Report Roma in solidarietà con Kobane
“i popoli che lottano scrivono la storia, insieme a Kobane fino alla vittoria!”, “siamo tutti Kobanê”, “viva viva Kobanê, viva viva Rojava”, “siamo tutti PKK”, “ISIS terrorist”, “siamo tutti YPG, siamo tutte YPJ” ecc.
Un corteo combattivo, con i colori del Kurdistan, le bandiere del PKK, delle YPG e YPJ. Un corteo che ha denunciato a voce alta la barbarie dell’ISIS, avamposto dell’imperialismo in Medio Oriente e le responsabilità dell’imperialismo di USA, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, che ne hanno sostenuto la nascita e ne hanno armato la mano. Un corteo che ha puntato il dito anche sull’imperialismo italiano per i suoi rapporti con la Turchia, la NATO, la cosiddetta “coalizione” dei capitali, che ha tutto l’interesse a far sì che in Rojava non si istauri un sistema di democrazia popolare ad economia socialista. Questo il succo degli interventi che dal camion dei kurdi si sono alternati a canzoni di lotta Kurde (e anche a un Bella Ciao in kurdo) e a slogans per la resistenza del popolo kurdo, per Kobane, per la libertà e la resistenza di tutti i popoli oppressi: “i popoli che lottano scrivono la storia, insieme a Kobane fino alla vittoria!”, “siamo tutti Kobanê”, “viva viva Kobanê, viva viva Rojava”, “siamo tutti PKK”, “ISIS terrorist”, “siamo tutti YPG, siamo tutte YPJ” ecc.
Nel corteo purtroppo, sul ruolo delle donne nella resistenza di Kobane non è stato detto un gran ché, L’mfpr ha comunque diffuso l’appello, in italiano e in inglese, per un sit-in davanti all’ambasciata turca per il 22 novembre, in prossimità della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
In piazza S. Apostoli, un compagno di una delegazione italiana tornato dal confine turco-siriano ha detto che ci sono almeno 200.000 profughi che non hanno ricevuto alcun aiuto umanitario e che hanno bisogno di tutto. La Turchia non li accoglie e impedisce qualsiasi tipo di aiuto, mentre aiuta anche con armi l’ISIS, mentre lascia attraversare i suoi confini dall’ISIS (e dai peshmerga iracheni).
La Turchia impedisce ai kurdi turchi di attraversare il confine e portare rinforzi alla resistenza popolare del Rojava, lascia morire i bambini di Kobane e soccorre l’ISIS.
Dopo aver ribadito che la forza della resistenza di Kobane è nell’autodeterminazione dei popoli, è stato letto un elenco di richieste/rivendicazioni, da inoltrare allo stato italiano e alla comunità internazionale:
- Disarmare l’ISIS e isolare gli Stati che lo sostengono
- Aprire un corridoio nel confine turco-siriano che consenta aiuti umanitari alla popolazione e rifornimenti alle forze di difesa kurde delle YPG/YPJ
- Riconoscere l’autonomia democratica del Rojava
“siamo tutte con le combattenti curde, anche qui in Italia!”.
Luigia, mfpr AQ
Report Milano
In circa
un migliaio hanno sfilato a Milano al fianco con la Resistenza di Kobane e di
Rojava da Porta Venezia al Duomo-
In testa al corteo la comunità Curda
di Milano con lo striscione: 1 Novembre Giornata Mondiale con la Resistenza di
Kobani. Lo spezzone che, lanciando continuamente slogan alternati a canzoni
mandate dall’amplificazione, ha animato costantemente il corteo. Dal microfono
più volte sono state rilanciate le parole d’ordine/piattaforma della giornata e
la denuncia del ruolo della Turchia.
Presente anche una piccola
delegazione del Fronte di liberazione del popolo- JVP e i militanti sostenitori
delle lotte dei popoli, principalmente la Palestina.
Turchia
fascista- Stato terrorista
Kobane
resisti- Kobane resiste
ISIS
nazista- Turchia fascista
Infine, gli interventi di
chiusura sono stati aperti da una compagna curda che, innanzitutto, ha
riportato i saluti dal confine turco-siriano dove gli aiuti sono bloccati.
In generale, gli interventi hanno
posto l’accento sul ruolo degli USA, Turchia, dell’ Unione europea.
Circolo
Proletari Comunisti, Milano
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