La guerra inter imperialista in corso in Ucraina ha avuto una nuova accelerata dopo il Vertice Nato di Ramstein che ha deciso un massiccio invio di ogni tipo di armi di carattere offensivo allo scopo non certo di difendere l’Ucraina dall’invasione ma di sostenerne la controffensiva volta a riprendere le zone del Donbass e la Crimea e collocare Usa/ Nato e i paesi imperialisti europei ai confini della Russia, pronti ad approfittare di arretramenti e debolezze per mettere in crisi il regime reazionario dell’imperialismo russo di Putin fino a piegarne le velleità politico militari e ridimensionarne il peso strategico ed economico. E’ chiaro che in questa prospettiva il passo successivo è l’incendio mondiale nelle forme che i rapporti di forza permetteranno e che certo non esclude l’uso del nucleare tattico o strategico che sia.
L’invasione russa dell’Ucraina che raggiunge il 24 febbraio il primo anno si va sempre più dimostrando come un passo offensivo dell’imperialismo russo dettato da ragioni difensive che, però, lungi da aver ristabilito il peso della Russia e contenuto il suo processo di ridimensionamento, ha messo sul tappeto i reali rapporti di forza esistenti attualmente nel campo dell’imperialismo.
La guerra avviata in Ucraina è stata quindi un punto di arrivo delle contraddizioni inter imperialiste nello scenario Europa/Russia, ma sullo sfondo evidentemente della contesa Usa/Cina di un mondo in crisi economica che domanda una nuova ripartizione, nella quale ogni imperialismo vuole la sua parte, fa la sua parte, contribuisce a quella tempesta perfetta che può sfociare nella terza guerra mondiale. L’Ucraina si è trovata ad essere il territorio dell’acutizzazione di questa contesa, ma dentro questo territorio e questa contesa un fattore determinante è stata la trasformazione reazionaria e fascio-nazista del governo ucraino che, andando anche oltre e forzando la mano della borghesia capitalista, oligarchica ucraina, è diventata parte del fattore scatenante l’acutizzazione della crisi mondiale e il suo passaggio a una fase prevalentemente militare.
E’ inutile ripetere tutti i fattori economici sottostanti questa guerra, lo abbiamo già scritto e denunciato in numerose pubblicazioni e volantini, che sono divenuti di dominio pubblico nel movimento internazionale di opposizione all’imperialismo e alla guerra. Il punto è ora di comprendere la partita in gioco su scala mondiale, nei diversi territori del mondo, nel nostro paese.
Su scala mondiale è giusto e necessario richiedere a gran voce che si fermino i passi e l’escalation di
questa guerra, è giusto rispondere al desiderio di pace che viene nel fuoco di questa guerra dai territori circostanti e dalle altre parti del mondo, ma il punto è che queste richieste non possono essere accolte dalle potenze imperialiste che hanno innescato l’attuale spirale e che anzi l’alimentano al servizio delle borghesie imperialiste e, in particolare, delle parti di esse legate all’industria della guerra e che traggono da essa immensi profitti. Senza rovesciare i governi imperialisti impegnati nella guerra, senza fermare tutti i governi imperialisti reazionari che ne vengono risucchiati volenti o nolenti dalla spirale innescatasi, non è possibile prevedere e determinare il fermo della marcia guerrafondaia.Di conseguenza, bisogna tornare alla chiarezza strategica e analitica del sistema mondiale capitalista/imperialista che ci hanno insegnato e che hanno praticato nel corso delle precedenti guerre mondiali i maestri scientifici della classe operaia, del proletariato mondiale, dei popoli oppressi, Marx, Lenin, Mao. In particolare Lenin ha tracciato la via e la strategia di opporre alla guerra imperialista la rivoluzione nei paesi imperialisti come cuore del gigantesco moto dei popoli oppressi dall’imperialismo che esistono nell’attuale stato del mondo. Mao ha chiarito che o il movimento proletario rivoluzionario con la sua lotta fermerà la guerra o bisognerà opporre alla guerra la rivoluzione dei proletari e dei popoli che, nelle condizioni della guerra fosse anche con l’uso delle armi nucleari, aumenta e accelera, e mostra a tutti la necessità di una lotta a fondo per rovesciare i governi, gli Stati, il sistema che trascina i proletari e i popoli nel disastro mondiale.
In questo teatro il proletariato e le masse popolari esercitano la loro funzione di opposizione e di liberazione, secondo le semplici indicazioni di lottare in ogni paese per rovesciare il proprio imperialismo, lo Stato e i suoi governi e di unirsi ai proletari e ai popoli che conducono la stessa lotta nei loro territori su scala mondiale.
In Italia è urgente che la classe operaia, i lavoratori tutti, le masse popolari, tutte le forze contrarie alla guerra, all’azione di guerra del proprio governo scendano in campo e in lotta in tutte le forme possibili per fermare la partecipazione alla guerra dell’imperialismo italiano, del suo Stato e del suo governo. Questa lotta è la più concreta delle lotte e anche la più importante. Questo appare ancora più chiaro con il nuovo governo, insediatosi il 25 settembre, reazionario e fascio imperialista della Meloni. Questo governo, in perfetta continuità con il governo che l’ha preceduto in carica all’inizio della fase esplosiva della tendenza alla guerra costituita dall’invasione dell’imperialismo russo in Ucraina del 24 febbraio 2022, si è subito schierato in nome dell’atlantismo e dell’appartenenza alla Nato con i piani Usa/Nato, puntando a fare dell’Italia un puntello di prima linea e determinante nella partecipazione sempre più diretta nella guerra in corso con armi e soldati, schierati secondo le indicazioni dell’attuale divisione dei compiti della Nato e secondo anche gli interessi specifici dei padroni italiani negli altri scenari, in primis Balcani, Mediterraneo.
La natura guerrafondaia e fascista del governo ha costituito un carico da 90 ai piani preesistenti dell’imperialismo, uno zelo da servi, che è storicamente la caratteristica dei fascisti, che fa della compagine di Meloni alleati fedeli, servi e attivi sostenitori dell’estensione del conflitto bellico e della progressiva partecipazione ovunque ci siano interessi e profitti italiani da difendere ed espandere. Il governo Meloni è il governo dell’industria bellica di Stato e privata. Crosetto ne è un procacciatore di affari già in funzione prima che diventasse ministro. Questo governo è il governo dell’Eni che rispolvera la figura di Mattei nella veste di interessi imperialisti e spazi da conquistare nel settore strategico dell’energia. Il governo Meloni è il governo del neo colonialismo nel nord Africa, Tunisia, Libia. Il governo Meloni è il governo dell’anatra zoppa europea che agisce principalmente da quinta colonna dell’imperialismo Usa nella contraddizione Usa/Europa.
E’ da questa postazione che vengono gli atti coerenti di questo governo che approfittando della maggioranza schiacciante in parlamento trasforma il parlamento in un braccio operativo delle scelte guerrafondaie. E’ del tutto logico quindi l’aumento delle spese militari, è del tutto logica la forzatura del bilancio dello Stato in questa direzione, che significa il taglio conseguente dei fondi per la sanità, la scuola, il lavoro, i servizi sociali. E’ del tutto logico la crisi energetica causata dalla contesa inter imperialista scaricata sulle masse popolari attraverso le bollette, l’aumento di benzina che innescano e contribuiscono allo straripante aumento del costo della vita. Sono dentro questo stato delle cose il ritorno e l’accentuazione della repressione di Stato, lo Stato di polizia, le leggi securitarie, la politica razzista antimmigrati, il rilancio del nucleare, la ricerca di un assetto istituzionale moderno fascista, dittatoriale adeguato alla fase della crisi, della guerra inter imperialista. L’ideologia di Fratelli d’Italia, del suo alleato Salvini, il culto del nazionalismo sembrano essere la forma ideologica e culturale corrispondente allo stato delle cose.
A tutto questo non c’è altra strada che una risposta di lotta in tutti i campi, da quelli che colpiscono direttamente i salari, le condizioni di vita dei proletari e delle masse, a quelle che colpiscono tutti i campi della società, delle istituzioni, della cultura, ecc. Ma è necessario che questa lotta assuma forza, unità e indirizzo e si vada concentrando nella lotta contro la guerra imperialista e il ruolo dell’Italia, con l’obiettivo di rovesciare il governo, combattere lo Stato imperialista, metterlo in crisi dall’interno, per rendere difficile la sua azione esterna. Questa lotta che deve essere di massa non può essere pacifica perché l’imperialismo e i suoi governi è con la violenza, la forza che impongono e imporranno sempre più i propri interessi e azione; né può essere di puri movimenti, speriamo intensi, classisti e combattivi, dalle fabbriche, ai territori, alle piazze, ma domanda la costruzione determinata, accelerata degli strumenti per una lotta vincente.
Costruzione, e qui torniamo ai maestri che ci hanno fornito l’analisi e indicato la via nella lotta contro la guerra imperialista e che ci hanno fornito il patrimonio teorico, politico, programmatico per costruire gli strumenti di questa lotta: il Partito comunista marxista-leninista-maoista; il fronte unito di classe e di massa antifascista e antimperialista, la forza combattente di nuova Resistenza, per condurre la guerra alla guerra, e aprire da ora la strada a un cambiamento dei rapporti di forza che metta in grado proletari e masse di opporsi, contrapporsi e infine ottenere risultati vincenti sulla via della rivoluzione socialista, in unità e in stretto legame internazionalista con i proletari e i popoli che percorrono questa stessa strada.
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