CATALUNYA: Sunami Democratic, 1 millón de personas en Barcelona.
Ieri la giornata è stata segnata da un
intenso sciopero generale molto partecipato e da diversi blocchi nel
territorio catalano. Molte le strade e i binari dei treni occupati dai
manifestanti, la frontiera con la Francia già in nottata era stata
bloccata creando una lunga fila di auto e camion. Così come il porto di
Tarragona e, quasi completamente, quello di Barcellona dove un immenso
dispositivo di polizia ha impedito agli studenti di praticare
l'occupazione prevista, ma lo sciopero di massa dei portuali della CGT
ha interrotto comunque la gran parte dell'attività. All'aeroporto di El
Prat circa 60 voli sono stati cancellati. I mercati generali hanno
ridotto di molto l'attività non solo per la mancanza dei lavoratori, ma
anche per la scelta di molte aziende di tenere chiuso.
Anche la SEAT di Martorell è rimasta chiusa e la catena di supermercati Bon Preu.
Cinque cortei provenienti da tutta la
Catalunya hanno invaso in mattinata Barcellona dopo due giorni di
marcia. A questi cortei, organizzati da ANC (Assemblea Nazionale
Catalana) e Omnium, due delle organizzazioni di opinione pubblica
indipendentista, si è aggiunto un sesto convocato dai CDR (comitati di
difesa della repubblica), che è partito di mattina presto da
Castelldefels e che poco prima di pranzo ha raggiunto la capitale.
Il
momento più significativo è stato però quello delle 17 in cui si sono
riuniti tutti i cortei con gli studenti, i portuali e i sindacati. Oltre
cinquecentomila persone, una vera marea umana che ha riempito le strade
della città e che si è dovuta confrontare con le provocazioni dei
fascisti, che sono scesi in corteo dal quartiere Sarria (zona dove
risiedono molti ricchi e tradizionalmente di destra) che hanno tentato
più volte di attaccare il corteo degli indipendentisti con la complicità
dei Mossos che hanno lasciato fare, prontamente respinte dai
manifestanti.
Gli scontri poi sono
continuati, come nelle scorse sere, per tutta la notte con barricate ed
incendi a cassonetti e auto. Numerosi sono stati gli arresti e i feriti.
EUSKAL HERRIA: SUGARRA: Apoyar la lucha del pueblo catalan un deber para los comunistas.
La sentencia del
Tribunal Supremo por la que condena a un total de 100 años de cárcel a los
dirigentes nacionalistas catalanes y que se hizo público el pasado 14 de
octubre, ha puesto en evidencia, por si hubiera alguna duda, la verdadera
catadura de la “democracia” burguesa española.
Afortunadamente,
como cabía esperar, la respuesta del pueblo catalán ha sido inmediata. La
amplísima movilización de rechazo, se inició nada más haber tenido conocimiento
de la sentencia. También en Euskal Herria se ha dejado sentir la repulsa a esta
agresión injustificable contra un derecho básico de todos los pueblos y
naciones, como es el DERECHO DE AUTODETERMINACIÓN.
Independientemente
de cuál sea, en estos momentos, el carácter de clase (burgués o pequeño
burgués) de la dirección del movimiento popular, a pesar de que la clase obrera
catalana no se encuentre todavía en condiciones de encabezar la lucha por la
liberación nacional; los y las comunistas no podemos encontrar en ello un
pretexto para inhibirnos y no apoyar la lucha por la autodeterminación de
Catalunya.
Porque eso es,
precisamente, lo que hacen los chauvinistas de todo tipo, desde los
socialdemócratas de viejo y nuevo cuño, hasta algunos autodenominados
“comunistas”, que tratan de justificar su defensa de la sacrosanta “unidad de
España” en base a un pretendido “internacionalismo proletario” que,
curiosamente les lleva a cerrar filas contra el movimiento popular catalán y
con ello a situarse en el mismo bando que la derecha neofascista española.
De ahí que los y
las comunistas vascas no dudemos en apoyar con toda decisión al hermano pueblo
de Catalunya y por ello, llamamos a participar en todas las movilizaciones que
con ese motivo se convoque en Euskal Herria.
¡VISÇA CATALUNYA LLIURE I SOZIALISTA!
Comité de redacción
de SUGARRA
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