Sunday, September 25, 2022

Italy - The position of Communist Proletarians on the political elections underway in Italy

Le elezioni del 25 settembre rappresentano un passaggio importante per la borghesia, le classi dominanti e i loro alleati, i padroni e il sistema imperialista italiano e mondiale; ma anche per i proletari e le masse popolari che si troveranno di fronte a una situazione in parte in continuità in parte nuova.

Il governo che uscirà dalle elezioni è prima di tutto come tutti gli altri, in continuità col governo Draghi e verso la strada di un governo forte con i pieni poteri che tutti vogliono al servizio dei padroni e dell’imperialismo. Questo respinge ogni idea di “voto utile”, perchè tutti i partiti che possono portare realmente deputati al nuovo parlamento sono interni alla visione della classe dominante nel nostro paese che ricerca il modo migliore per assolvere agli interessi generali che in un sistema capitalista coincidono con gli interessi della classe dominante. Così come va superata ogni illusione di “voto alternativo”, sia perchè chi realmente potrà portare parlamentari in questo parlamento non è alternativo, sia perchè altre liste presenti servono più che altro ad offrire l’illusione di un’altra via ai proletari e alle masse popolari per fronteggiare la situazione.

Qualunque sia, quindi, l’esito elettorale dobbiamo sviluppare la lotta politica, sindacale e sociale, perchè le lotte non solo sono la riposta agli attacchi e agli interessi immediati dei lavoratori e delle masse ma sono anche l’unico brodo di coltura in cui può muoversi l’opposizione politica e sociale autentica, l’unico brodo di coltura in cui possono muoversi i comunisti, i proletari d’avanguardia, i rivoluzionari; perchè l’unica base che serve alle forze di opposizione politica e sociale a questi governi dei padroni non possono che essere i proletari e le masse che lottano.

In questo senso è importante l’Assemblea proletaria anticapitalista che si è tenuta a Roma, perchè si è mossa all’interno di questa visione, la ricerca dell’unità di classe, di un fronte unico di classe, di una unità delle lotte, in una visione generale estranea ai giochi parlamentari ed elettorali,  alle forze che si presentano nella contesa elettorale, e impugnando i bisogni delle masse popolari che sono l’unico elemento su cui fondare la lotta innanzitutto sindacale e sociale e in prospettiva la lotta politica contro il nuovo governo che le elezioni produrrà.

Contro il fronte unico dei padroni qualunque sia il governo serve il fronte unico  di classe, con la classe operaia e le masse proletarie protagonisti e agenti, che attraverso la loro lotta anticapitalista e antimperialista, nelle forme che le loro forze e il loro livello di organizzazione gli permette di esercitare, possono essere oggi l’unica vera alternativa al risultato elettorale e alle forze che si sono contesi il voto.

Chiaramente se questo è un aspetto di continuità e un programma sarebbe valso anche se il governo Draghi fosse rimasto in carica, sarebbe sbagliato non cogliere elementi di novità e le caratteristiche specifiche del nuovo governo che si avvicina se, come appare pressoché scontato, è un governo espresso dalla coalizione di centro destra e guidato dalla Meloni. Nessuno sinceramente può mettere in discussione la natura fascista della Meloni, dei suoi probabili ministri, la gravità costituita dalla messa delle mani non solo sul governo ma sull’apparato dello Stato, dell’economia, dei mass media da parte della destra reazionaria, rappresentata da Meloni, Salvini, Berlusconi.

Vi è stata anche in questa campagna elettorale l’ostentazione di contenuti apertamente fascisti, ed è chiaro che un punto di snodo fondamentale è quello riaffermato dalla stessa Meloni nell’ultimo comizio generale a Roma, che la Costituzione sarà modificata anche se non ci fosse l’accordo di tutte le forze politiche presenti in parlamento.

Il sistema elettorale partorito dalla riforma pilotata da Renzi, PD, M5S che ha portato alla riduzione dei parlamentari, offre su un piatto d’argento questa possibilità al nuovo governo di centrodestra. Perchè questo sistema elettorale truccato, antidemocratico offre la possibilità alla coalizione di maggioranza e al partito di maggioranza di ottenere non la maggioranza relativa effettiva dei voti che prenderanno la la maggioranza assoluta. Ed è chiaro che con la maggioranza assoluta siamo all’interno di una dittatura o di una pre-dittatura che userà il parlamento e le leggi dello Stato per una trasformazione in forma moderno fascista della Costituzione, portando un ulteriore passo in un processo molto lungo, che noi abbiamo sempre definito tendenza al moderno fascismo, e che ora appare all’orizzonte in termini molto più concreti che nel passato.

Sottovalutare la natura fascista della nuova coalizione di governo e il ruolo che potrà svolgere nella ulteriore trasformazione reazionaria dello Stato sarebbe miope.

Così come è importante affermare che questa strada è stata tracciata dai precedenti governi che hanno avuto sempre il PD come partito perno di ogni coalizione, fino al governo Draghi. E l’azione di Draghi, lungi dall’aver affrontato i problemi del paese, come si suole dire, è stata una via di transizione non ad una situazione migliore per i lavoratori e le masse popolari, e non solo, ma alla destra reazionaria.

Lo stesso Draghi nell’ultima fase della campagna elettorale si è fatto padrino della coalizione di centrodestra; dal meeting di ‘Comunione e Liberazione’ ai successivi passi, compreso il discorso fatto all’assemblea dell’ONU, Draghi ha assicurato una copertura e legittimazione al nuovo governo di centro destra a guida Meloni che si avvicina. Quindi, Draghi lungi dall’essere parte di un ostacolo e un’opposizione a questo governo ne è stato e ne sarà il garante. Con quale ruolo? Non siamo in gradi di dirlo.

Per questo tutte le forze che in questa contesa elettorale hanno impugnato l’’Agenda Draghi’ come arma per contenere la marcia della destra, in realtà hanno contribuito a che l’’Agenda Draghi’ avesse oggi un unico gestore, che è il nuovo governo di centrodestra a guida Meloni.

Questo è il risultato delle elezioni. Per questo in queste elezioni, mancando le forme effettive per contrastare questo cammino, sarebbe stata una forma concreta se tutte le forze, che almeno su alcuni punti contrastano il centro destra e l’’Agenda Draghi’, sul terreno della guerra, dell’opposizione all’aumento delle spese militari, sul terreno delle misure sociali, dal salario garantito, alla difesa del reddito di cittadinanza, ecc., avessero avuto la possibilità di fare un’opposizione reale, l’avessero cercata e realizzata. Questo, pur essendo un flebile ostacolo alla marcia reazionaria, sarebbe stato un utile riferimento. Ma questo non è avvenuto, e questo ha lasciato un deserto nella contesa elettorale e lascia un deserto nell’esito delle prossime elezioni e del nuovo parlamento.

Per cui è inevitabile per chiunque abbia a cuore gli interessi dei proletari e delle masse popolari, ma anche quelli della democrazia, della difesa dei diritti, di una società non dittatoriale, e di ogni altra istanza che i movimenti hanno portato, vedi l’importante istanza dell’ambientalismo, tutte queste forze non hanno che una sola strada necessaria e obbligata, che è quella della lotta, ma non solo, degli obiettivi di questa lotta che si devono contrapporre in senso anticapitalista, antimperialista e democratico coerente agli obiettivi e ai piani del nuovo governo. 

Questa lotta non può avere le forme ordinarie con cui si sono svolte o non svolte – dato che il livello di conflittualità sociale nel nostro paese è stato basso – ma deve assumere forme effettive di conflittualità sociale, di antagonismo non solo negli obiettivi ma anche nei valori e nella prospettiva.

Questo è il senso e la necessità dell’unità. Una unità su basi di classe, anticapitalista e antimperialista, che non sia il tutto, ma la base di un fronte più largo che si contrapponga al nuovo governo, allo Stato che ne consegue e all’interesse generale che c’è dietro il nuovo governo e la trasformazione dello Stato che è quello della borghesia imperialista italiana nel contesto internazionale della borghesia imperialista di tutto il mondo, in primis gli Usa e le varie realtà  imperialista dell’Europa.

Quindi non è tanto un problema dell’astensione. Noi non siamo né per l’astensione di principio e perfino neanche per “l’astensione tattica”. Oggi opporsi a questi governi con l’arma della lotta non è tattica ma un elemento centrale di una strategia di lotta politica e sociale contro il sistema nel nostro paese, i suoi governi, il suo Stato che apra la strada all’altra via realmente alternativa, la via della rivoluzione proletaria.

Anzi pensiamo che oggi l’astensionismo sia venato non solo di qualunquismo, di disinteresse e passività delle masse ma anche di idee balzane di fonte anarchica o autoreferenziale di gruppi anche dell’estrema sinistra. 

Non è l’astensione la risposta. Essa è una necessità oggettiva dentro l’analisi concreta della situazione concreta di queste elezioni, ma ciò che serve è la partecipazione, l’organizzazione, il passaggio da una posizione passiva ad attiva, sia generale sia capillare, addirittura individuale, se si guarda allo stato di coscienza e di prassi dei proletari e delle grandi masse nella realtà del nostro paese.

Sono passivi i settori più sfruttati, sono ancora in generale passive le fabbriche, certo con focolai accesi nelle loro fila che vanno sostenuti e alimentati, ma questa passività ha una sola alternativa che è l’attività e non il mero astensionismo elettorale.

Questo non deve farci guardare la realtà con pessimismo, anzi noi abbiamo ottimismo. Potremmo rovesciare l’assunto: “pessimismo della ragione e ottimismo della volontà”, pensiamo che piuttosto la situazione è caratterizzata dal pessimismo della volontà e dall’ottimismo della ragione. E su questo dobbiamo fare leva. 

Perchè è evidente il livello di peggioramento delle condizioni di vita delle masse, sono evidenti le forme fasciste di provvedimenti, di cultura, di metodi che vengono agitate dai possibili nuovi governanti, che sono realmente un ritorno al passato, al medioevo, sono l’imbarbarimento sociale e politico che ne può venire per il nostro paese. Quindi è evidente che a tutto questo dobbiamo reagire. Ma questo è inevitabile. Noi ci facciamo forti del fatto che ogni volta, da Tambroni in poi, che i fascisti hanno cercato di essere al governo, messi al governo dagli stessi partiti borghesi del parlamento e dalle classi dominanti utilizzando in maniera anche deformata e deviata le stesse leggi e istituzioni, ogni volta vi è stata una reazione dei proletari e delle masse che hanno impedito che questi passaggi avvenissero. 

E’ sulla ribellione alla marcia reazionaria del nuovo governo che bisogna puntare. Una ribellione su tutti i piani, sul piano economico sociale, perchè questo nuovo governo dice apertamente che non vuole il reddito di cittadinanza, il salario minimo, non vuole i sindacati di lotta nelle fabbriche e sui posti di lavoro e conseguenti lotte sindacali, non vuole la libertà nelle piazze, e nelle forme di lotta, non vuole la libertà di pensiero e quella più in generale, come mettono in luce non solo chi come noi non può che metterlo in luce, ma lo fanno anche diversi artisti che non hanno avuto esitazione ad opporsi in una fase pericolosa anche per la loro carriera alla Meloni e all prospettiva di un governo guidato dalla Meloni.

Pensiamo alle donne, per cui ‘Dio, padre e famiglia’ è la nuova/vecchia schiavitù, oppressione prospettiva, paragonabile a quelle delle peggiori dittature dei paesi islamici. Noi non abbiamo dubbio che questo nuovo governo, in forme da blitz o in forme lente e prolungate, avrà le donne nel suo mirino e quindi il movimento delle donne, le loro istanze on potranno essere contenute dalle politiche del governo e quindi ogni diritto, ogni aspirazione alla libertà e all’emancipazione è destinata a scontrarsi con questo governo, e ad essere un’opposizione radicale e di prima fila.

Come poi non pensare al fatto che questo governo che si annuncia peggio di Draghi sposa apertamente le ragioni della guerra dell’imperialismo Usa, e questo significa farsi parte attiva del processo innescato dall’invasione imperialista dell’Ucraina verso una nuova guerra mondiale, che è un conflitto nucleare. 

Come non pensare ai tradizionali legami ideologici, politici, di “pelle” con le autorità militari, con i generali, con tutto quello che è militare e poliziesco in questo paese, che può diventare nelle mani di un governo di centrodestra una dittatura militare mascherata, con le conseguenze della militarizzazione dei territori, delle leggi d’emergenza, delle persecuzioni poliziesche, non solo verso i comunisti, i rivoluzionari, dipinti come “terroristi” a prescindere, ma contro tutte le forze che a questo governo si opporranno. 

Come non pensare che guerra e fascismo è un binomio indissolubile, la guerra ci porta ail fascismo, il fascismo porta la guerra. 

Si può pensare che questo nuovo parlamento possa opporsi? Ci auguriamo che ci siano anche in questo parlamento nero voci di opposizione, ma dobbiamo puntare tutto sull’opposizione extraparlamentare. Quando si parla di “opposizione extraparlamentare” non si pensa solo all’opposizione delle manifestazioni e delle lotte, ma di tutto ciò che è fuori dal parlamento, che è nella società, nei mass media, nell’arte, nel cinema, nei cantanti, nei giornalisti, negli operatori della giustizia, negli scienziati, nei medici, nei tecnici, ecc.; un vasto fronte di persone che non può accettare di essere irregimentata sotto una ideologia reazionaria come quella che è professata e in parte applicata dalla nuova coalizione di centrodestra che si approssima probabilmente a prendere nelle mani il governo.

Questo è un governo no vax, nessuno si illuda! Perchè i no vax sono stati una parte integrante della demolizione sociale e politica durante la pandemia, di ostacolo alla lotta coerente contro la pandemia, e che ora si troveranno al governo, e si può immaginare come saranno affrontate le emergenze sociali e politiche, le emergenze sanitarie, e in primis la pandemia che causa la sciagurata politica che è continuata con Draghi e che sarà ancora più grave col nuovo governo, ci può scaricare una nuova ondata pandemica e nuove stragi. Tutti i principali responsabili della trasformazione di pandemia in strage sono dentro la coalizione del nuovo governo, pensiamo alla Lombardia.

Non c’è campo in cui non ci troveremo di fronte ad uno scontro tra la barbarie governativa, statale sistemica e l’alternativa socialista e comunista che da anni non è praticata nel parlamento e che da tempo non riesce ad essere egemonica nel movimento di opposizione proletaria ai governi della borghesia.

Però questa è una sfida e un’opportunità che bisogna cogliere con coraggio e determinazione, mettendoci la faccia in prima persona, per stimolare la partecipazione, per creare persone simbolicamente rappresentative delle masse, a cui le masse si possono rivolgere con fiducia e che possono seguire nelle indicazioni necessarie alla lotta.

Di questo è nutrito il nostro No a questa campagna elettorale, il nostro invito a non dare alcun tipo di sostegno a questa campagna elettorale e alle principali coalizioni che si disputano il gioco truccato del nuovo “comitato d’affari” della borghesia.

Il fascismo non passerà, la dittatura dei padroni non passerà!

Una nuova resistenza proletaria adatta ai tempi nostri è necessaria, che come sempre richiede partito, fronte unito, lotta politica e sociale di massa, ma anche lotta partigiana, perchè al fascismo non c’è l’alternativa della democrazia borghese ma l’alternativa della rivoluzione. I nostri padri, la nostra storia c’è l’hanno insegnato, e questa storia è quella che dovrà essere rinnovata.



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