è paese”, e infatti la classe operaia è una anche se migliaia e migliaia di chilometri separano noi dal popolo indiano. Noi prendiamo esempio dalle lotte che altri popoli fanno e per quanto ci riguarda dobbiamo saper comunicare agli altri il tipo di lotte che facciamo noi. Le lotte oggi si influenzano l’una con l’altra e hanno ripercussioni nei diversi paesi, anche se nell’immediato non si percepisce, come per esempio la questione Fiat e altre multinazionali che non riescono a delocalizzare facilmente in India anche per le lotte in corso, “ritardando” in parte e per un periodo possibili licenziamenti in Italia. Le similitudini tra le condizioni della classe operaia si accentuano sempre di più, al massimo sfruttamento in India corrisponde l’attacco ai diritti conquistati con le lotte nei paesi imperialisti. Ma in India gli operai hanno cominciato a rispondere a dovere, tanto che si parla del paese dove “gli operai bruciano i padroni”.
 Ma gli esempi di lotta che ci giungono dalla  guerra popolare indiana dove le masse popolari guidate dal PCI (maoista) si oppongono alle grandi multinazionali e ai padroni che sono affamati di manodopera a basso costo, risorse e materie prime, sono tante e di diverso tipo. Da queste esperienze viene spontaneo l’appello all’unità del proletariato su scala internazionale, perché è proprio a tutti i livelli che i padroni del mondo dividono la classe operaia per fare più profitti. E “uniti si vince” come si dice, e come dimostrano le stesse lotte del passato e di alcune del presente, sia in India ma anche per esempio in Sudafrica dove gli operai delle miniere, purtroppo a costo anche della vita, hanno ottenuto aumenti salariali importanti. I padroni dividono e noi dobbiamo unire, è anche con questa logica che dobbiamo vedere il sostegno alla guerra popolare in India.
E' seguita la proiezione di due video spiegati e commentati "… in India si sta formando un paese autogovernato dal popolo nei territori rurali della “zona rivoluzionaria”, ma l'azione dei maoisti è anche nei grandi centri urbani;  il popolo si è armato combattendo contro la repressione del Governo  Indiano. Il primo ministro indiano ha dichiarato che i Maoisti sono  “la più grande minaccia interna”, riferendosi ai 30.000 guerriglieri dell'esercito popolare e alle masse popolari che sostengono la guerra popolare contro cui il governo indiano sta scatenando un vero e proprio genocidio a favore degli interessi delle multinazionali e dei grandi capitalisti del mondo… veri e propri campi di concentramento sono stati creati in cui vengono deportati con la forza gli abitanti di interi villaggi per liberare i territori da "regalare" allo sfruttamento e alla rapina del capitale straniero… l'operazione Green Hunt  “BATTUTA DI CACCIA” non è  altro che una guerra genocida del governo indiano verso il suo stesso popolo… Nella congiuntura attuale in cui la più grande rivoluzione in corso del mondo resiste agli attacchi dell’imperialismo e dei suoi lacchè è quanto mai necessario dare sostegno rivoluzionario alla causa del proletariato e delle masse popolari indiane che se un giorno risulteranno vittoriose ciò rappresenterà una vittoria per tutti i popoli del mondo ed un significativo cambio dei rapporti di forza mondiali in cui un nuovo paese socialista di queste dimensioni sarebbe fonte di speranza e riscossa per chi lotta nei 5 continenti…”

Centrale  è però chi guida la lotta degli operai, della classe sfruttata facendo crescere in essa la coscienza della necessità di un reale cambiamento di questo sistema guidandone il processo rivoluzionario come  il PCI (maoista) motore della guerra popolare in India e della lotta rivoluzionaria degli operai e masse popolari che si sta estendendo in tutta la fascia nord-orientale dell'India (corridoio rosso) in un percorso complesso fatto di vittorie ma anche sconfitte ma che fino ad oggi la feroce repressione del governo indiano non è riuscita a fermare.
A seguire, riproducendo sullo schermo una locandina fatta  dalle compagne e lavoratrici delMfpr in occasione dell'8 marzo come dedica di quella giornata di lotta alle migliaia e migliaia di donne indiane in prima fila nella guerra popolare, una compagna ha detto che in India, paese definito "la più grande democrazia del mondo" l'uguaglianza tra uomini e donne è solo sulla carta perché nella realtà di tutti i giorni le donne subiscono una pesante oppressione, di classe, di genere, feudale/religiosa, di casta di lunga durata: dai matrimoni forzati sin dall'età dell'adolescenza, alle violenze domestiche, alla negazione del diritto alla proprietà della terra, alle forme di quasi schiavismo per le vedove… nelle zone rurali e interne, alle condizioni di pesantissimo sfruttamento delle donne della classi più basse nelle fabbriche dei centri urbani per non parlare del dilagante sfruttamento della prostituzione al servizio sempre più esteso anche del turismo sessuale dei cosiddetti uomini borghesi "civili" dei paesi occidentali, assecondato  dal governo reazionario indiano, per soddisfare i loro sporchi piaceri pagando gli stupri perfino sulle bimbe.

Arundathy Roy, famosa scrittrice indiana sostenitrice del movimento antiglobalizzazione e dei diritti delle donne,  nel suo reportage "Nella giungla con i maoisti" racconta delle condizioni in cui vivono i compagni ribelli maoisti, come affrontano le lotte, come agiscono tra le masse popolari dei villaggi rurali… e parla anche delle  donne  molto spesso vittime di violenza sessuale da parte dei militari governativi che si servono dello stupro come arma di repressione di stato, esercitando una violenza spietata contro le donne, e in particolare contro le compagne maoiste. Ma per tantissime donne la violenza e gli stupri subiti sono diventati la leva per ribellarsi ad un sistema di profonda oppressione; esse si sono unite alla guerra popolare trasformandosi, con la guida cosciente del patito comunista indiano maoista,  in combattenti che stanno in “prima linea” nella lotta rivoluzionaria, molte donne oggi hanno ruoli di dirigenti nella guerra e nel partito in cui come scrive la stessa Arundathy lottano anche al suo interno "… non solo per affermare i loro diritti ma anche per convincere il partito che l'uguaglianza tra uomini  e donne è al centro di un ideale di società giusta" . Le donne  in lotta nella guerra popolare sono un forte esempio per la lotta del movimento delle donne in ogni parte del mondo contro questo sistema sociale che ci vuole oppresse e subalterne, che anche in un paese come il nostro, imperialista e capitalista, ci vuole riportare indietro in un moderno medioevo, lo si vede dagli attacchi che subiamo quotidianamente (lavoro, violenza, diritto di aborto…).
L'assemblea ha quindi rivolto  un caloroso applauso alle donne maoiste e a tutto il popolo in lotta.
Una lavoratrice ha voluto sottolineare come anche dai video si capisce che sono i borghesi e i capitalisti di tutto il mondo che provocano distruzione, sofferenza, morte, miseria ai popoli, come anche nei paesi come il nostro sta crescendo la povertà e la disparità tra una minoranza di ricchi e la maggioranza dei lavoratori, operai, precari, giovani ecc., di come ci si sta imbarbarendo perché è il sistema la causa di questa barbarie… la guerra popolare in India incoraggia su quella che è la necessità di lottare contro la borghesia che domina.  Altre donne presenti hanno raccontato della loro esperienza di viaggio fatta in India da turiste e del degrado e della povertà che hanno toccato con mano ma che è importante conoscere questa altra faccia dell'India che si ribella e lotta. Ad una domanda di una giovane in merito alla situazione/risposta dei  paesi confinanti con l’India, è stato fatto un breve quadro su Nepal, Bangladesh e Bhutan e lo stadio della situazione rivoluzionaria e dei partiti maoisti presenti in quei paesi raccolti nel coordinamento CCOMPOSA.
In una calda atmosfera che via via si è creata durante l'iniziativa, l'assemblea si è quindi conclusa con  un aperitivo "indiano" in cui tutti i presenti sono stati informati circa l'organizzazione della prossima conferenza ad Amburgo e invitati a partecipare e a sostenerla.
Palermo, 23/09/2012

Thursday, September 27, 2012

DECLARACIÓN DEL PARTIDO COMUNISTA MAOÍSTA – ITALIA


20º Aniversario de la detención y del histórico discurso del Presidente Gonzalo desde la jaula
   Recordamos y celebramos el 20º aniversario del histórico Discurso desde la jaula del Presidente Gonzalo, en estado de aislamiento durante 20 años en las prisiones del régimen peruano y del imperialismo.
   El 25 de septiembre de 1992, desde la obscena jaula, en que el corrupto régimen genocida y antipopular de Fujimori, apoyado por el imperialismo y la CIA, le encerraron, el Presidente Gonzalo, dirigente de la revolución peruana, pronunció su histórico discurso, con el cual, entre otras cosas, manifestó de forma enérgicamente clara:
  “Nosotros estamos aquí como hijos del pueblo y estamos combatiendo en estas trincheras, es también de combate y lo hacemos porque ¡somos comunistas!, porque nosotros defendemos aquí los intereses del pueblo, los principios del Partido, la guerra popular; ¡eso es lo que hacemos, lo estamos haciendo y seguiremos haciendo!...
   El camino es largo y a eso llegaremos, y, ¡triunfaremos!...
   ¿Qué necesitamos? Necesitamos que el maoísmo sea encarnado y lo está haciendo y que pase generando Partidos Comunistas, a manejar, a dirigir, esa nueva ola de la revolución proletaria mundial que se nos viene…”
   20 años después, la Guerra Popular en Perú sufre aún una crisis pero las palabras del Presidente Gonzalo se alzan como un punto de referencia de cómo avanzar en Perú y de gran importancia en el mundo.
   Nuestro Partido nunca abandonó la defensa de este Discurso, del Presidente Gonzalo, de la Guerra Popular en Perú y del PCP. Por el contrario, en estos años, ha sido la única fuerza en el MRI, en el MCI y en nuestro país que las ha respetado y llevado adelante consistentemente.
   Aún apoyamos a los camaradas que en Perú y en el extranjero llevan adelante la ideología, la línea y la práctica de la Guerra Popular señalada por el Presidente Gonzalo.
   Hoy, en Perú y en el PCP, el principal enemigo, el oportunismo derecha, es combatido a escala nacional e internacional; el oportunismo de derecha que adopta distintas apariencias en Perú y en el extranjero y siembra la confusión y la división: la bandera roja del PCP, la Guerra Popular y el Presidente Gonzalo es levantada como un icono dogmático, con el fin de sepultar y oponerla a otras guerras populares en el mundo, en primer lugar, la que está actualmente más desarrollada, la Guerra Popular en la India.
   La aplicación del maoísmo no puede desarrollarse de una forma dogmática y estereotipada, porque esto origina “partidos de papel”, incapaces de aplicar el marxismo-leninismo-maoísmo a la realidad concreta con las innovaciones necesarias requeridas por los cambios del imperialismo y las diferencias en cada país. Esta línea ya ha fracasado en nuestro Movimiento y originado daños y desviaciones; crea feudos, no partidos.
   Al mismo tiempo, es absolutamente necesario un balance histórico del PCP para una reactivación estratégica.
   Nadie debe acusar al Presidente Gonzalo con las simplificaciones de muchos de sus partidarios en Perú y el extranjero.
   El Presidente Gonzalo, maestro de la dialéctica,  por ejemplo, ha analizado de forma adecuada y significativa la experiencia de la lucha armada en los países de Europa en los años 70, apartándose de cualquier liquidación, pero subrayando que sólo Partidos Comunistas guiados por el marxismo-leninismo-maoísmo pueden desarrollar correctamente este tipo de lucha en los países imperialistas, en el contexto de la estrategia universal de la Guerra Popular aplicada a la realidad de esos países, una guerra popular que sólo puede tener como punto culminante y objetivo final la insurrección popular para la toma del poder político.
   El militarismo subjetivista de algunas posiciones existentes en el movimiento comunista en los países imperialistas –lucha armada sin Partido, Partido sin política revolucionaria, militaristas que dejan al proletariado bajo el dominio del economicismo y el revisionismo- nada tiene que ver con el desarrollo ideológico y político del Presidente Gonzalo y la historia del PCP y la Guerra Popular bajo la dirección del Presidente Gonzalo.
   Nuestro Partido ha incluido en sus tesis fundacionales aquellas que deben ser consideradas como las contribuciones del Presidente Gonzalo a la teoría revolucionaria marxista-leninista-maoísta, en su desarrollo en la actual etapa histórica. 
   “El pensamiento Gonzalo
   En la aplicación del marxismo-leninismo-maoísmo, principalmente maoísmo, a la realidad a escala mundial y dentro de cada país, es necesario referirse a lo que es ahora la punta de lanza del movimiento comunista internacional: el Partido Comunista del Perú y el pensamiento Gonzalo. Los elementos del pensamiento Gonzalo están  encontrando verificación en los avances teóricos y prácticos de partidos y organizaciones maoístas. La “asimilación crítica” de ellos es una condición necesaria para la aplicación del maoísmo a la realidad actual.
   ¿Cuáles son las contribuciones del Presidente Gonzalo:
-         Haber establecido, en medio del fuego de la guerra popular, el maoísmo como tercera y superior etapa del marxismo-leninismo;
-         Haber establecido, en la teoría y la práctica, la universalidad de la guerra popular como la estrategia victoriosa del proletariado y, dentro de ella, el concepto de partidos comunistas militarizados, construidos a fin de preparar, iniciar y desarrollar la guerra popular;
-         La necesidad de elaborar un “pensamiento específico”, fruto de la aplicación creadora del marxismo-leninismo-maoísmo a la realidad de cada país, como un arma para definir y establecer el programa, la estrategia y táctica de la revolución. Sólo a través del desarrollo de un “pensamiento específico”, la universalidad del marxismo-leninismo-maoísmo, la revolución proletaria y el comunismo podrán establecerse en cada país;
-         El concepto científico de la Jefatura, basada en el desarrollo del “pensamiento específico” en las esferas ideológica y estratégica, fruto de la experiencia de la lucha revolucionaria del proletariado, que forja sus dirigentes, que representa la encarnación y síntesis avanzada, capaz de dirigir la revolución a la victoria”.
   Por tanto, recordando el valeroso y combativo discurso desde la jaula del Presidente Gonzalo, en estado de aislamiento durante 20 años por el régimen peruano y el imperialismo, llamamos enérgicamente a estudiar y analizar críticamente, con el objetivo de aplicar, las contribuciones del Presidente Gonzalo, al igual que llamamos a revitalizar el apoyo a la Guerra Popular en Perú, a los maoístas en el PCP y en el extranjero que trabajan para desarrollar la Guerra Popular, defender la vida del Presidente Gonzalo y exigir su presentación pública a fin de que pueda expresarse.
Partido Comunista maoísta – Italia
24 de septiembre 2012

Nota: La traducción al español de esta declaración es responsabilidad de Gran Marcha Hacia el Comunismo (Madrid)
Note: The translation into Spanish of this statement is the responsibility of Gran Marcha Hacia el Comunismo (Madrid, Spain)
                                                                      
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Wednesday, September 26, 2012

20°Gonzalo's speech -Declaration in english PCm Italy - speech of Gonzalo in spanish



20th Anniversary of the detention and historical speech of chairman Gonzalo from the cage.

We recall and celebrate the 20th anniversary of the historical Speech from the cage by Chairman Gonzalo, held in isolation for 20 years in the prisons of the Peruvian regime and imperialism.
The 25th of September 1992, from the obscene cage in which the corrupt genocidal and anti-people Fujimori’s regime, supported by imperialism and CIA, had locked him, chairman Gonzalo, leader of the Peruvian revolution, had his historical speech, with which, among other, made strongly clear:

We are here as children of the people and we are fighting in these trenches, they are also trenches of combat, and we do it because we are Communists! Because here we are defending the interests of the people, the principles of the Party, and the People's War. That is what we do, we are doing it and will continue to do so! …
The road is long and we shall arrive. We shall triumph! …
What do we need? We need Maoism to be incarnated, and it is being incarnated, and by generating Communist Parties to drive and lead this new great wave of the world proletarian revolution that is coming. … ”

20 years later, the People’s war in Peru still suffers a crisis but the words of chairman Gonzalo stand as a reference point of how to advance in Peru and of great importance in the world.
Our Party never gave up the defence of this Speech and chairman Gonzalo, the support of the People’s War in Peru and PCP, rather, in these years it has been the only force in the RIM, in the ICM and in our country that has consistently respected and carried forward them.
We still support the comrades who in Peru and abroad carry forward the ideology, the line and the practice of the People’s War pointed out by chairman Gonzalo.
Today, in Peru and in the PCP, the main enemy, the right opportunism, is fought at a national and international scale, the right opportunism that takes different looks in Peru and abroad and sows confusion and division: the red flag of PCP, People’s War and chairman Gonzalo is raised as a dogmatic icon, to bury and oppose it to other people’s wars in the world, first, the currently most developed one, the People’s War in India.
The application of Maoism cannot develop in a dogmatic and stereotyped form, because this gives birth to “paper parties”, unable to apply the MLM to the concrete reality with the necessary innovations required by the changes of imperialism and the differences in the single countries. This line has already failed in our Movement and brought about damages and deviations, it creates fiefs, not Parties.
At the same time, it is absolutely necessary an historical summation of PCP for a strategic resumption.
Nobody should charge chairman Gonzalo with the simplifications of many of his supporters in Peru and abroad.
Chairman Gonzalo, master of dialectics, has, for example, analyzed properly and meaningfully the experience of the armed struggle in European countries in the 70s, getting away from any liquidation, but underlining that only Communist Parties guided by the MLM can correctly develop this kind of struggle in the imperialist countries, in the context of the universal strategy of People’s War applied to the reality of those countries, a people’s war that only can have as climax and final goal the people’s insurrection for the seizure of the political power.
The subjectivist militarism of some position existing in the communist movemente in the The subjectivist militarism of some positions existing in the communist movement in the imperialist countries – armed struggle without Party, Party without revolutionary politics, militarists who let the proletariat under the rule of economism and revisionism – has nothing to do with the ideological and political development of Chairman Gonzalo and the history of PCP and the People's War under the leadership of Chairman Gonzalo.
Our Party has included in its founding theses those that should be considered as the contributions of Chairman Gonzalo to the revolutionary Marxist-Leninist-Maoist theory, in its development in the current historical stage.

The Gonzalo thought
In the application of Marxism-Leninism-Maoism, principally Maoism, to the reality on a world scale and within each country, it is necessary to refer to what is now the spearhead of the international communist movement: the Communist Party of Peru and the Gonzalo Thought. The elements of the Gonzalo thought are finding verification in the theoretical and practical advances of Maoist parties and organizations. The "critical assimilation" of them is a necessary condition for the application of Maoism to today's reality.
What are the contributions of Chairman Gonzalo:
  • To have established, amidst the fire of the people’s war, Maoism as the third and higher stage of Marxism-Leninism;
  • To have established, in theory and practice, the universality of people’s war as the winning strategy of the proletariat and, within it, the concept of the militarized communist parties, built in order to prepare, begin and develop the people’s war
  • The need to work out a “specific thought”, fruit of the creative application of MLM to the reality of each country, as a weapon to define and establish the program, the strategy and tactics of the revolution. Only through the development of a “specific thought”, the universality of MLM, the proletarian revolution and communism can be established in each country;
  • The scientific concept of the Leadership, based on the development of the “specific thought” in the ideological and strategic spheres, fruit of the experience of the revolutionary struggle of the proletariat, that forges its leaders, which represent the incarnation and advanced synthesis, able to lead the revolution to the victory”

Therefore, recalling the brave and combative speech from the cage by Chairman Gonzalo, held in isolation for 20 years by the Peruvian regime and imperialism, we call vigorously to study and critically analyze, aiming to apply, the contributions of Chairman Gonzalo, as well as we call to revive the support to the People’s War in Peru, to Maoists in the PCP and abroad who operate to develop the People’s War, to defend the life of Chairman Gonzalo and to demand his public presentation so he can express himself.

Partito Comunista maoista – Italy
24th of September 2012


¡EL DISCURSO DEL PRESIDENTE GONZALO RESPLANDECE VICTORIOSO Y PUJANTE ANTE EL MUNDO!

 

 

Base Lima

Partido Comunista del Perú

1992


Ediciones

Bandera Roja


reproducido por el

MOVIMIENTO POPULAR PERU

1997


[Preparado para la Internet por la revista Sol Rojo]




¡EL DISCURSO DEL PRESIDENTE GONZALO!


5 to ANIVERSARIO



¡Camaradas del Partido Comunista del Perú!
¡Combatientes del Ejército Guerrillero Popular!
¡Pueblo peruano!:

Vivimos momentos históricos, cada uno sabe que es así, no nos engañemos. Debemos en estos momentos poner en tensión todas las fuerzas para enfrentar las dificultades y seguir cumpliendo con nuestras tareas. Y ¡conquistar las metas!; ¡los éxitos! ¡la victoria!. Eso hay que hacer.

Nosotros estamos aquí como hijos del pueblo y estamos combatiendo en estas trincheras, que son también trincheras de combate y lo hacemos porque ¡somos comunistas!, Porque nosotros defendemos aquí los intereses del pueblo, los principios del Partido, la Guerra Popular, ¡Eso es lo que hacemos, lo estamos haciendo y seguiremos haciendo!

Nosotros estamos aquí en estas circunstancias; unos piensan que es una gran derrota, ¡sueñan!, les decimos sigan soñando. Es simplemente un recodo, nada más, ¡un recodo en el camino!. El camino es largo y con ese llegaremos, y, ¡triunfarémos! ¡Ustedes lo verán! ¡Ustedes lo verán!

Nosotros debemos proseguir las tareas establecidas por el III Pleno del Comite Central. ¡Un glorioso pleno!, sépase ya estan en marcha estos acuerdos y eso va a proseguir; seguiremos aplicando el IV Plan de Desarrollo Estratégico de la Guerra Popular para Conquistar el Poder, seguiremos desarrollando el VI Plan Militar para Construir la Conquista del Poder, eso va a proseguir. ¡Eso es tarea!, !Eso haremos, por lo que somos¡ y ¡por la obligación que tenemos con el proletariado y el pueblo!

Nosotros decimos claramente el camino democrático hoy día ha entrado a desenvolverse como un camino de liberación, como un ¡camino popular de liberación!, esa es la circunstancia en la que estamos desenvolviendo; debemos pensar con mucho sentido histórico, dejémonos de seguir cerrando los ojos. Veamos la realidad, veamos la historia del Perú. Veamos los tres siglos del Perú últimos. Eso debemos pensar, vean el siglo XVIII, vean el siglo XIX, vean el siglo XX; ¡y entiéndanlos!. Quienes no entiendan van a estar ciegos y el ciego no sirve al país, ¡no sirve al Perú!

Pensamos que el siglo XVIII, fue una lección bien clara. Piénsese en esto, había un dominador, era España y esa dominación que chupaba la sangre, ¿a dónde nos llevó? a una crisis profundísima, como consecuencia de eso, el Perú, fue dividido. De ahí viene el comienzo de la actual Bolivia. No es cuestión nuestra sino hechos.

Pues bien, siglo pasado, dominación inglesa, ¿a dónde llevó en su contienda con Francia? a otra gran crisis: setenta del siglo pasado; consecuencia: guerra con Chile, ¡no lo olvidemos!, ¿y que pasó? perdimos territorio. Nuestra patria sufre un sisma, pese a la sangre vertida por héroes y pueblo, ¡hay que sacar lección!

Siglo XX ¿cómo estamos?. En este siglo XX hay un imperialismo que nos domina, principalmente el norteamericano, esto es real, todos lo saben. ¿Y a dónde nos ha traído?, ya sin recordar aquellos años veinte, aquí y ahora, en la peor crisis de toda la historia del pueblo peruano. Sacando lección de siglos anteriores, ¿qué cosa se puede pensar?. Otra vez la nación está en riesgo, otra vez la república está en riesgo, otra vez el territorio está en riesgo, puede ser perdido fácilmente, y por intereses. Esa es la situación, a eso nos han traído, pero, tenemos un hecho una revolución peruana, una guerra popular, y sigue y seguirán avanzando. ¿A dónde hemos llegado con eso? a un Equilibrio Estratégico. Y eso hay que entenderlo bien. ¡Es Equilibrio Estratégico! que se concreta en una situación esencial; ¿doce años han servido para qué? para mostrar palmariamente ante el mundo y principalmente ante el pueblo peruano que el Estado peruano, es un tigre de papel, que está podrido hasta el tuétano ¡eso se ha demostrado!

Así, las cosas, pensemos en el peligro, de que la nación, el país puede ser dividido, que la nación está en riesgo, quieren despedazarla, quieren dividirla, ¿quién quiere hacer eso? como siempre el imperialismo, los que explotan, los que mandan. ¿Y qué debemos hacer nosotros? ¿qué corresponde ahora?. Pues bien, corresponde que potenciemos el Movimiento Popular de Liberación, y eso lo desarrollaremos manejado en guerra popular porque el pueblo, siempre el pueblo ha sido quién ha defendido la patria, quién ha defendido la nación. Corresponde formar el Frente Popular de Liberación, corresponde formar y desarrollar a partir del Ejército Guerrillero Popular, un Ejército Popular de Liberación ¡eso es lo que corresponde! ¡y eso haremos nosotros! ¡Y eso lo estamos haciendo y eso lo vamos a hacer! Uds. serán testigos señores.

Finalmente ahora escuchemos esto, como vemos en el mundo, el maoísmo marcha inconteniblemente a comandar la nueva ola de la revolución proletaria mundial ¡entiéndase bien y compréndase! los que tienen oídos, usenlos, los que tienen entendimiento y todos los tenemos manéjenlos ¡basta de necedades basta de oscuridades! ¡entendamos eso! ¿qué se desenvuelve en el mundo? ¿qué necesitamos? necesitamos que el maoísmo sea encarnado y lo está haciendo y que pase generando Partidos Comunistas, a manejar, a dirigir, esa nueva gran ola de la revolución proletaria mundial que se nos viene.

Todo lo que nos dijeron, la cháchara vacía y necia de la famosa "nueva etapa de paz" ¿en qué ha quedado? ¿qué de Yugoslavia? ¿qué de otros lugares?. Todo se politizó; eso es mentira. Hoy día la realidad es una, los mismos contendientes de la I y II Guerra Mundiales, están generando, están preparando la III nueva guerra mundial. Eso debemos saber y nosotros como hijos de un país oprimido somos parte del botín ¡No lo podemos consentir! ¡Basta ya de explotación imperialista! ¡Debemos acabar con ellos!. Somos del tercer mundo y el tercer mundo es base de la revolución proletaria mundial, con una condición, que los Partidos Comunistas enarbolen y dirigan. ¡Es lo que hay que hacer!

Nosotros pensamos lo siguiente; el próximo año se cumplen 100 años del nacimiento del Presidente Mao, ¡Hay que celebrar los 100 años! y los estamos organizando con los Partidos Comunistas. Queremos una manera nueva, una celebración que sea la comprensión conciente de la importancia del Presidente Mao en la revolución mundial, y comenzaremos este año la celebración y la remataremos el próximo; será un grandioso proceso de celebración, quiero aquí aprovechar, para saludar al proletariado internacional, a las naciones oprimidas de la tierra, al Movimiento Revolucionario Internacionalista.

¡VIVA EL PARTIDO COMUNISTA DEL PERU!
¡LA GUERRA POPULAR VENCERA INEVITABLEMENTE!
¡SALUDAMOS DESDE AQUI AL FUTURO NACIMIENTO DE LA REPUBLICA POPULAR DEL PERU!
Decimos: ¡¡GLORIA AL MARXISMO-LENINISMO-MAOISMO!!
Y decimos finalmente, ¡¡HONOR Y GLORIA AL PUEBLO PERUANO!!



Septiembre, 1992

PCP-BASE LIMA

Tuesday, September 25, 2012

Repression against Maoist students in India



Calcutta, Sept. 13: Arrested Maoist leader Avishek Mukherjee had been assigned the task of motivating Calcutta University students to join the rebel outfit, the Special Task Force (STF) has learnt after interrogating him.

Mukherjee, the secretary of the Calcutta district committee of the CPI (Maoist) [Communist Party of India (Maoist)], was asked to indoctrinate students in the city and send “fresh faces” to Lalgarh to take part in anti-government activities in the aftermath of the setbacks the rebels had suffered in Jungle Mahal, the STF has learnt.

An STF officer said: “The CPI (Maoist) has a number of sympathisers in Jadavpur University (a second university in Calcutta) and is now trying to spread its support base to other institutions such as Calcutta University. Mukherjee was given the task of motivating students to join the outfit.”

Mukherjee, 31, and two other CPI (Maoist) members were arrested from the Tallah area in north Calcutta on Tuesday night.

Mukherjee, who had studied international relations at Jadavpur University and is proficient in several languages, was close to slain guerrilla leader Kishan (he was killed by the paramilitary police).

STF sources said the rebel outfit needed active workers after the deaths and arrests of key members. “The Maoists are targeting educational institutions because they want to motivate students to become future leaders of the outfit,” another STF officer said.

The police said Mukherjee had told them that he left Jungle Mahal three months before Kishan was gunned down in a forest near Jhargram in November last year.

“Mukherjee had spent considerable time in Lalgarh (tribal area in W Bengal) and its adjoining areas during the Maoist movement. He knew the police were after him. He used to stay in the homes of sympathisers in north Calcutta. He visited Nonadanga several times to organise demonstrations by illegal settlers during the government’s eviction drive in March-April,” an officer said.

The police said documents, mostly letters from leaders of the outfit, seized from Mukherjee had revealed that he was in regular touch with members of the CPI (Maoist) state committee.

An officer said the police would seek the home department’s permission to book Mukherjee under the Unlawful Activities Prevention Act (UAPA).

The police can keep an accused in custody for up to 30 days under the law against 14 days in other cases.
 

Ecuador - CAMPAÑA DE APOYO A LA GUERRA POPULAR EN EL PERÚ

CAMPAÑA DE APOYO A LA GUERRA POPULAR EN EL PERÚ
PARTIDO COMUNISTA DEL ECUADOR – COMITÉ DE RECONSTRUCCIÓN

El Partido Comunista del Ecuador saluda al proletariado y a los pueblos oprimidos de todo el mundo. A lo largo del mes de septiembre hemos realizado una campaña de agitación y propaganda en torno a la celebración del XX Aniversario del histórico discurso del Presidente Gonzalo desde la prisión.
Aprovechamos esta importante fecha para realizar una campaña que sirva a los objetivos del Movimiento Comunista Internacional, a difundir el Maoísmo y combatir los acuerdos de paz del imperialismo.

Canada - S’unir et combattre, partout au pays! Parti communiste révolutionnaire



S’unir et combattre, partout au pays!

24 septembre 2012
Les changements au régime canadien d’assurance-chômage annoncés au printemps dernier par le gouvernement Harper constituent une attaque frontale à l’ensemble de la classe ouvrière canadienne. Ces changements visent essentiellement à exercer une pression à la baisse systémique sur les salaires ouvriers et à affaiblir notre capacité de lutte et de résistance aux capitalistes et à leur système d’exploitation.
Le gouvernement va modifier la définition de ce qui constitue un «emploi convenable» dans le régime d’assurance-chômage. Tout en étant tenu de faire une recherche d’emploi active, un prestataire pouvait jusqu’à maintenant refuser un emploi ne lui offrant pas des conditions équivalentes à son dernier emploi, et dans le même domaine.
Dorénavant, les chômeurs et chômeuses seront diviséEs en trois catégories: les «prestataires fréquents», c’est-à-dire ceux et celles qui ont demandé trois fois de l’assurance-chômage au cours des cinq dernières années et ont touché au moins 60 semaines de prestations, seront contraints, au bout de six semaines de chômage, d’accepter un emploi dans n’importe quel domaine à 70 % de leur dernier salaire.
On pense ici évidemment aux travailleuses et travailleurs saisonniers dans les régions où par la force des choses, ce type d’emploi constitue la norme: industries de la forêt, de la pêche, du tourisme… Mais c’est le cas aussi de centaines de milliers d’autres travailleurs et travailleuses: ceux et celles qui travaillent pour des agences de placement temporaires, les chauffeurs d’autobus scolaires, les chargées de cours des cégeps et universités, les travailleurs et travailleuses de la construction qui travaillent en moyenne entre sept et huit mois par année, etc.
Même ceux et celles que le gouvernement classera comme «bons chômeurs» (les «travailleurs de longue date», qui n’ont que très peu eu recours à l’assurance-chômage) seront tenuEs au bout d’un certain temps d’accepter un emploi à 80 % de leur dernier salaire, sous peine eux aussi de perdre leur droit aux prestations.
Le régime d’assurance-chômage est au cœur du rapport entre le capital et le travail. Le niveau de protection conféré par l’assurance-chômage a une incidence directe sur le rapport de force – qu’il soit individuel ou collectif – que nous avons face aux capitalistes. Un régime atrophié comme celui avec lequel on est pris depuis les grandes réformes des années 1980 et 1990, qui n’offre une protection qu’à un peu moins de la moitié des travailleurs et travailleuses qui perdent leur emploi, nous rend tous et toutes plus vulnérables devant les exigences des patrons.
C’est précisément ce que vise le gouvernement Harper avec sa nouvelle réforme: affaiblir encore plus notre capacité de résistance et nous précariser au maximum, afin que les capitalistes puissent tirer de plus grands profits de notre travail. Cela, les grandes organisations qui parlent au nom des capitalistes l’ont bien compris, que ce soit le Conseil du patronat du Québec ou la Fédération canadienne de l’entreprise indépendante, qui ont accueilli la réforme avec enthousiasme.
Depuis l’annonce de ces nouvelles mesures, une demi-douzaine de manifestations ont eu lieu dans diverses municipalités au Nouveau-Brunswick, rassemblant jusqu’à 600 personnes. Ces manifestations ont été organisées par un comité de lutte mis sur pied spontanément par des travailleuses de l’industrie de la pêche.
Au Québec, le Mouvement autonome et solidaire des sans-emploi, qui rassemble une quinzaine de groupes de chômeurs et chômeuses, a lancé une campagne contre ce qu’il qualifie de «saccage de l’assurance-chômage». Des assemblées d’information se tiennent dans une vingtaine de villes et une manifestation aura lieu le samedi 27 octobre à Thetford Mines, dans la circonscription du lieutenant politique de Stephen Harper, Christian Paradis. Des efforts sont faits pour rejoindre des syndicats et organisations populaires en Ontario, afin que le mouvement s’élargisse.
Il y a un réel potentiel pour qu’une grande lutte se développe sur ce front. Le mouvement de lutte contre la réforme Harper peut certainement s’inspirer du mouvement étudiant, qui a ébranlé la bourgeoisie québécoise et réussi à la faire céder au cours des derniers mois. Il faut organiser la journée d’action du 27 octobre partout au Canada. Il faudra surtout lui donner des suites. Et éviter le piège dans lequel les nationalistes du PQ veulent nous faire tomber au Québec, eux qui proposent d’abandonner les travailleurs et travailleuses des provinces maritimes à leur sort et de se tourner vers un illusoire rapatriement du régime d’assurance-chômage.
Le gouvernement Harper souhaite que sa réforme entre en vigueur en janvier 2013. Un mouvement fort, solide et uni pourrait passer à l’attaque dès le moment où elle fera ses premières victimes parmi les prestataires d’assurance-chômage, en entreprenant des actions directes bien ciblées contre le gouvernement et la bourgeoisie. Avant toute autre chose, c’est ce qu’il faut préparer: la lutte et la mobilisation en s’appuyant sur la force et la volonté de lutte de la classe ouvrière.
Non à la réforme Harper! Oui à l’unité de la classe ouvrière et à la lutte contre toutes les mesures de crise de la bourgeoisie!
 

Italy - international commitee invites Movimento NOTAV to International Conference support people's war in India


 per il movimento NOTAV

sosteniamo la guerra popolare e il movimento maoista in India !

Lo scorso 24 marzo il movimento No Tav in occasione del rapimento nello stato indiano di Orissa di due italiani,scriveva sul suo sito “La val di Susa e l’India, due terre così lontane che si legano quasi per caso nella vicenda di Paolo”, in merito al rapimento di Paolo Bosusco da parte del movimento maoista facente capo al comitato di stato di Orissa.
Nel messaggio e in quello precedente i compagni dicevano anche: “Abbiamo conosciuto la grave situazione del vostro popolo e delle vostre terre, abbiamo capito i sentimenti e la voglia di libertà che vi anima nel lottare e richiedere la liberazione dei vostri compagni in carcere “ e inoltre “anche in val di Susa si parla e si racconta della lotta no tav in modo falsato e distorto, solo chi vive, solo chi attraversa le situazioni può capirle.” Ebbene da allora sono passati quasi 5 mesi e come sappiamo la lotta in valle continua e si sviluppa assestando nuovi colpi ai piani del governo Monti e alla militarizzazione della valle che, nonostante la presenza asfissiante dell’occupante, resiste e contro-attacca con fantasia, intelligenza e determinazione.
Quello che sicuramente è meno a conoscenza del movimento italiano sono invece gli sviluppi rivoluzionari in India, una rivoluzione (la più grande del mondo attualmente in corso nel paese più popolato del pianeta dopo la Cina) che in questi ultimi continua a svilupparsi, come denunciano preoccupati i media indiani circa l’estendersi del movimento rivoluzionario nel nord-est e all’estremo sud del paese e la sua influenza nei settori urbani in primis università e movimento operaio (vedi l’ultimo grosso sciopero alla maruti-suzuki).

Dal 2009 lo stato fascista indiano ha lanciato una vera e propria campagna militare contro le “zone liberate” autogovernate dai maoisti con l’invio di 70mila uomini (equivalenti alle truppe straniere in Afghanistan), la nota scrittrice progressista indiana Arundathy Roy ha definito la campagna militare governativa come “genocida” e “guerra del governo contro il suo stesso popolo”. In questo contesto i popoli indiani, le masse indiane, i lavoratori resistono eroicamente grazie al loro esercito popolare e a tutte le forme organizzative utilizzate di volta in volta e in maniera complementare come le organizzazioni delle donne, studentesche, i sindacati rivoluzionari racchiuse nel Fronte Democratico Rivoluzionario (che il governo sta per dichiarare fuorilegge, così come il Partito Comunista Indiano maoista già da anni nelle liste delle organizzazioni terroristiche).

Oltre a fronteggiare gli attacchi governativi la rivoluzione indiana, come succede spesso in questi movimenti, deve respingere anche attacchi “interni” e tradimenti, ultimo dei quali viene proprio da Sabyasachi Panda l’ex leader maoista sotto la direzione del quale nello Stato di Orissa, è avvenuto il sequestro di Paolo e Claudio.
Il suo passaggio dalla parte del nemico è stato denunciato duramente in un documento del PCI(M) di cui riportiamo qualche stralcio perché crediamo tratti anche dei punti di interesse con il movimento NOTAV, come il testo di quest'ultimo segnalava.
Qualsiasi organizzazione o movimento serio necessariamente adotta un metodo che si basa sul confronto aperto e la decisione collettiva che, dopo essere stata presa, viene attuata con la massima solerzia come abbiamo visto in valle in cui al di là delle appartenenze politiche e ai “credo” la linea di condotta è attuata collettivamente dalle componenti del movimento.
Come scrivono i compagni indiani nel documento citato “vogliamo dire chiaramente che il nostro partito conduce meeting, plenum e conferenze al fine di correggere e migliorare la nostra pratica e avanzare con più alti compiti. Esso individua i propri problemi e errori e li corregge per mezzo della critica, l’autocritica, prese di posizione e campagne di rettifica assunte specificatamente. Questo è un processo continuo”.
Il PCIndia maoista sottolinea che invece l’ex leader maoista Panda agendo in maniera “anarchica” ha agito contro gli interessi della rivoluzione indiana nel “caso Bosusco” (al di là del merito della vicenda).

In particolare riguardo la questione del rapimento il documento dice “Ha ricorso a metodi opportunisti di destra durante l’arresto sotto la sua leadership dei turisti italiani. Ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale per l’intero stato di Odisha. Ma in realtà, non è stato corretto da parte sua dichiararlo quando due differenti comitati di stato di partito confinanti stanno lavorando in notevoli parti dell’Odisha e dei suoi confini e non aveva il diritto di dettare i termini agli altri due comitati di partito......
I compagni nel rivendicare la necessità della lotta armata contro il regime indiano, proseguono: “la polizia, paramilitari e militari conducono questa offensiva dal fronte mentre tutte le altre componenti partecipano molto crudelmente nell’offensiva in una maniera pianificata, coordinata e complice. Così diventa assolutamente necessario per il popolo ricorrere alla lotta armata.
In particolare riguardo all’Odisha: “l’offensiva è destinata ad intensificarsi anche in questo stato. La ragione dell’intensificarsi di questa grande offensiva sono gli interessi delle multinazionali e della borghesia compradora del nostro paese che vogliono schiacciare ogni organizzazione e il popolo che si rivela un ostacolo al loro saccheggio di risorse naturali e materie prime nei paesi arretrati come l’India.

I compagni della valle del movimento NOTAV ben sanno come l’estendersi della solidarietà è vitale per un movimento, in questo senso tutti conoscono l’ospitalità che si riceve in valle quando si va a dare solidarietà concretamente, soprattutto da parte di quei soggetti che lottano nei propri territori da nord a sud del paese (e questo è l’aiuto migliore che possono ricevere i valsusini e tutti i movimenti che si sviluppano nel nostro paese), in ogni caso nessun valsusino si immaginerebbe o confonderebbe tale atto di solidarietà concreta come una sorta di “ingerenza”.
Questo ovviamente succede anche in India dato che il movimento si sviluppa in più di 1/3 del paese in cui si incrociano compagni ed esperienze diverse e che parlano anche lingue diverse (nel senso letterale del termine), è interessante come viene trattato anche questo aspetto nella critica alle false accuse dell’ex dirigente nello stato di Orissa Panda che ha “denunciato” come ingerenza l'azione e la critica esercitata dagli altri comitati di partito dello Stato Indiano sottolineando come “ogni membro del nostro partito deve essere preparato ad andare in ogni parte del paese per lavorare. Inoltre, come comunisti internazionalisti dobbiamo essere preparati ad andare in ogni paese o area e lavorare li spalla a spalla con il popoli per la loro liberazione […]. A causa della sua stretta mentalità regionalista non solo oggi, Panda non poteva mai accettare il fatto che compagni di altri stati stanno andando e lavorando in Odisha.”
Infine Panda utilizza una ben nota argomentazione dello stato indiano ovvero che gli adivasi (le popolazioni indigene che partecipano attivamente alla rivoluzione) siano 'sfruttati' dai maoisti:
La risposta del PCI (M) può essere facilmente compresa dai compagni del movimento No Tav: “esercito popolare stesso significa esercito in cui le masse popolari sono protagoniste, esercito che oltre che partecipare alla guerra fa il suo lavoro in seno e di sostegno alle masse come cucinare, trasportare merci e generi di prima necessità ecc e che questi lavori sono proprio parte integrante di esso “. Tutto questo è tutto il contrario che sfruttare le masse

Tornando al comunicato scritto mesi addietro dai compagni valsusini si leggeva anche “Non vogliamo qui entrare nel merito di un conflitto, il vostro, che non conosciamo ma vogliamo invece raccontarvi la nostra storia.” Noi auspichiamo che il Movimento no tav acquisisca ulteriori conoscenze circa un movimento rivoluzionario che si sviluppa in India, dato che nonostante la sua ampiezza e importanza è spesso sconosciuto e ignorato anche se oggettivamente è direttamente correlato all’intralcio degli interessi dei “nostri” padroni italiani come ad esempio le difficoltà che i padroni delle multinazionali automobilistiche, compresa la Fiat di Marchionne trovano nel delocalizzare in India proprio grazie al pericolo costituito dalla mobilitazione popolare e dalla attività rivoluzionaria indiana per gli interessi della Fiat, o della Impregilo che ha rinunciato a finanziare molti progetti in India di devastazione ambientale perché combattuta da quei movimenti popolari. Inoltre vogliamo far notare ai compagni la serietà del movimento maoista indiano nel trattare i propri problemi “interni” anche pubblicamente e in questo caso, in un certo senso dando una risposta ai problemi sollevati dal movimento No Tav nei due comunicati dello scorso Aprile e Maggio.

In questo momento la rivoluzione indiana attraversa una fase complessa a cui crediamo debba andare il nostro massimo supporto per il fatto che, se la loro lotta avanza, questo darà un aiuto ancora più intenso e concreto alle nostre lotte contro i nemici comuni si chiamino essi Impregilo, Federmeccanica, Marchionne, Monti e Singh.

Per questo facciamo appello ai compagni No Tav a solidarizzare attivamente con il movimento maoista indiano partecipando con una delegazione o una rappresentanza alla Conferenza Internazionale di Appoggio alla Guerra Popolare in India che si terrà il prossimo 24 Novembre ad Amburgo e a cui hanno dato già adesione rappresentanti provenienti da quattro continenti.
Sarà una conferenza di lotta e “militante” dove tutte le delegazioni porteranno la propria esperienza di lotta e solidarietà internazionale e internazionalista dal territorio dal quale provengono secondo l’ottica che tutte le lotte contro il nemico comune debbano incontrarsi e arricchirsi vicendevolmente scambiandosi le esperienze.

Per ulteriori informazioni sulla conferenza e la guerra popolare in india si può consultare il blog:
e in particolare l’appello di partecipazione alla conferenza:

il documento citato dei compagni indiani dal titolo ““CC, CPI (Maoist) out rightly rejects all the vicious, baseless and sham allegations made by Sabyasachi Panda in cahoots with the ruling classes and expels him from the party for his betrayal”” è invece scaricabile in inglese al seguente indirizzo:

Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India – Sezione italiana
csgpindia@gmail.com








India - material on struggle at Maruti-Suzuki

Material on Struggle at Maruti Suzuki - GurgaonWorkersNews no.51

www.gurgaonworkersnews.wordpress.com

The current repression against Maruti workers is severe - since the unrest on 18th of July 2012 over 150 workers have been arrested, more than 500 permanent workers have been fired, more than 1,500 temporary workers might have lost their - or rather 'this' - job and over a thousand state and private cops have been stationed in and around the Maruti factory in order to secure industrial 'peace'. Repression tends to focus our view and acts on itself - it forces us to react, instead of acting ourselves. These are difficult times for engaging in critical analysis of the struggles of our class. To criticise our own activities while the enemy attacks seems rather paradox or untimely - but we think it is necessary. 

In this newsletter we want to continue the debate about 'workers' organisation', based on what we see as both pre-condition and process of organisation: workers' self-inquiry into the production process, how it constitutes the working class and how it can be transformed into the basis of self-organised attack on the existing social relations. We present some general and historical thoughts about the relationship between inquiry and workers' organisation, but our focus is concrete material on the conditions at Maruti after the waves of struggle in 2011 - and a proposal to engage in a process of workers' inquiry in Manesar.

Between April and June 2012 we asked workers from most departments at Maruti and from automobile suppliers the following questions: how does your collectivity look like now, a few months after the strike? which changes took places since then, which either weakened or strengthened your collectivity? what did management do in order to undermine your collectivity? what did workers do or can do in order to strengthen and extend the collectivity? which role does the new union play in this process of de- and re-composing workers' organisational basis?

We summarised a preliminary balance-sheet based on these conversations, which forms the core-part of this newsletter. In addition there is further material: workers' reports from various departments at Maruti and its suppliers; an interview with a comrade of a Marxist-Leninist group reflecting on his experiences during the 2011 struggles; a summary of 'The Maruti Story', written by the Maruti chairman, about the history of the Maruti Gurgaon plant, from the enemy's perspective. A comrade summarised material on the Suzuki Hungary plant, which supplies the global markets with the same models which are produced in Manesar - and in 2005 workers showed their discontent about the working conditions. To illustrate the newsletter we took some photographs in Manesar and surrounding villages. 

Friends of Faridabad Majdoor Samachar distribute the workers' newspaper every month, both in front of the Maruti Manesar and Maruti Gurgaon plant - we hope you will help out with distribution and/or contribute to the debate. We hope this newsletter provides some instigating material.

1) Introduction

2) On Organisation and Inquiry

3) Material on Class Composition at Maruti Suzuki
3.1) State of Workers' Collectivity one Year after the Occupations (June 2012)
3.2) State and Limitations of the Trade Union at Maruti Suzuki
3.3) Preliminary Thoughts on the Unrest of the 18th of July 2012
3.4) Theses for the Future Armament of Workers' Struggle at Maruti and Beyond

4) Workers' Reports
4.1) Reports from Maruti Manesar Workers
4.1.1) Press-Shop Worker
4.1.2) Weld-Shop Workers
4.1.3) Paint-Shop Workers
4.1.4) Bumper-Shop Worker
4.1.5) Final Assembly Workers
4.1.6) Canteen and Housekeeping Workers
4.2) Reports from Suzuki Powertrain Workers (Engine and Gearbox)
4.3) Report from Maruti Gurgaon Worker (Engine-Shop)
4.4) Reports from Maruti Supply-Chain Workers
4.4.1) Asti Electronics Worker
4.4.2) Sanden Vikas Worker
4.5) Report on Life in Aliyar, a Workers' Village in Manesar Industrial Zone

5) Conversation with Comrade on Practical Engagement during the Maruti Struggle in 2011

6) Comments on and Relevant Parts of  "The Maruti Story", Biography of the Gurgaon Factory by R.C Bhargava, Maruti Chairman

7) Material on situation at Suzuki in Hungary

8) Appendix

8.1) Open Letter on Maruti by Mouvement Communiste to Comrades in Delhi
8.2) Pamphlet by Mouvement Communiste on Maruti Struggle and Leaflet on Struggle at Citroen PSA in France
8.3) Proposal for Critical Debate on 'Academic Research'
8.4) Phd by Bose on Automobile Industry in Delhi
8.5) Links to Future Readings

News from India's Special Exploitation Zone -
www.gurgaonworkersnews.wordpress.com

Sunday, September 23, 2012

1992-2012 PCmItaly declaration for celebration of 20° of Gonzalo's cage's speech

ricordiamo, celebriamo il 20° anniversario del discorso dalla gabbia del presidente Gonzalo, da 20 anni detenuto in isolamento nelle carceri del regime peruviano e dell'imperialismo 

Il 25 settembre 1992, dalla oscena gabbia in cui l'aveva rinchiuso il regime corrotto, genocida e antipopolare di Fujimori sostenuto dall'imperialismo e dalla Cia, il Presidente Gonzalo, capo della rivoluzione peruviana, teneva il suo discorso, in cui, tra l'altro, affermava netto e chiaro:

“Noi siamo qui come figli del popolo e stiamo combattendo da queste trincee che sono anche trincee di lotta, di combattimento, e lo facciamo come comunisti perchè noi difendiamo qui gli interessi del popolo, i principi del partito, la guerra popolare. Questo è quello che facciamo, lo stiamo facendo e continueremo a fare... il cammino è lungo e lo continueremo, trionferemo... .... Di cosa abbiamo bisogno? Necessitiamo che il maoismo sia incarnato e lo si sta facendo e che si vadano generando Partiti Comunisti, capaci di condurre e infine dirigere questa nuova grande ondata della rivoluzione proletaria mondiale che si annuncia...”.


A 20 anni di distanza il Presidente Gonzalo, la Guerra Popolare in Perù soffre ancora di una crisi  ma le parole del Presidente restano il punto di riferimento di come avanzare in Perù e di grande importanza nel mondo.
Il nostro Partito alla difesa di questo discorso e del Presidente Gonzalo, al sostegno al Pcp e della guerra popolare non ha mai rinunciato, anzi in questi anni è stata l'unica forza nel MRI, nel MCI e nel nostro paese ad attenersi coerentemente e a portarli avanti.
Noi sosteniamo ancora oggi i compagni peruviani che in Perù e all'estero portano avanti la l'ideologia, la linea e la pratica della Guerra Popolare indicata dal Presidente Gonzalo.
Oggi in Perù e nel PCP si combatte il nemico principale l'opportunismo di destra su scala nazionale e internazionale, opportunismo di destra che assume diverse sembianze in Perù e all'estero e che semina confusione e divisione: S'innalza la bandiera rossa del PCP, della Guerra Popolare, del Presidente Gonzalo
come icona dogmatica, per affossarla e per contrapporla alle altre guerre popolari nel mondo in primis, la più sviluppata attualmente. la Guerra popolare in India.
L'applicazione del maoismo non può avvenire in forma dogmatica e stereotipata, perchè questo origina effettivi partiti 'menbrete' incapaci di applicare alla realtà concreta il mlm con le necessarie innovazioni che i cambiamenti dell'imperialismo e le differenze nei singoli paesi domandano. Questa linea è fallita già nel nostro movimento e ha provocato danni e deviazioni, crea feudi e non partiti.
Così come è assolutamente necessario che il bilancio storico del PCP per il suo rilancio strategico.
Nessuno addebiti al Presidente Gonzalo le semplificazioni di molti dei suoi sostenitori in Perù e all'estero:
Il Presidente Gonzalo, maestro di dialettica, ha, ad esempio, analizzato in maniera corretta e indicativa l'esperienza della lotta armata nei paesi europei negli anni '70, differenziandosi da ogni liquidazionismo, pur mettendo in luce che solo i Partiti Comunisti guidati dal mlm possono correttamente sviluppare questo tipo di lotta nei paesi imperialisti, nel contesto della strategia universale della gp applicata alla realtà di questi paesi, gp che non può non avere come culmine e obiettivo finale l'insurrezione popolare per la conquista del potere politico. Il militarismo soggettivista di alcune posizioni presenti nel movimento comunista nei paesi imperialisti: la lotta armata senza partito, il partito senza politica rivoluzionaria, militaristi senza masse che lasciano il proletariato sotto il dominio dell'economicismo e del revisionismo. non ha nulla a che fare con l'elaborazione ideologica, politica  del  Presidente Gonzalo e con la storia del PCP e della Guerra Popolare sotto la direzione del Presidente Gonzalo.

Il nostro Partito ha inserito nelle sue tesi fondative quelle che vanno ritenuti i contributi del Presidente Gonzalo alla teoria rivoluzionaria marxista-leninista-maoista in sviluppo nella fase storica attuale

"Il Pensiero Gonzalo
Nell’applicazione del marxismo-leninismo-maoismo, principalmente maoismo, alla realtà su scala mondiale e di ciascun paese, occorre far riferimento a quella che è oggi la punta avanzata nel movimento comunista internazionale: il Partito Comunista del Perù e il Pensiero Gonzalo. Gli elementi del pensiero Gonzalo stanno trovando verifica negli avanzamenti teorici e pratici dei partiti e organizzazioni maoiste; la loro “assimilazione critica” è condizione indispensabile per l’applicazione del maoismo alla realtà odierna.
Quali sono i contributi del Presidente Gonzalo:
— l’affermazione, nel fuoco della guerra popolare, del maoismo come terza e superiore tappa del marxismo-leninismo;
— l’affermazione teorica e pratica dell’universalità della guerra popolare come strategia vincente del proletariato in tutti i paesi del mondo, e in essa, la concezione del partito comunista m., costruito in funzione della preparazione, inizio e sviluppo della guerra popolare;
— la necessità dell’elaborazione di un “pensiero specifico”, frutto dell’applicazione creativa del m-l-m alla realtà di ogni paese, come arma per definire, affermare il programma, la strategia e la tattica della rivoluzione; è solo attraverso lo sviluppo di un “pensiero specifico” che si afferma in ciascun paese l’universalità del m-l-m, la rivoluzione proletaria mondiale e il comunismo;
— la concezione scientifica della Direzione, basata sull’elaborazione del Pensiero specifico sul piano ideologico e strategico, frutto dell’esperienza e della lotta rivoluzionaria del proletariato che forma i suoi capi, che rappresentano l’incarnazione e sintesi avanzata, capaci di condurre la rivoluzione fino alla vittoria."
Nel ricordare quindi il coraggioso e combattivo discorso del Presidente Gonzalo dalla gabbia del regime peruviano e dell'imperialismo in cui è rinchiuso in isolamento da 20 anni rilanciamo con forza lo studio, l'analisi critica al servizio dell'applicazione dei contributi del Presidente Gonzalo, così come va rilanciato il sostegno alla guerra popolare in Perù, ai maoisti nel PCP e all'estero che operano per lo sviluppo della guerra popolare ,per la difesa della vita del Presidente Gonzalo e la richiesta di una presentazione pubblica e dal vivo che permetta al Presidente Gonzalo di pronunciarsi.

Partito Comunista maoista-Italia
24 settembre 2012

India: Farmers vs corporate will

Root Cause: A fear of loss of livelihood accompanies anger in Charkudih and nearby villages

By Sudeep Chakravarti, LiveMint
[Photo of farmers agitating against the government’s land acquisition activities. Photo: Hindustan Times]
The rain has softened the dirt lanes in Charkudih. The slim strip of tar that brings me to this tiny village is cracked. In what passes for the village square, a child, too young to be in school, wails as he slips in a pool of muck and dung. Hens are more adroit. The surrounding green is compensatory: Lush fruit trees and knee-high paddy. A short walk away the Subarnarekha river marks the state border in this part of eastern Jharkhand. Across lies a stunning line of cloud-crested hills in Purulia, West Bengal.
This is usually a quiet time. But there is already much excitement in Charkudih and 14 neighbouring villages of Sonahatu block. A steel company—among India’s top five—wants much of their land. A document I possess marks the details of the plots to be acquired by the steel maker, totalling about 6,400 acres.
Embedded in the phrase “to be acquired” is obfuscation, confusion and apprehension far removed from lofty corporate pronouncements; even the ongoing government-and-business versus greens tug of war over land acquisition, resettlement and rehabilitation. This is a tiny story about some farmers’ initial encounter with corporate will.
About a dozen of us huddle in a tiny room of a resident that evidently doubles as Charkudih’s clubhouse. A card game is in abeyance. A grimy table fan awaits electricity. A battered black and white TV set is hooked up to a small battery, both dead. A calendar of a brick-making firm is turned to September.
Locals say there hasn’t been any public meeting to discuss the project. They first twigged on to it last year when some local land agents started visiting landowners—farmer-owners of tiny plots to landlords—with a simple message: jameen bech do (sell your land). The price: `5 lakh an acre. When villagers queried the purpose, they received evasive answers. A few have sold land to agents—villagers share their names—but when they queried the local revenue officer in whose names the purchased lands have been registered, they were shooed away.
Distrust and resentment now accompanies confusion. On 31 August, some villagers of Charkudih saw a couple of cars arrive. Soon they saw people walking around their lands. Upon asking the drivers, they learnt that representatives of the company were conducting preliminary surveys for a railway line to the proposed plant. When villagers lost their temper, questioning the presumption of the survey—nobody had asked them for their permission—the visitors fled, and complained at the local police station. Villagers tell me they initially heard that the local police bara babu (senior officer) would arrive to arrange a samjhauta (understanding) between residents of the 15 villages and the company. Instead the police arrived on 1 September and roughed up four Charkudih villagers and accused them of being members of MCC, short for Maoist Communist Centre, as the Communist Party of India (Maoist) is still known by its pre-merger element in these parts, a three-hour drive south-east of capital Ranchi.
A group of villagers now plan to use the Right to Information law to extract information. They fear the company, with active collusion of government agencies, is seeking to circumvent provisions of the Chotanagpur Tenancy Act that in Jharkhand restricts sale of land owned by tribals, those of scheduled and other backward castes—as is largely the case in Sonahatu block. Certainly, villagers have heard political spin that targeted land in the 15 villages is described as banjar (unproductive land) when nearly all of it either produces more than one harvest or is used for grazing. The document in my possession marks nearly all targeted land as productive.
A fear of loss of livelihood accompanies anger in Charkudih and nearby villages. Jharkhand’s appalling record of resettlement and rehabilitation is firmly imprinted here. Locals ask me how a one-time payment of `5 lakh an acre will compensate for farm income that would fetch an equivalent amount in three-five years. Besides, nobody has bothered to tell them what kind of livelihood they might have in an industrial situation. Jharu lagao, nahin toh niklo, a villager spits out: We shall either become sweepers (at the factory) or have to leave.
I begin to tell them about an interview I read recently in a news weekly, where the president of lobby group Confederation of Indian Industry mentions that farmers need to invest earnings from sale of land in stocks, because “land has the lowest appreciation of all assets” and “somebody should advise them to invest it in mutual funds”. The farmers look blank. And here I am: Marie Antoinette of Charkudih.
Sudeep Chakravarti is the author of Red Sun: Travels in Naxalite Country and Highway 39: Journeys through a Fractured Land. This column, which focuses on conflict situations in South Asia that directly affect business, runs on Fridays.

les cybermaoists against International Conference support people's war in India

« Quand l’ennemi nous attaque, c’est une bonne chose » Mao-Zedong
LE P «c» « mlm » DE PLUS EN PLUS PROVOCATEUR !

Présent uniquement sur Internet, cet avorton, tire à la kalachnikov sur tout ce qui bouge dans le camp de la révolution. Après avoir attaqué la classe ouvrière en lutte en Picardie, les producteurs de lait en lutte, les antifascistes. Aujourd’hui, il est le chef de file de la ligne noire.
Son dernier article est une attaque contre tous ceux qui ont de la sympathie pour la guerre populaire en Inde, contre ceux qui soutiennent la Guerre Populaire.
En rage, contre la tenue d’une réunion Internationale de soutien à la Guerre Populaire dont l’objectif est de briser l’encerclement dont elle fait l’objet.
Il attaque tout azimut, le Verein der Neuen Demokratie-Nuevo Peru (Association de la Nouvelle Démocratie – Nouveau Pérou), parce qu’aujourd’hui il soutient la guerre populaire en Inde, alors que le PCP l’aurait qualifiée de « réformisme armé ». Le VND selon eux « prostitue l’idéologie sur une ligne anti-impérialiste ». Que cherche ce donneur de leçon, provocateur et destructeur qui dit « « Il est bien sûr difficile de connaître la situation au Pérou ».
Il rage que tous les maoïstes « centristes » participeront au « congrès ». Ils auraient rejeté le PCP (dernière nouvelle) pour soutenir Prachanda et maintenant essaient de gagner quelque chose en soutenant la révolution indienne ». Que les partis « centristes » aient soutenu le Parti Communiste du Népal, ce n’est pas une découverte, mais le donneur de leçon, qui est complètement hors de la lutte de classe pratique, ne veut pas voir les interrogations et les réserves qu’ont exprimées les « centristes » dès 2006, il ne veut pas voir la lutte lente et tardive de l’opposition au sein du PCP, la rupture qui a amené à la création du Parti Communiste du Népal, Maoïste. Nous verrons s’ils sont capables de « surmonter le détour ». Le Parti Communiste de l’Inde a besoin que le silence et l’encerclement autour de sa guerre populaire soit brisé ou doit-il écouter le donneur de leçon coupé des masses, en France pire les méprisant.
Le persifleur, poursuit son attaque : « Nous trouverons à Hambourg la ligne anti-impérialiste de la fraction « rouges » des post-antifascistes autonomes. Cette ligne, aussi intéressante qu’elle puisse être, est une caricature de la ligne anti-impérialiste des années 80,… Cette grande tentative révolutionnaire des années, n’a pas été une réussite.. Les révolutionnaires d’Allemagne n’ont aucune analyse de la formation de la nation allemande etc… Ce n’est pas ce que les révolutionnaires ont besoin en Allemagne.
Puis contre le Parti Communiste d’Italie, du MKP et du PCmF qui sont devenus les principaux artisans du « centrisme »

C’est que ce parti de l’Internet coupé des masses, ne veut pas voir le développement complexe du mouvement maoïste, pas plus que décantation idéologique qui traverse tous les partis, toutes les organisations « un se divise en deux ». Ce dogmatique ne comprend rien à la loi du mouvement et s’accroche au dogme comme la puce s’accroche à la peau. Le subjectivisme c’est lui, car il ne se remet jamais en question.
Que dit dans « l’Interview » le Président Gonzalo parlant des luttes armées des années 80 en Europe « il ne s’agit pas de condamner, mais de comprendre » et plus loin « Nous croyons qu’elles méritent beaucoup d’attention de notre part » « de nombreuses fautes peuvent être commises, mais qui n’en commet pas ? Mais ce sont elles-mêmes qui tireront les leçons de leurs erreurs ».
Nous dirons aujourd’hui, ceux qui modestement, les maoïstes qualifiés de « centristes » par les dogmatiques planqués derrière écran d’ordinateur, mais aussi ceux qui cherchent une issue à la crise, une voie révolutionnaire, des anti-impérialistes qui soutiennent la guerre populaire et veulent la faire connaître autour d’eux, voire veulent s’en inspirer et se donner les moyens d’y parvenir, et construire les instruments nécessaires pour la mener..
Sûrement pas un cyber-parti qui a affirmé que Sarkozy était le représentant de la bourgeoise industrielle à l’époque où règne sans partage le capital financier qui se soumet l’appareil d’Etat.

Mais pourquoi une telle rage contre la tenue de cette Conférence
Ce qui se cache derrière cette attaque, c’est d’empêcher le rapprochement des anti-impérialistes d’aujourd’hui et des maoïstes, c’est d’empêcher le regroupement des forces révolutionnaires, c’est empêcher la formation de partis maoïstes engagés dans la lutte des classes, la formation du front révolutionnaire anticapitaliste, antifasciste et populaire, et pour finir la mise en route de la guerre populaire dans les conditions des pays impérialistes et des conditions spécifiques à chacun d’eux.
« Les réactionnaires soulèvent des pierres pour se les laisser retomber sur leurs pieds » Mao Zedong
VIVE LA TENUE DE LA CONFERENCE DE HAMBOURG POUR SOUTENIR LA GUERRE POPULAIRE EN INDE !
ECARTONS LES PROVOCATEURS !

PCm France