Saturday, November 23, 2024

Italy - 25 novembre - MFPR

25 NOVEMBRE
FEMMINICIDI STUPRI VIOLENZA
FRUTTO PIU’ MARCIO DEL SISTEMA DEL CAPITALE 
DA ROVESCIARE CON LA LOTTA RIVOLUZIONARIA 


Se una delle cartine di tornasole per giudicare il grado di civiltà di una società è quella della condizione delle donne dobbiamo dire oggi, purtroppo, che non si può più parlare solo di inciviltà, ma possiamo veramente parlare di barbarie in questo sistema sociale capitalista e imperialista, siamo di fronte a forme di vera e propria bestialità nei confronti appunto della maggioranza delle donne. 

Questo l'abbiamo visto in tutto questo anno a livello nazionale e soprattutto a livello internazionale, basti guardare alla Palestina dove le donne in particolare subiscono proprio in maniera atroce una condizione di oppressione e di violenza che rappresenta oggi il cuore dell'oppressione fino in fondo che subiscono le donne ma che trasformano il loro immenso dolore in resistenza e lotta. 

La guerra imperialista, dall’Ucraina a tutti i paesi martoriati dalla guerra per le donne significa subire doppia, tripla violenza, sofferenza; fino ad arrivare ai paesi imperialisti dove avanza un processo reazionario in marcia verso il moderno fascismo.


In un paese imperialista come l'Italia la condizione delle donne si aggrava ogni giorno di più non solo da un punto di vista economico, con i vari provvedimenti governativi che colpiscono sempre di più la condizione di lavoro/non lavoro delle donne, ma anche da un punto di vista ideologico e politico che in particolare con l’attuale governo Meloni si trasforma per le donne in un moderno medioevo, con l’attacco al cuore dei diritti, il diritto di aborto e di libertà di scelta delle donne, e le continue campagne ideologiche di stampo fascista sul ruolo delle donne che deve essere vincolato principalmente alla procreazione dei figli. 

Ma la borghesia non può dare nessuna soluzione a quelli che sono i reali problemi dei proletari, della classe operaia e specificatamente della maggioranza delle donne, con il cuore delle donne proletarie più sfruttate e oppresse. Non ci sono soluzioni che la borghesia può dare, una borghesia che si è oggi vestita da donna, ma non è il fatto di essere donne, ma la classe sociale a cui si appartiene che stabilisce quali interessi si portano avanti e verso chi. 

Solo in questo ultimo anno siamo a quasi 100 donne uccise, i femminicidi purtroppo sono inevitabili in questa società, le false soluzioni della borghesia, vedi il codice rosso di stampo essenzialmente repressivo e di controllo sociale sulle donne, non hanno ridotto né risolto la piaga sociale dei femminicidi, della violenza, degli stupri, le donne continuano a essere uccise, denunciano ma sono uccise lo stesso da quella famiglia che così tanto piace alla Meloni, al suo governo! 


I femminicidi, gli stupri, le violenze, sono uno dei più marci prodotti di questo sistema sociale in cui viviamo, che in primis ideologicamente sparge ogni giorno sempre di più modelli reazionari, sessisti, maschilisti che si manifestano poi concretamente dall’alto attraverso le istituzioni, i rappresentanti dei governi con tutti gli apparati di potere (dai tribunali alla forze repressive dalla polizia agli eserciti) fino ad ogni ambito sovastrutturale (la scuola, i mass media ecc), modelli che vengono inevitabilmente introiettati poi a livello di massa da uomini, da giovani perfino da ragazzini, vedi l’atroce femminicidio di Aurora di appena 13 anni, che si sentono legittimati ad ostentare/esercitare violenza e sopraffazione contro le donne. 


E nella fase attuale che stiamo vivendo, in cui il governo attuale è un governo di ideologia fascio-sessista, costituito da personaggi fascisti che, a partire dalla Meloni, ai La Russa, Salvini di turno, mentre mettono in campo politiche in cui ogni giorno attaccano, peggiorano sempre più le condizioni di vita e di lavoro di milioni di donne, da cui oggettivamente scaturiscono forme di subordinazione e di dipendenza delle donne, di oppressione (vedi la mancanza di indipendenza economica quando le donne non hanno un lavoro o lo perdono il lavoro, o sono costrette a lasciarlo perché devono accollarsi pienamente il lavoro di cura dei figli/famiglia scaricato di fatto sulla maggioranza delle donne , in primis proletarie, da questo Stato borghese), nello stesso tempo mettono in atto una sempre più pressante campagna ideologica contro le donne, quelle che “non hanno le testa sulle spalle” e che pertanto se la cercano la violenza, secondo la concezione della Meloni, per cui le donne sono socialmente utili solo se fanno figli italiani per il loro marcio sistema sociale al servizio del Capitale e oggi sempre più della guerra imperialista. Mentre si difende chi fa violenza sulle donne come il La Russa di turno ha fatto senza alcun indugio verso il figlio stupratore. 

Tutto questo è parte del moderno fascismo che avanza e che per le donne significa moderno medioevo che avanza, all’interno della fase attuale del sistema capitalista e imperialista in crisi.


Ma tutto questo mostra ancora una volta, ancora di più, che noi donne non possiamo continuare a subire, ma innanzitutto dobbiamo ribellarci a questo stato di cose. 

Noi donne che abbiamo doppie ragioni per ribellarci e lottare, ragioni di classe e ragioni di oppressione sessuale, dobbiamo prendere coscienza che la nostra lotta non può che essere rivoluzionaria perché è una lotta che deve mettere in discussione a 360° questo sistema capitalista e imperialista che fa della doppia pressione delle donne una delle sue basi cardine. 


Oggi è sempre più necessario che le donne, le proletarie, le lavoratrici, le operaie, le giovani ribelli impugnino la lotta rivoluzionaria rendendo viva e agente la parola d’ordine scatenare la ribellione, la furia delle donne come forza poderosa per la rivoluzione, affinchè le donne non solo mettano in campo la lotta contro gli attacchi immediati ma acquistino anche la consapevolezza della necessità della lotta rivoluzionaria. 

Prendiamo ad esempio la questione della scuola, ci fa orrore l’ipocrisia squallida di personaggi fascisti come il ministro Valditara verso le scuole in cui in cui in occasione del 25 novembre si esorta per una volta all'anno di fare iniziative sul tema della condizione delle donne, della violenza sulle donne, quando per tutti gli altri giorni la normalità è quella di una scuola che sta diventando sempre più luogo di propaganda delle idee alla "Dio, patria, famiglia", una scuola dove si dà sempre più campo libero alle lezioni delle forze armate, dell'esercito sui "valori" della guerra e del militarismo o a poliziotti che insegnano ora anche come si usano i manganelli contro chi manifesta (come è successo in un liceo a Genova), una scuola, quindi, che di fatto inculca nei ragazzi soprattutto uno spirito di sopraffazione, di machismo che verso le ragazze significa, inevitabilmente, idee, pratiche sessiste, fasciste, di possesso, una scuola in cui per 364 giorno non si contrastano, al momento, concezioni, atteggiamenti maschilisti, che pur ci sono tra gli studenti verso le ragazze e che per un giorno dovrebbe ipocritamente essere strumento di "educazione"? 

Contro questa scuola bisogna lottare! Una scuola inevitabilmente specchio di questo sistema sociale sempre più brutale, oppressivo, i cui gli attuali rappresentanti di governo, delle Istituzioni, sono le persone più pregne di stili di vita, di sub cultura, di concezioni e uso reazionari delle donne, un esempio vivente di che società orribile ci stanno propinando. 

Questo sistema è marcio, da un lato fa apparire alle donne. ragazze una falsa "emancipazione", "libertà", attraverso social, Tv spazzatura, dall'altro propaganda, modernizzandole, concezioni patriarcaliste sulla famiglia, sui rapporti uomo/donna, sul ruolo delle donne, ancora più pericolose oggi in clima di moderno fascismo, che portano ragazzi, mariti, compagni a ritenere giustificate le reazioni di gelosia, di proprietà sulle donne e le donne, le ragazze ad accettare, subire, come espressione di amore quelle reazioni fino a che non decidono di rompere quei legami violenti, finchè non si ribellano e per questo sono uccise, offese, gravemente lese, stalkerizzate, molestate. 

Certamente dobbiamo portare ovunque come donne la nostra voce, denuncia e lotta, certamente dobbiamo lottare per conquistare misure immediate, dai posti di lavoro alle scuole ai diversi ambiti, di contrasto alla violenza sulle donne in tutte le forme, ma illudersi che il governo attuale moderno fascista, mandante istituzionale ideologico e politico della condizione di sempre più oppressione e violenza sulle donne, "protegga e difenda le donne" è fuorviante e deviante in merito alla lotta sempre più urgente che noi donne oggi siamo chiamate a mettere in campo, che non può che essere necessariamente proiettata verso una prospettiva più ampia, rivoluzionaria, che deve combattere ad ampio raggio l’attuale sistema sociale, che è la vera e profonda causa della condizione di oppressione e di violenza delle donne e che per questo deve essere distrutto. 


E oggi è sempre più necessario un movimento femminista proletario rivoluzionario che è sì un’organizzazione ma è anche una concezione e una prassi che nasce ed è frutto di un'analisi concreta della condizione concreta della maggioranza delle donne e dell’esperienza rivoluzionaria storica che abbiamo accumulato in termini di bilancio in questo paese e a livello internazionale, che significa che deve avanzare la consapevolezza da parte delle donne della prospettiva rivoluzionaria, perchè proprio la condizione della maggioranza delle donne dimostra l’inconciliabilità della lotta delle donne con il riformismo e con una logica di solo miglioramento/abbellimento di questa società marcia fino alle sue radici, ma che pone anche la questione che come donne non ci possiamo tirare indietro dalla responsabilità, necessità di essere parte determinante del processo di costruzione degli strumenti necessari che ci servono per la lotta rivoluzionaria, in primis il partito rivoluzionario della classe sfruttata e oppressa, di cui la maggioranza delle donne sfruttate e oppresse è e deve essere uno dei cuori pulsanti. 

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