pc 30 settembre - Sull'attacco al Libano, la morte di Nasrallah - editoriale
L’attacco al Libano
dell’esercito israeliano ha raggiunto un obiettivo, quello di
colpire Hezbollah, parte del fronte di resistenza a sostegno del
popolo palestinese.
Con
l’uccisione del leader Nasrallah attraverso un bombardamento
criminale, del genere di quello in atto da circa un anno a Gaza,
l’estensione della guerra di aggressione ha raggiunto una tappa
irreversibile. Lo Stato sionista di Israele intende occupare
militarmente il Libano, cancellare la resistenza e guadagnare
un’altra postazione, nel quadro del piano di “grande Israele” e
di potenza egemone in tutta l’area, per sé, per conto
dell’imperialismo soprattutto americano, contro gli Stati, le
nazioni, le masse arabe in tutta l’area.
Ora,
come a Gaza e in Cisgiordania, in tutto il Libano 1640 morti, più
quelli sepolti dai bombardamenti, anche qui tante donne, bambini,
masse povere, anche qui il terrore dispiegato. Oltre 118mila persone
in fuga dal sud e dall’area orientale che si aggiungono alle
110mila persone già sfollate dall’inizio dell’azione genocida
dello Stato di Israele – i Dati sono dell’Agenzia delle Nazioni
Unite per i rifugiati. Unhcr, Unrva dicono: “73% proviene dalle
zone meridionali del Libano, 27% da Beirut”.
Le
masse libanesi colpite, innanzitutto la comunità sciita, sono scese
in piazza. Secondo il Manifesto “in maniera impressionante”.
Rabbia e dolore sono fusi. E il loro slogan “Nasrallah vive” è
stato un grido possente che dimostra senz’ombra di dubbio il legame
con la resistenza di Hezbollah di queste
grandi masse libanesi,
essenzialmente le masse più povere di un paese da sempre nelle mani
dei ricchi del Libano e dell’imperialismo e gestito da un governo
al loro servizio, anche se espressione delle diverse anime di questo
paese, dove per azione dell’imperialismo le masse e le classi
sociali sono divise in fazioni in lotta tra loro, apertamente o in
forme mascherate.
Colpire
il capo della resistenza di Hezbollah è innanzitutto una illusione
dello Stato sionista di Israele e dell’imperialismo. “Colpiscine
uno ne educa 100”, è questa la legge di ogni resistenza di popolo,
qualunque siano i limiti interni di essa.
La
resistenza in Libano, come in Palestina, non è un’organizzazione
armata chiamata dall’imperialismo “terrorismo”, ma un pezzo di
popolo che si organizza e organizza ogni aspetto della vita sociale
delle masse, e di conseguenza ha nelle masse la sua forza.
Lo
stato sionista di Israele lo sa, perché è di tipo nazista e
persegue la via genocidaria di distruggere la resistenza per
distruggere un popolo, e sa che per distruggere un popolo bisogna
distruggere la resistenza.
Ci
interessa relativamente la biografia di Nasrallah, e ai proletari
deve interessare relativamente questo aspetto. Quello che deve
interessare è l’avanzamento del piano genocida dello stato
sionista di Israele e la resistenza delle masse oppresse palestinesi
e arabe. E stare da una parte sola.
Per
questo, onorare Nasrallah, come è avvenuto nelle manifestazioni di
Roma e Milano, è onorare la resistenza ed esprimere chiaramente da
che parte le manifestazioni stanno.
Questo
lo sanno bene i governi e gli Stati imperialisti, il governo Meloni e
lo Stato imperialista italiano, la loro stampa e i loro mass media
che criminalizzano le manifestazioni per mettere fine alle
manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese e imporre la
dittatura del pensiero unico fascio-imperialista.
Il
sostegno alla resistenza ai palestinesi si deve fare sempre più
netto e chiaro e si unisce al sostegno alla resistenza libanese e
alle masse libanesi contro le bestie sioniste, come il ministro della
Difesa israeliano, Gallant, che dichiara: “faremo a Beirut
quello che stiamo facendo a Gaza”.
Ma
appare altrettanto chiaro che lo stato sionista di Israele, razzista
e di tipo nazista, che ha ora il governo che si merita, incarna come
non mai il pensiero storico di questa branca specifica della reazione
mondiale. Agisce, come sempre ha denunciato il movimento comunista
internazionale e tutte le forze progressiste, rivoluzionarie e
antimperialiste, da gendarme per conto dell’imperialismo mondiale
per il controllo delle fonti energetiche e l’assetto geopolitico
dell’area, contro le masse arabe direttamente e le masse oppresse
di tutto il mondo.
E’
in questo quadro che obiettivo della guerra di Israele sono l’Iran,
la Siria e tutti gli Stati non allineati con l’imperialismo
occidentale; e che quindi la guerra di Gaza che continua con la
guerra del Libano, continuerà inevitabilmente contro gli Stati non
allineati, come guerra totale interna alla guerra globale inter
imperialista che avanza.
Ciò
rende inevitabile che gli Stati, le nazioni arabe, se vogliono
mantenere una posizione autonoma rispetto all’imperialismo, debbano
necessariamente fare la guerra contro lo stato sionista di Israele.
Il
proletariato mondiale, il movimento comunista autentico sostiene
questa necessità nel contesto attuale. Ed è dalla parte nostra il
pensiero strategico del proletariato rappresentato da Marx, Lenin,
Mao.
All’interno
di questo scenario è chiaro anche un’altra questione. Che le forme
attuali della resistenza palestinese, e oggi diciamo anche libanesi,
non sono lo strumento adeguato per resistere e combattere fino alla
vittoria la guerra dei proletari e dei popoli. E ciò non dipende
dallo strapotere tecnologico-militare che Israele sta mettendo in
mostra, in forme mai realizzate, ma dalla strategia e tattica
necessaria. La questione è: o si armano le masse o non si può
vincere.
Nel
sostenere la resistenza, senza se e senza ma, perseguiamo l’unica
autentica via di solidarietà internazionale e internazionalista che
è quella di sostenere la via della guerra di popolo in tutta l’area
e combattere la battaglia necessaria all’interno dei paesi
imperialisti in cui operiamo.
Questo
è l’unico modo per rappresentare socialmente, politicamente la
posizione di classe del proletariato, nello sforzo, oggi difficile e
complesso, di incarnarlo. E non solo come organizzazione all’interno
dei paesi imperialisti, ma come parte della frazione rossa del
movimento comunista internazionale che conduce le guerre popolari,
India, Filippine, Turchia, ecc. e che persegue questa via in tutti i
paesi oppressi dall’imperialismo e, in forme specifiche, di guerra
rivoluzionaria all’interno dei paesi imperialisti.
CON
LA PALESTINA FINO ALLA VITTORIA!
CON
LE MASSE LIBANESI, CON LE MASSE ARABE IN TUTTA L’AREA!
MORTE
ALLO STATO SIONISTA DI ISRAELE!
MORTE
ALL’IMPERIALISMO E A TUTTI I SUOI COMOPLICI!
VIVA
LA SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE!
VIVA
L’INTERNAZIONALISMO PROLETARIO!
30 settembre 2024