Saturday, March 4, 2023

Italy: 8 March women's strike: the proletarian avant-garde trenches against bosses and the new fascist government


In questo 8 marzo
facciamo sentire forte il grido delle donne, delle operaie, lavoratrici che non ce la fanno più, che hanno perso il lavoro, che non lo trovano mai, che nelle fabbriche sono discriminate, ricevono più bassi salari dei lavoratori maschi, e subiscono attacchi ai loro diritti come donne, delle disoccupate che ogni giorno scendono in piazza e invece che ricevere risposte su lavoro e salario ricevono mazzate e denunce, della ultraprecarie.

L'8 marzo vogliamo essere una importante trincea d’avanguardia, di opposizione unitaria, determinata, visibile delle donne contro i padroni, il governo Meloni, reazionario, clerico-fascista, con al suo interno personaggi dichiaratamente sessisti.

Questo lo abbiamo gia' fatto il 26 novembre. Ed è bastano uno striscione in cui la Meloni veniva chiamata “fascista” per scatenare sia la polizia che prima ha cercato di sequestrare il nostro striscione, non riuscendovi per la ferma ribellione di massa nel corteo, poi dopo la manifestazione ha fermato e identificato nostre compagne, lavoratrici; sia la stampa.

Ma l'8 marzo è sciopero! E con lo sciopero, a partire dai posti di lavoro, diciamo chiaro che si tratta di una lotta di classe, che si carica di tutta la condizione delle donne, innanzitutto di quelle proletarie più sfruttate e oppresse; si tratta di uno scontro tra la barbarie di questo sistema sociale capitalista e il nostro bi/sogno che tutta la nostra vita deve cambiare.

Quando le donne lottano portano sempre una marcia in più, perchè non vogliamo solo dei miseri e oggi sempre più difficili miglioramenti ma vogliamo la rivoluzione!

Il governo della Meloni ha rialzato la nera bandiera di “Dio, patria, famiglia”... e figli, perchè le donne vanno "pesate" e possono ricevere delle elemosine solo in base al numero di figli che hanno e che fanno per il capitale e oggi per la guerra imperialista. E si preparano a breve ad attaccare pesantemente l'aborto, che accompagna sempre la doppia oppressione e il moderno medioevo per le donne. Oggi questa nera bandiera è l'ideologia utile per imporre miseria, guerra, attacco al lavoro, con l'inevitabile aumento dei femminicidi.

Per questo questo 8 marzo, in questi sciopero delle donne dobbiamo dire chiaro per cosa lottiamo. Noi non vogliamo una "trasformazione radicale del sistema produttivo capitalista", come dice Nudm, noi vogliamo il suo rovesciamento! Non possiamo chiedere equita', transizione ecologica rispettosa dell'ambiente e delle nostre esistenze, equa distribuzione, ecc. ecc. a chi ogni giorno al massimo nei convegni, nelle assise fa "bla, bla, bla" (come dice Greta) e poi nei fatti ci toglie la vita.

In questo 8 marzo portiamo le lotte che gia’ stiamo facendo, dalle operaie della fabbrica Beretta alle lavoratrici delle pulizie, delle cooperative; mostrando chiaro per cosa lottiamo. Anche quest’anno vengono fuori dalle femministe piccolo borghesi piattaforme in cui si fa l’”elenco della spesa”. Ma le piattaforme sono il frutto delle lotte, dei bisogni che gia’ le lavoratrici, le disoccupate, le ragazze esprimono; è una piattaforma di “sangue, di fatica”, ma anche una piattaforma di coraggio quella per cui lottiamo.

Le lavoratrici, dalle fabbriche ai posti di lavoro precari, dicono che non ce la fanno più, fisicamente, mentalmente; i padroni le stanno distruggendo per le pesanti condizioni sul lavoro e fuori dal lavoro, per continue discriminazioni, oppressione fino a molestie, violenze sessuali sui posti di lavoro; mentre il loro salario diventa sempre più misero. Poi tornano nelle case e trovano sulle loro spalle tutto il peso del lavoro domestico, di cura, di assistenza, degli effetti del taglio dei servizi sociali, del carovita che aumenta anche ora come effetto della loro sporca guerra imperialista.

Cosa significa per le donne questa guerra poco si è dice. Ma per le donne, che si sentono fino in fondo unite alle donne che sono sotto le bombe dell’Ucraina, come con le donne russe che vedono mandare a morire a migliaia i loro figli per i profitti dei padroni delle potenze imperialiste, questa guerra significa fuori e dentro il nostro paese, più miseria, più oppressione e, come in ogni guerra, più humus “muscolare” fascista, maschilista con la propaganda ideologica di “Dio, patria e famiglia” a cui le donne si devono subordinare.

Tutto questo sta nell’8 marzo.

Ma sta anche e soprattutto la forza delle donne quando si uniscono e avanzano nella comprensione che questa condizione non è inevitabile, ma che si può e si deve trasformare.

Occorre che le donne siano più unite, più organizzate, perchè questa è la nostra forza.

Noi vogliamo essere “pericolose”, vogliamo che i giornali, come hanno fatto per il 26 novembre, scrivano preoccupati che noi “minacciamo la Meloni...”. Ebbene, si’ lo vorremmo essere molto di più verso chi ci rovina la vita.

Movimento femminista proletario rivoluzionario Italia

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